Pompei: il crollo della "Casa dei gladiatori" (2014)Video e testo
Nuovo realismo_Realism and fog (2012)
MANI PRIVE DI FOGLIE _ LEAFLESS HANDS (2017)
AUTOSTRADA MI-TO (2008) LAVORI IN CORSO Davanti alla Chiesa dell'Autostrada del Sole(2016) ERBA DINOSAURI AUTOSTRADE (2017)
CLASSICISMO CON RABBIA _ IN THE SUMMER OLYMPIC (2004)
Lucrezio_Lucretius in a day of peace, on the shores of Lake Varese
Leggendo Callimaco a Porto Ceresio
Archiloco oggi (applausi)_Archilochus today (applause)
Falecio metal _ Phalaecian heavy metal / Anacreontica a Speusippo _ Anacreonteus to Speusippus
Plauto è morto? _ Plautus is dead?
Versi acrostici, mesostici e telestici _ Acrostic, mesostic and telestic verses
La donna senza nome che ti ha amato (Agostino)
Sognando Thule: Pitea _ Dreaming Thule: Pytheas
MέθοδοςThe Game of Civilization
Definizioni di "cosmo": allunaggio (Riemergendo da un Taglio di Fontana)
Il sonno dei giusti, degli amanti, della natura Epimenide, Endimione, Alcmane
L'INTELLETTUALE VA SERVITO MORTO / ITALY PREFER THE INTELLECTUAL DEAD (2011) Video con testo SIGNORA O SIGNORE CHE VAI IN UN CASTELLO RESTAURATO DAL FAI
IL VECCHIO E L'ANTICO
CROSSMEDIAL
EX-CITATION_Variations on two verses of
Giamattista Marino, “Adone”: The death of
Narcissus
STANZA BINARIA PER EZIO AUDITORE (ASSASSIN'S CREED)Testo e quadro della mostra Art (R)Evolution, Museo Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (2012)
LA COSTITUZIONE ITALIANA E' UN POEMA
Articolo 1 _ I due settenari perfetti dei Padri Costituenti
Articolo 72 (trasposto in endecasillabi) (2011) Video e testo
Quanto sta dietro ogni porta, ogni finestra, chiusa, murata da tempo immemorabile cerca di emergere chiedendo aiuto a colori che svaniscono, a ruggine o vernice che si sbriciola.
Tutta la storia che c’è in me sosta davanti al numero di una via che sembra sorgere direttamente dalla pietra. La sua spaccatura potrebbe riflettere quella del muro e il quadrato del numero cercare sostegno nell’architrave della porta.
Tu entri nel mondo fantastico della numerazione umana, in quella formidabile tensione a dare una misura a tutto quanto attraversiamo.
Dare un nome, accompagnare con numeri: le nostre vite diventano vie da percorrere.
La cifra è precisa, la cifra è profonda. Vicina a. Lontana da.
La cifra che cerchi segue e precede altri numeri da cui poi distrae, come una rivelazione.
La cifra giusta è gentile, si dissolve in una realtà che credi senza numeri e trovi.
La cifra può essere anche crudele, senza nome, assenza di parola, di simbiosi, Auschwitz.
La cifra che invece libera il passo verso la casa di chi ami è il dolce preludio a un incontro, si eclissa, lascia spazio a tutti i contenuti di quei respiri che sono le parole.
Trovare il numero giusto nell’abisso della matematica. La traccia, la vita, oltre il muro a protezione dell’infinito
L’ombra della mano sulla buca sigillata rimpiange tutte le lettere mai scritte.
Scotch, forse un invito a berci sopra, a dimenticare tutti i corrispondenti. La grande fatica di trovare una corrispondenza fra mittente e destinatario e quella più piccola, di uscire di casa, camminare fino alla più vicina buca delle lettere. Per l’ultima busta - definitiva o meno - impedita dal nastro adesivo, timbrata un tempo dal Ministero.
