Debora Ferrari, Luca Traini, Coppia di arcobaleni, 2012 Riproduzione riservata
Non riesco a immaginarti dopo il diluvio, non riesco a fissarti con
gli occhi di Noè, di un Sumero, di un uomo del Medioevo, peggio, del
Rinascimento – il Medioevo amava i colori brillanti – perché mentre
cerchi di salire nel cielo mi ricordi un ghiacciolo di quando ero
bambino, di quando i coloranti non erano ancora stati messi al bando.
Un gelato per gli occhi, che a mangiarti mi facevi schifo.
Sei troppo moderno, troppo pop, non ti immagino negli occhi di Newton, prisma che fai a pezzi le accademie e scagli il chiosco di un oratorio fra gli angeli.
Allora, cosa c’è nelle nuvole?
I denti sentiranno il freddo, sentiranno il freddo, ma ti devono mangiare.
Nessun commento:
Posta un commento