Callimachus recalls Heraclitus on the lake of Lugano
Faccio per non piangere
su Callimaco che piange
Eraclito già cenere:
“Ma vivono i tuoi canti d’usignolo
su cui non tenderà la mano Ade,
che tutto rapisce”,
che invece ha rapito
anche i suoi “Canti d’usignolo”.
“Gli uccelli cantano
quelli veri”
dice una bimba minuscola al padre
perché i gabbiani strillano
sembrano gridare
sembrano e forse sono
"più vicini agli pterodattili”
degli usignoli
come spiega il padre:
“Ricordi Piero Angela?”
Ti ricordi di Eraclito?
Chi? L’amico di Callimaco?
Lo ricordo perché ha lo stesso nome
di chi ama nascondersi.
Lo ricordo perché lo amava un poeta.
Nota Il
poeta greco Callimaco (fine IV sec.-240 a.C.) piange in un frammento la
morte di un amico, di un altro poeta come lui, chiamato Eraclito. E per
cercare di consolarsi, dice che almeno sopravviverà la sua opera in
versi: “Usignoli”. Peccato invece non sia sopravvissuta neppure
quella. E che, quando si parli di Eraclito, non ci si rivolga
praticamente mai a lui, ma al grande filosofo vissuto più di due secoli
prima. La memoria, come la natura, ama nascondersi.
Testo e foto di Luca Traini
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