Commento musicale M. K. Čiurlionis, Miške (Nella foresta)
Quella notte guardando un puntino
Ho colto il volto delle
stelle,
Sapevo di brillare anch’io
Ma l’ho capito solo dal mio
riflesso sorriso.
Debora Ferrari
Quale mezzo migliore
di un’“aeropagina volante” per superare il confine celeste che divide un anno
dall’altro? Volendo, per chi ama camminare fra le righe, si può anche
attraversare il “ponterr’ante”. L’importante, dopo aver fatto tappa alle “Biblioteche
Naturali dei Continenti”, è raggiungere “la Casa Errante che fa entrare solo
chi vuole lei”. Che certamente accoglierà - fra nuvole multicolori e cieli
straordinariamente illuminati - quelli che amano lasciarsi trasportare dalla
fantasia, dallo sguardo perennemente incantato di Cesare Cosmico: ogni emozione
profonda in simbiosi con quelle contenute nelle sue infinite valigie.
Della magia per
immagini dell’autore, Nicola Perucca - artista colto tanto raffinato quanto
popolare - abbiamo già parlato in questo blog, incantati dall’esposizione delle
sue Città librerie e altre storie all’Atelier Capricorno
di Cocquio Trevisago nel 2021 e del suo Mare in cammino all’Hotel Byron
di Lerici nel 2023, con la cura di entrambe le mostre da parte di Debora Ferrari
e relativi cataloghi editi da TraRari TIPI. Che non a caso quindi pubblica
anche questo nuova esplorazione di orizzonti dello stupore.
Cesare Cosmico nasce nel 1995, ma gli appunti, gli schizzi e le prime idee risalgono a qualche anno prima. Disegni nati al volo, come spesso accade, su album e quaderni di vario tipo e dimensione, su fogli sparsi e anche tovagliette di trattoria, supporto ancora adesso occasionalmente utilizzato dall’autore. Viaggiatore, viandante munito di una valigia classica, simbolica, piena di rimandi, memorie e riferimenti di vario genere. Pellegrinaggio laico nel mondo del Sogno che acquista ancora più forza e colore negli ultimi anni fino ad assumere la forma compiuta di romanzo-diario a più voci. Perché Nicola Perucca è anche scrittore e nelle pagine di questo libro alterna la sua prosa ai versi di Debora Ferrari, poetessa prima ancora che curatrice d’arte (e autrice di una multiforme-multicolorata Introduzione).
Nicola
Da un estremo all’altro, da una dimensione al suo opposto, in costante equilibrio, adattandosi alle mutazioni. Dai ghiacci ai fuochi, lungo i regni sommersi e poi nei villaggi di alti monti. La sua valigia testimonia, dentro e fuori, queste esperienze, è cangiante nella forma e nel colore, nella consistenza e nella temperatura: bussola e specchio, deposito, spugna, grancassa, giaciglio, clessidra e caricatura, buffonesca e magnifica, fontana e vulcano. Piena di memoria ed appunti di cose da fare, piena delle etichette, dei tagliandi, delle cartoline di moltissimi posti, scampoli di tappeti volanti, bandiere appallottolate, disegni di pochi centimetri e pezzi di portolani, cartine sbiadite e sporche, francobolli di rara grandezza e preziosità. La Valligia, ad esempio, che è già un luogo in sé, il manico è un ponte ed è fatta di monti, di fiumi. La valigia musicale, una sorta di ghironda del viaggiatore…
Debora
Presto, la voce ho
sentito
Di un colore da profumi
evocato. Vai
Nel denso apparire
del giorno
Dove forme e battiti
vagano
Pronti a fermarsi su
una tela.
Misura la tua voce ora, nel mio sguardo.
Tutto sembra proprio tornare, sempre pronto a ripartire: “Terra prima sfera poi ellissoide, geoide, meraviglioso enorme granello di polvere appiattito ai poli 1/298,25 volte, vagante con regole precise per universo piatto, euclideo, non più sferico neppure lui, neanche iperbolico: sta tutto in un foglio, meglio se colorato. Meglio ancora se in una valigia con nomi e adesivi di enormi contesti appiccicati all’esterno. Dentro: intimo e vestiti su misura per abitare e sentirsi parte di qualcosa di più grande. Nome ironico del suo possessore, Cesare, viaggiatore imperatore nemmeno della propria valigia - è lei che guida - perché la meraviglia non è mai una conquista banale ma un incontro alla pari fra emozioni profondamente umane e profondità, altezze della terra, del cosmo”.
(Luca Traini, Prefazione).
Continua nel frattempo fino al 24 Giugno 2024, presso la sede del MAP_Museo Arti e Paesaggi nella Torre Pentagonale Obertenga di Arcola (SP), la mostra ARCHETIPI DANZANTI Opere di Walter Tacchini e del Museo Castiglioni di Varese, sempre a cura di Debora Ferrari e del sottoscritto, catalogo TraRari TIPI.