COME LA LUCE
Dai Macchiaioli allo Spazialismo_collezionando
a Varese
Ideazione
e cura di Debora Ferrari e Luca Traini
Castello di Masnago, Via Cola di
Rienzo, Varese
Banca Generali Private, Piazzetta San Lorenzo, Varese
Banca Generali Private, Piazzetta San Lorenzo, Varese
Inaugurazione Domenica 14 luglio Ore
11.30
Cesare Maggi, Monte Rosa: Punta Dufour
Una mostra e un libro nascono dalla catalogazione
di due anni con collezioni private varesine da parte dei curatori. Le opere
coprono un periodo tra XIX e XX secolo e tra queste il trait d’union è
l’evoluzione della materia ‘luce’ nelle opere pittoriche e il gusto borghese
per la piccola scultura a cavallo fra Otto e Novecento, senza dimenticare
eleganti suppellettili quotidiane come servizi di porcellana e vasi a firma di
noti artisti e designer di un secolo fa. Ciò che il pubblico può raccogliere è
uno spaccato di senso privato del possedere la bellezza. Ma il pregio di questa
operazione resa pubblica, grazie all’appassionata condiscendenza dei
proprietari delle opere, è il poter riconsegnare alla storia dell’arte opere
occultate ai più per oltre cinquant’anni perché parti della
vita di casa dei collezionisti, pezzi pregevoli e unici, pezzi rari e opere
attribuite da riconfermare, tutte facenti parte del processo del collezionare
che oggi assume regole e leggi nuove nel diritto dell’arte e nel senso civico
di appartenenza alla nostra società contemporanea.
Achille Funi, Cleopatra
Ne escono
scoperte e riscoperte, riflessioni nuove innestate sulle antiche dove si era
fermato il tempo, possibilità per addetti ai lavori e non di accedere a un
patrimonio personale, qui condiviso grazie anche all’amministrazione del Comune
di Varese e alla sinergia di enti e partner, Banca Generali Private in
primis che da sempre ha tra le sue mission quella della valorizzazione del
patrimonio artistico e culturale.
Giorgio de Chirico, Cavallo orientale sulla spiaggia
Fattori,
Lega, De Nittis, Boldini, Zandomeneghi, Albertini, Tommasi, Miti Zanetti,
Maggi, Pellini, Sironi, Funi, Lilloni, Spilimbergo, Ligabue, Casarotti,
Pellini, De Chirico, Crippa, Melotti, Fontana, sono alcuni dei nomi
importanti presenti, che si completano con la presenza e le opere di tre
artisti contemporanei quali Samuele Arcangoli, Vittorio D’Ambros, Stella
Ranza, e di due fotografi d’arte come Roberto Molinari e Raffaella
Grandi.
Roberto Crippa, Sole rosso
La mostra è corredata dal catalogo edito da TraRari TIPI con interessanti testi e contributi di Debora Ferrari, Luca Traini, Stefania Barile, Tiziana Zanetti.
Banca Generali si presenta nella sua nuova
‘casa’ varesina nel capoluogo e per due mesi, il periodo della mostra al
Castello di Masnago, ospita per chi vorrà visitarla, non solo i clienti,
quadri, sculture e fotografie legate alla mostra, come una vetrina nel cuore
della città per invitare a passare al Castello.
Ludovico Tommasi, Pini all'Ardenza
Durante la conferenza stampa nella sede, il 13 luglio alle 11.30, alla presenza del District Manager di Banca Generali Private Guido
Stancanelli, del Direttore dei Musei Civici Daniele Cassinelli e del Sindaco Davide Galimberti, i
curatori e gli artisti spiegheranno la mostra e gli eventi che animeranno le
sale del Castello fino a settembre.
Lucio Fontana, Nudo femminile allo specchio
Tra i partner di progetto anche Atelier
Pellini di Milano e Casa Fontana a Comabbio che aprirà su
prenotazione al pubblico appositamente per il progetto il 7 settembre, data di
ricorrenza della morte di Fontana avvenuta nel 1968.
