“Il pittore, il
fabbricante di letti, Dio”
Platone, La Repubblica, 597 b
Nel letto di Rauschenberg è
il corpo dilaniato del XX secolo, tutta la gamma delle sue ferite ancora
vive.
Devi sporcarti gli occhi dentro
quei brandelli di lenzuola. Come le mani dell’artista, dell’uomo, del ragazzo
che studiava farmacia e prestò servizio militare in un ospedale psichiatrico
(c’era la guerra).
C’è l’ombra, tutte le ombre
sudice dell’epoca più luminosa.
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