Poste e Telecomunicazioni, Poste e Telegrafi. Metallica e sospesa, rossa come la passione ormai sbrecciata, mentre esco dal bar a fianco ti noto come presenza che avrei dovuto amare. Sarei dovuto passare, notare la tua robusta eleganza, e invece sei passata. Una lettera di rimpianti, quella era da scrivere, a Posta dea delle comunicazioni, a costo anche della censura. Invece ora dillo alla mail, al virtuale di cui batti i tasti al computer così fragili che possono saltare. La penna, la tua biro, poteva scrivere nervosa: i fogli accettavano solchi da aratro che il desktop nemmeno può sognare. Fumando l’ennesima sigaretta che non dovresti fumare torni col pensiero, impalpabile, a quanto avresti dovuto sigillare di pugno con la ceralacca, cosa che ti faceva ridere, ricordare papi e imperatori. E una canzone di Heather Parisi.
Pace, tanto non hai mai amato scrivere lettere come tenere diari e la memoria comincia a fare i primi scherzi, anche a uno scrittore di formazione storica. La memoria delle tua posta elettronica non va oltre il 2004. Prima c’è solo una quantità di pezzi di carta strappata dispersi e solo in parte raccolti in una scatola di cartone, dove metti il digitale in senso concreto una volta l’anno se va bene.
Questa buca imbavagliata resta e mi rimprovera, come un buco nero al centro di una galassia inattivo e stanco di sputare informazioni per l’ennesimo spettatore lontano anni luce. Sembra dire: leggi illustri epistolari e diari del passato - quanto ti piace - ma la privacy del tuo motore di ricerca non farà mai cercare a nessuno quello che hai scritto. E io, che neppure ho amato le cabine telefoniche, ormai sradicate, e neanche sms, whatsapp o telegram, lascerò alla memoria una memoria di pagine vicine allo zero. L’eterno presente che ho sempre criticato prenderà - forse - l’ennesima vittoria.
Blog, social e altri libri. Tenterò così di rispondere al monito di questa buca scocciata. Cercando di dare un contenuto che pesa una vita alla fluttuazione quantistica del vuoto.
Nota Apollo amerà
sempre rincorrere Dafne e lei giustamente fuggire, perché a ogni ispirazione
corrisponde un’espirazione. Uscita di mano,poeta o poetessa che sia, la poesia
resta sospesa a mezz’aria da questo vento(“anemos” in greco, gioco di specchi di “anima”).
Non ci resta che
riprenderla nelle prodigiose Metamorfosi di Ovidio,che oggi sarebbe
regista: l'originale è tutto stacchi improvvisi,fermo-immagine e rallenty (lo
chiede la divinità, riesce al poeta).
E – nella
realtà? nella finzione? – la semidea che sconfigge qualsiasi dio a tempo pieno persevera
nella sua perenne corsa, più ospite di opere d’arte che di artisti (dei maschi di
norma è meglio diffidare). La pace, apparente, è solo nella cornice di un
foglio, di un quadro. Nel marmo o nella corteccia di un alloro. L'immagine, la
forma.
Cos'è un castello quando ci vivi e il tuo presente non è fatto di memoria ma lavoro e la sera sei stanco e accendi la luce, non le torce dei servi ma l'interruttore dell'uomo libero, quella specie di uovo bianco di porcellana poi plastica per cui tanti hanno dato la vita?
E tu, piccolo uovo di Piero in un castello del Mantegna, illuminavi le mura ridipinte, gli infissi di porte e finestre nuovi a confronto di bifore trifore per gente in armatura.
Tu brandisci solo un forcone, della pietra non hai il male ma il sonno, spenta quella preziosa lampadina, non sogni il passato ma un futuro migliore.
Io passo oltre le prime mura e mi stanno sotto i piedi.
Per cunicoli ben restaurati sono nelle tue stanze, che si attraversa distratti dall'antico.
Anch'io vado a vedere il donjon perché c'è dipinto Alessandro Magno che parla con l'Albero del Sole.
Essere in coda sull'autostrada con i lavori in corso diventa metafora.
Commuove con quanta forza si avvitino i tiranti,
quanto resistano i segnali prima di spezzarsi,
come inizi a sbrecciare una piccola finestra anche nel cemento armato.
E' ora di stendere un velo di asfalto nuovo.
Non senti questo odore di riso?