Eugenio Pellini, Il minatore
La mostra è
organizzata da E-Ludo Lab con Musea Trarari TIPI e ha il patrocinio del
Comune di Varese e dei Musei Civici Varesini.
Tra i partner
che collaborano al progetto segnaliamo anche:
SIFFRA Farmaceutici, JOY CYCLINSIDE, FLAI GRAPHIC
DESIGN, LOGANDSHIP Varese.
Foto (tranne quelle nel manifesto, il catalogo e il disegno di Fontana) di Guido Paolo Rubino.
APPUNTI DI VIAGGIO
FINISSAGE Conferenza Collezionismo, mecenatismo e diritto dell'arte
FINISSAGE Conferenza Collezionismo, mecenatismo e diritto dell'arte
“Collezionare arte è un’operazione complessa e affascinante sotto il
profilo culturale, intellettuale, sociale e non meno giuridico: il bene in
questione non è un bene qualunque pertanto le regole che lo disciplinano sono
peculiari e specifiche in un delicato equilibrio tra pubblico e privato”.
Così scrive Tiziana Zanetti, esperta in diritto del
patrimonio culturale, che sarà relatrice con i curatori Debora Ferrari e Luca
Traini, la critica d’arte Stefania Barile e Stefano Vittorini, che cura le
eredità culturali dello scrittore Elio Vittorini e degli scultori Eros ed
Eugenio Pellini, in particolare l’atelier in Milano di questi ultimi, che data più di un secolo.
A Varese,
Castello di Masnago, domenica 8 settembre ore 15.
In foto:
immagini della mostra (al centro l’inaugurazione col sindaco Galimberti), tre
quadri esposti (Monte Rosa di Maggi, Cleopatra di Funi, Cavallo orientale di De Chirico), tre libri curati
dai relatori (Arte e legalità, San Paolo Edizioni, da Tiziana Zanetti; Come
la luce, TraRari TIPI, da Debora Ferrari e Luca Traini; Mutazioni:da De
Chirico a De Maria, Mazzotta, da Debora Ferrari e Stefania Barile).
APERTURA STRAORDINARIA DELLA CASA DI LUCIO FONTANA A COMABBIO
SABATO 7 SETTEMBRE
Rimasta intatta come 50 anni fa, come se l’artista fosse appena uscito e stesse per rientrare dopo un viaggio nello spazio.
Un evento straordinario quello di sabato 7 settembre: la Casa-Atelier di Lucio Fontana di Comabbio (VA) viene aperta dai nipoti per permettere al pubblico della mostra COME LA LUCE di visitare in modo privato una dimora mantenuta con il rispetto e il carattere di chi l’aveva voluta così, Lucio con la moglie Teresita. Durante la visita che sarà possibile a poche persone per volta -una decina (alle 16 e alle 17)- Luca Traini farà dei momenti di reading letterario e poetico con testi di e su Fontana; Debora Ferrari, coi nipoti Matteo e Marta Vailati, guiderà i racconti dentro le stanze finemente arredate da mobili di design e da armadi e dispense disegnate e fatte realizzare dallo stesso Fontana. Lucio Fontana e lo Spazialismo hanno generato movimenti e correnti che dopo la sua morte hanno continuato la riflessione su spazio-tempo-materia per alcuni decenni con grandi nomi.
