sabato 13 dicembre 2014

CLAUDIANO: IL POETA

File:Orphee Bardo National Museum.jpg

Lo aveva scoperto mio padre questo bravo Egiziano, bravissimo in Greco ma ottimo in Latino - e guarda che in Oriente è cosa rara, anzi unica. Nella parte occidentale tutti noi Romani colti conoscevamo il Greco (mio fratello è stato anche traduttore). Ma gli spocchiosi Elleni usavano il verbo dei Cesari solo per le pratiche d’ufficio, quasi mai passavano dal registro alla letteratura.

File:Sophilos Mosaic from Thmuis.jpg

Chi ci provò - ti faccio un nome: Ammiano Marcellino - sarà pure stato un grande storico, ma in fatto di stile…tutti quei participi avviticchiati, quegli ablativi assoluti…
E poi era nemico di mio padre.
Che invece incaricò il giovane Claudiano di scrivere un panegirico per i miei fratelli maggiori, Olibrio e Probino, consoli il primo gennaio 395.
E con la lingua di Virgilio la sua bocca fu più dolce del miele:
“Romanos bibimus primum te consule fontes
Et Latiae cessit Graia Thalia togae”
“La prima volta, quando tu eri console,
Io venni a bere alle fonti romane,
Vinta la Musa greca
Dalla toga latina”.

File:So-called Antioch Mosaic.jpg

Che ragazzo meraviglioso: tre mondi e due universi in una persona sola!
Poi, tutto pieno di ottimismo, venne da te, piccolo sovrano, perso nelle nebbie di Milano - la capitale da Roma prima era finita in Germania e poi lì, da qualche parte - Onorio che da poco avevi perso tuo padre e avevi appena qualche anno più di me: 11 se non ricordo male.
E lui, che viveva e faceva rivivere il mito, finché Proserpina riuscì ancora a strappare qualche giorno a Plutone, con profonda, ostinata fiducia ebbe la forza di scolpire altri 10.000 versi:
“Mens congesta iubet. Gressus removete profani”
“Mi guida una mente piena di eroi:
Lasciate libero il passo, profani!”.


Tu, avorio, io, ombra, se abbiamo passato la notte, se abbiamo ancora voce, lo dobbiamo anche a lui. Di queste persone avevamo bisogno - forse anche delle loro maschere, di un Orfeo che sottomette il Caos al canto - un bisogno disperato.
Ma lui è scomparso proprio dopo l’ultimo trionfo, nell’anno palindromo.
Se muore giovane chi è caro agli dei… E lui forse è morto che aveva l’età del Cristo.
E cristiano. E pagano. Proprio così.

(tratto da Il Dittico di Aosta)

Nota La prima foto in alto è di Pascal Radigue, la terza di Jorge Elías.

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