E' bollente: aspetta che si raffreddi.
Sarà l'ultimo strato archeologico.
E' come disegnare su una pellicola,
La nostra presenza sulla terra,
Dipingere grumo su grumo senza l'anticalcare.
Un sogno, un incubo, un sogno
Stampato in 3D sulla tettonica a placche, sul magma.
Testo e foto di Luca Traini
ERBA DINOSAURI AUTOSTRADE
(2017)
Piccole isole di verde
Chiuse dai raccordi delle autostrade
Dove nessuno passeggia
Dove trionfa l'erba
La stessa che sorprese i dinosauri
Gli stessi che ora sono idrocarburi.
Testo e foto di Luca Traini
CLASSICISMO CON RABBIA
(2004)
Lucrezio_Lucretius in a day of peace, on the shores of Lake Varese
Lucrezio letto in riva al
lago
in una pace assoluta
di amanti, anziani e
famiglie
che parlano piano
con tutti e quattro gli
elementi
discreti
ormai sciolti da ogni
passione
da ogni mito
ombre
di qualsivoglia senso di
colpa
nude.
Dì un po’,
inquieto pacificatore:
saremo mica approdati?
Foto di Luca Traini
Nel I
sec. a.C. Lucrezio scrisse il poema “La natura” per divulgare la filosofia del
greco Epicuro (341-270 a.C.), basata su un principio di piacere scevro da
passioni. Tuttavia la prodigiosa bellezza dei versi del poeta latino risiede
proprio nella grande passionalità, nel calore incendiario con cui cercò di
convincere i lettori (e forse anche se stesso) a fare propria una teoria così
moderata. Ecco perché lo definisco inquieto
pacificatore. E quando scrivo approdati,
mi riferisco a un passo del poema in cui il saggio è immaginato come un uomo
che, al sicuro sulla riva, osserva una nave in preda alla tempesta (metafora
del tumulto delle passioni). Non gode della loro sfortuna. Molto probabilmente
li aveva avvisati. E comunque ora sembra avere il cuore in pace. Come gli altri
con me in riva al lago.
Leggendo Callimaco a Porto Ceresio
Faccio per non piangere
su Callimaco che piange
Eraclito già cenere:
“Ma vivono i tuoi canti d’usignolo
su cui non tenderà la mano Ade,
che tutto rapisce”,
che invece ha rapito
anche i suoi “Canti d’usignolo”.
“Gli uccelli cantano
quelli veri”
dice una bimba minuscola al padre
perché i gabbiani strillano
sembrano gridare
sembrano e forse sono
"più vicini agli pterodattili”
degli usignoli
come spiega il padre:
“Ricordi Piero Angela?”
Ti ricordi di Eraclito?
Chi? L’amico di Callimaco?
Lo ricordo perché ha lo stesso nome
di chi ama nascondersi.
Lo ricordo perché lo amava un poeta.
Nota Il poeta greco Callimaco (fine IV sec.-240 a.C.) piange in un frammento la morte di un amico, di un altro poeta come lui, chiamato Eraclito. E per cercare di consolarsi dice che almeno sopravviverà la sua opera in versi: “Usignoli”. Peccato che invece non sia sopravvissuta neppure quella. E che, quando si parli di Eraclito, non ci si rivolga praticamente mai a lui, ma al grande filosofo vissuto più di due secoli prima. La memoria, come la natura, ama nascondersi.
Archiloco oggi (applausi)_Archilochus today (applause)
Frammento 6 E.
Il mio kalashnikov l’ho fatto a pezzi,
le mine antiuomo rinviate al mittente.
Ho riflettuto sul fine, sui mezzi
Frammento 61 E.
Con altri sette ora gioco a freccette.
Falecio metal
Tu, ma di': che cos’è? Dai, sù, che cazzo!
No - figata! - un ciddì? coi Kiss? Stupendo!
Ché, lo presti? Ti do... qualcosa d’altro,
Tipo Pòison o Ratt... o Dio, che dici?
Anacreontica a Speusippo
Mi piace, sì, Speusippo,
che sistemò Platone
e svelò la lezione
di Isocrate (però!).
