Commento musicale Pino Caruso, Duo di Piadena, Vogliamo andare avanti
Ambrogio
ha mai assaggiato realmente i Ferrero
Rocher?
E se li
ha assaggiati, lo ha fatto in vista di un piccolo, breve piacere tutto suo o
per provare alla padrona che non erano stati avvelenati da qualcuno: dalla
produzione, dal maggiordomo di palazzo, una domestica, un domestico, il marito,
un rivale in ricchezza, un sovversivo, un maniaco, un semplice estraneo?
O c’è una
terza possibilità nel campo di questa prima ipotesi, che cioè dei Ferrero
Rocher si siano sciolti in bocca o siano scesi interi o a pezzi nella gola
dello chauffeur in
qualità di generoso dono della maliarda per tenere buono l’uomo, la sua
eventuale famiglia e quindi, soprattutto, i probabilissimi figli di questa
possibile unione?
E se
Ambrogio li avesse provati di nascosto, rubati? La sciura… se ne sarà mai
accorta?
Ne teneva
il conto, voglio dire, delle scatole, dei singoli pezzi?
L’avrà
mai denunciato per questo ipotetico furto? Dalla pubblicità, in questo caso
certamente censurata, non è mai emerso nulla.
E se
invece all’autista quegli ibridi cioccolatini aristocraticopopulisti avessero
fatto sempre schifo? Perché scartare questa eventualità così estrema?
Personalmente
non ci vedo niente di male. Anzi, potrebbe aver vomitato al termine di ogni
spot per il solo fatto di averli avuti a vista d’occhio - o in un sussulto di
coscienza: dopo il dolce ecco l’amarezza della sua condizione di lavoratore
subordinato.
Non
voleva mangiarli ma era costretto? O ne ha ingurgitato una massa spropositata
tutta d’un colpo dopo anni di divieto fino a star male?
O non li mangiava in
ragione di qualche problema fisico? È poi mai guarito da questo malanno o il
rapporto con la datrice di lavoro, il consumismo, il mondo dell’immagine,
dell’apparenza hanno cronicizzato un problema altrimenti risolvibile?
Come si
chiamava la signora? Cosa mangiava a pranzo, a cena, a colazione, quando cioè
non sentiva soltanto un languorino, quando non desiderava soltanto qualcosa di
buono, di effimero e sedeva a capotavola di un maestoso, lunghissimo
Chippendale col marito al lato opposto, a dieci-dodici metri di distanza, in
uno stato di evidente difficile comunicazione, se non addirittura di vera e
propria incomunicabilità?
Si
confidava con Ambrogio, magari nelle pause di relax fra uno shopping e l’altro?
Aveva, come hanno vociferato in molti, una relazione clandestina con lui?
Dietro quell’apparenza di dea in carta stagnola, aveva forse un cuore pronto a
battere per un essere considerato inferiore ma che sentiva uguale nel turbine
della passione?
E lui,
l’amava?
E lei,
lei era stata sempre ricca o aveva fatto fortuna grazie a un corpo avvenente
salendo così di diversi gradi in società?
E ancora
lui, Ambrogio: qual era la sua occupazione prima di passare al volante di
quella limousine? Quale il suo misterioso curriculum vitae?
Forse che
i baffi di cui faceva sfoggio erano l’unico retaggio di un passato proletario,
magari politicamente impegnato?
Forse un
vecchio socialista pentito e riconvertito allo spirito dei nuovi tempi, intendo
gli anni ‘80? E allora basta con le utopie? Basta lavorare e far carriera e
accettare un’inevitabile convivenza fra classi alte e basse?
Ambrogio craxiano?
Ambrogio assertore di una modernità che vede nel successo e nell’assiduo
contatto con la ricchezza lo stimolo fondamentale per lo sviluppo tecnologico,
testimoniato nel suo caso dagli arditi congegni che fanno sbucare i
cioccolatini dai luoghi più impensati del macchina?
E se
avesse finto?
Se avesse
finto anche la padrona?
Dove sono
ora i corpi dello chauffeur e
di madame?
Dove
respirano, se respirano ancora? Dove? Dov’è la limousine forse Panda?
È forse
la mia Panda?
Luca Traini
Nota Questo genere di domande aveva avuto inizio qualche anno prima, esattamente nove (la pubblicità è del 1992). In un remoto camping ai confini del Lido di Fermo (https://www.google.it/maps/@43.1990545,13.7904418,3a,30y,239.47h,87.98t/data=!3m6!1e1!3m4!1s7CBLiUZH0iLKjQfvKr1kIA!2e0!7i13312!8i6656). Con un'altra donna ricca di mistero. Ossessivamente richiesta dagli altoparlanti al telefono della direzione...
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