Per prenotarsi scrivere a culturalbrokers@gmail.com
I Contemporanei: le tavole di Samuele Arcangioli, gli acciai ossidati di Vittorio D’Ambros,
le ceramiche di Stella Ranza nel Segno di Lucio Fontana
Se Fontana non fece in tempo ad assistere al primo allunaggio, Samuele Arcangioli, Vittorio D’Ambros e Stella Ranza (il cui nonno, Riccardo Crippa, industriale fondatore di Caffè Hag e pittore, fu proprio il mecenate del rinnovamento estetico di Lucio) hanno vissuto l’epoca delle stazioni spaziali e vivono il trionfo dell’immaterialità nell’era di internet – nel caso di Arcangioli, poi, si dedicano anche alla nuova arte ispirata ai videogame, la Game Art di Neoludica – e in questo nuovo contesto hanno affrontato con grande originalità, ognuno col proprio bagaglio di strumenti e forme, l’esperienza imprescindibile del fondatore dello Spazialismo. La radiazione di fondo di un grande artista non è gelida, mantiene costante il suo calore dando il giusto grado di cottura alle ceramiche di Stella, l’opportuna misura del fuoco per le saldature dei metalli di Vittorio, il tepore per le radici e l’incandescenza per le tavole di Samuele.
Parigi, la Seine, Versailles: i Macchiaioli a colloquio con l’ Impressionismo (De Nittis e Boldini)
Commento musicale: Germaine Tailleferre, Concertino per arpa e orchestra
Come per Venezia, il filo conduttore è liquido e gioca col cielo – la pioggia nel passaggio cinematografico dallo studio per Place des Pyramides alla Donna con ombrello di Giuseppe De Nittis – e col rigoglio floreale della statua immersa nel giardino di Versailles e le acque della Senna solcate dai canottieri dei paesaggi di Giovanni Boldini, futuro astro della Belle Époque.
“Une œuvre d'art est un coin de la création vu à travers un tempérament”(Émile Zola).
Nuovo abito morale, nuova moda dai colori sobri (soprattutto maschile) e un persistente baricentro per i protagonisti dell’arte della prima Età Contemporanea, Parigi, fino alla seconda guerra mondiale.
E la Ville Lumière resta un obiettivo privilegiato per gli artisti di uno Stato Italiano sentito allo stesso tempo troppo giovane ma anche troppo gravato da una grande - e pesante - eredità del passato.
Venezia: Interni, Riflessi, Notturni
La visita di Zandomeneghi apre al passaggio dallo stato solido a quello liquido della Laguna di Guglielmo Ciardi: presenze umane emergono dalla simbiosi di acqua e cielo. In cerca di un approdo: l’ombra o il sole in un angolo del Mercato di Rubens Santoro. Per tornare al grande connubio Notturno degli elementi – la luce ha un’origine oscura – nella tela di Miti Zanetti.
Una Venezia che rinasce, riaffiora lentamente insieme al giovane Stato italiano, dopo l’eroico sussulto risorgimentale, e, a cavallo fra ‘800 e ‘900, torna protagonista nel campo dell’arte. Grazie alla Biennale, nata da una delibera comunale del 1893 fortemente voluta dal sindaco progressista e poeta Riccardo Selvatico:
“E mi sul molo pensieroso intanto
che vado tormentandome a dar viva
tuta la poesia
de quel’incanto”.
I Macchiaioli e il ritorno alla natura
Commento musicale: Alfredo Catalani, Contemplazione
Vedere con occhi nuovi la luce qui e ora, mentre dà vita alle forme come simbiosi di macchie di colore e chiaroscuri, è una ricerca del vero e quindi una riflessione sulla storia. Sui nuovi protagonisti,borghesi e proletari (in particolare contadini) fermati nell’attimo del loro rapporto con l’oggettiva presenza nella natura. Lavoro, riflessione e contemplazione come espressione dell’intensità delle relazioni umane al loro interno e nella loro interiorità così come – e questo è il retaggio romantico – della loro assenza nell’evocazione dei fenomeni naturali.
La Carovana di Telemaco Signorini è un inno alla forza del lavoro come la grazia delle Contadine di Angiolo Tommasi. Il Paesaggio autunnale dello stesso Signorini trapassa nell’estate dei Pini all’Ardenza di Ludovico Tommasi e dalle ombre degli stessi prende forma La donna che legge di Silvestro Lega. Riflessione assorta, allusiva, presente e allo stesso tempo assente come il Paesaggio fluviale e la Marina di Fattori.
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