Ma ancora più mi piace
che, grazie ad un fuscello
nuovo, un nuovo cestello
più comodo tramò.
Anonimo (XVI sec.) Speusippo getta un uomo in un pozzo (ma è falso) Plauto è morto? _ Plautus is dead?
Oh, ma lo sai? E’ morto! Come chi? Plauto Quando?
Eh, Cicerone sembra dire 570, 570 anni dopo la nascita di Roma. Io direi 184
prima di quella di Cristo ma, si sa, sono date incerte le due nascite, come la
sua dopotutto: convenzioni... magari invenzioni. E forse la data della morte è
soltanto quella della sua ultima commedia.
Agostino (354-430), filosofo, (ex?) manicheo, ormai cristiano, sulla strada per diventare santo, come la madre (Santa Monica: un nome da “soap”), su istigazione di questa, abbandonò la donna con cui aveva convissuto per 13 anni, portandole pure via il figlio, Adeodato. Peccato che in quel capolavoro ambiguo che è la sua autobiografia, le “Confessioni”, non ci abbia lasciato neppure il nome dell’amata.
Il sonno dei giusti, degli amanti, della natura Epimenide, Enidimione, Alcmane
Epimenide: Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Lo senti? Epimenide dorme.
Epimenide: Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Se dorme il sonno dei
giusti,
dormiamo anche noi?
Epimenide: Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Se dormiamo per 57 anni,
poi ne vivremo altri 100?
E se chiuderemo gli occhi per amore,
dormiremo come Endimione belli per sempre?
Nota
Si racconta che Epimenide di Creta, cercando una pecora smarrita - queste
pecore smarrite... - entrò in una grotta e si addormentò per 57 anni.
Un sonno decisamente ristoratore visto che al risveglio divenne uno
dei famosi Sette Saggi della Grecia arcaica.
Si riaddormentò per sempre chi sostiene 100, chi 242, chi solo 97 anni
dopo.
Endimione poi era un mitico re dell’Elide, giovane bellissimo di cui
s’innamorò la Luna. Per poterlo avere sempre con sé
ogni notte gli accordò sonno e giovinezza
eterni.
Di quel sommo poeta che fu Alcmane - e questa è Storia - restano
solo pochi frammenti, cantati dalle ragazze di Sparta prima che diventasse
un’orrida caserma (VII sec. a.C.).
Su tutti,il 58 D: “Dormono le grande cime/ dei monti,/ e
i dirupi e le balze,/ e i muti letti dei torrenti;/ dormono quanti strisciano
animali/ sopra la terra nera,/ e le fiere montane, le famiglie/delle api;/ dormono
i mostri giù nel fondo/del buio-cerulo mare;/ dormono gli uccelli/ dalle lunghe
ali distese”.
L'INTELLETTUALE VA SERVITO MORTO
ITALY PREFER THE INTELLECTUAL DEAD
(2011)
SIGNORA O SIGNORE CHE VAI IN UN CASTELLO RESTAURATO DAL FAI
Il nuovo endecasillabo binario prevede al termine di ogni verso le vocali O e I, che ricordano i numeri 0 e 1 della matematica binaria.
English translation: Salvatore Fallica Binary Quatrain I cut and paste, save and solve and sinG Hardware made of silk and laceS: A software of breaths calculateS, Ada, one, and what’s left is always nothinG.
STANZA BINARIA PER EZIO AUDITORE
(ASSASSIN'S CREED)
(2012)
Arte ha la radice di arma, Assassino,
Una lama celata incide i sogni:
Disegno forte, sofferto di un mondo.
In palio una pace che verrà tardi.
Tutto è lecito: la realtà è in gioco,
Osmosi fra primi e ultimi livelli.
Resterà la bellezza del gesto, Ezio,
E la gioia di vittorie senza odio.
Debora Ferrari, Luca Traini
Nota Questa Stanza poetica è un’ottava di endecasillabi sullo stile di quelle di Agnolo Poliziano, presente come personaggio anche in Assassin’s Creed II, con al posto delle rime le vocali binarie I e O - come 1 e 0 del calcolo binario, perché Ezio Auditore, protagonista di tre episodi della saga videoludica, è in primo luogo figlio di questa matematica - e l’aggiunta in acrostico del cognome dell’eroe (anche nell’ulteriore senso della qualifica di chi ascolta questi versi).
LA COSTITUZIONE ITALIANA E' UN POEMA
(2011) Articolo 1 I due settenari perfetti dei Padri Costituenti
E lo
è davvero fin dal primo verso.
“L’Italia
è una Repubblica
Fondata
sul lavoro”.
Due
settenari nascosti perfetti
Come
il capolavoro di Ungaretti:
(“Si
sta come d’autunno
Sugli
alberi le foglie”).
E
Democratica, questo il sigillo:
La differenza parla di radici.
Articolo 72
(trasposto in endecasillabi)
I disegni di legge presentati
ad una Camera sono, secondo
le norme del proprio regolamento,
esaminati da una commissione
e, a seguire, dalla Camera stessa,
che, articolo per articolo, quindi
li approva e con votazione finale.
Il regolamento anche stabilisce
i procedimenti per abbreviare
l’esame di quei disegni di legge
di cui viene dichiarata l’urgenza.
Il regolamento può stabilire
in quali casi e forme approvazione
ed esame dei disegni di legge
saranno deferiti a commissioni,
anche permanenti, composte in modo
che sia rispettata la proporzione
dei gruppi parlamentari. Anche in tali
casi, tuttavia, il disegno di legge,
fino al momento dell’approvazione
definitiva, è rimesso alla Camera,
se il governo o un quinto di commissione
o un decimo di tutti i componenti
della Camera in questione richiedono
che da questa sia discusso o votato
o nella stessa alla fine approvato
con sole dichiarazioni di voto.
Ancora il regolamento determina
tutte le forme di pubblicità
di ogni lavoro delle commissioni.
Invece la procedura normale
d’esame e d’approvazione diretta
da parte della Camera è adottata,
sempre, per tutti i disegni di legge
costituzionale ed elettorale,
di delegazione legislativa
o autorizzazione a ratificare
trattati internazionali o approvare
i bilanci di ogni anno. E i consuntivi. ASSAGGIO DI PRIMAVERA
Una lingua di ghiaccio orizzontale
Ha bussato alla porta dell'abbaino
E se n'è andata, come una lumaca gelida,
Le antenne vitree come due piccole stalagmiti
Di un piccolo miracolo.
Disciolto come niente
Da un assaggio di primavera,
La stagione dei poeti, che non ti hanno visto
E per cui resta questa foto.
Foto: Italo Ferrari 2014 (c)
PIOVE COL SOLE
Piove col sole ogni volta che piove
Sulla casa abbandonata che dà sul tombino
Così ogni volta che piange tutto scompare.
ORIZZONTE DEGLI EVENTI
Tu sei l’oggetto trascinato dal vortice di un buco
nero fino alla soglia dell’orizzonte degli eventi Dove muore la luce.
Tu
In forza di una legge
Agli occhi di uno
spettatore
(La cui presenza è tutt’altro che certa)
Prima di sprofondare in una singolarità
Resterai sospeso fra il buio e l’apparenza per un tempo che sembra
infinito
Vorrei avere la certezza che il
palloncino che persi nel 1969 a Pogliana, frazione di Bisuschio – e mai
ritrovato dagli astronauti sulla luna – sia lo stesso che ha conservato un
angelo nella chiesa di Castelletto Ticino. Il colore è quello, malva, chimico,
della mia era industriale. Ricondotto nel cielo nuvoloso della terra
direttamente dall’Empireo, dove si è perfettamente conservato. Immobile, pronto
al colpo di testa della prossima creatura alata. Impossibile calcolare la
velocità con cui è asceso nell’alto dei cieli e poi tornato. E se avessi
anch’io un paio di ali, come quando ero bambino, spiccherei un salto smisurato
e sarei subito distratto da altri voli, apparizioni, altri palloni immobili di
altri colori, perdendo subito di vista il mio.
Heisenberg sorride in bianco e
nero, come i sogni, dalla copertina dello speciale de Le Scienze mentre continuo a fluttuare da un ricordo all’altro.