domenica 2 ottobre 2016

PINA TRAINI Le Donne, la Storia

Commento musicale Barbara Strozzi, Miei pensieri


Sessant’anni di quadri di un’artista che ha fatto della donna il proprio manifesto pittorico dal 1956, data della sua prima mostra.
Dagli esordi contraddistinti da una pittura forte e aggressiva, dal segno marcato e denso come nella lezione di Guttuso e che caratterizza tavole e tele dei primi due decenni nella sua terra d’origine, le Marche (dov’è nata nel 1935, a Ponzano di Fermo), alle opere più liriche e vicine alla pittura di Remo Brindisi, che conosce e frequenta, tipiche della sua produzione lombarda (risiede a Varese dal 1978). Fino alle sperimentazioni degli ultimi anni.
Protagonista incontrastata: la figura femminile. Dagli anni cinquanta a oggi si può dire, infatti, che Pina Traini abbia coerentemente continuato a scolpire su tele e tavole un unico grande monumento alla donna.



Pina Traini, Gli indifferenti (anni '60)

LE PAGINE E ALTRE DONNE

Mostra personale di PINA TRAINI


Con la collaborazione del Comune di Varese

Spazio delle Temporanee di Villa Baragiola
Varese, Via Caracciolo 46
Dal 5 al 23 Ottobre 2016

Inaugurazione Mercoledì 5 Ottobre alle 16.30

Pina Traini, Conversazione (anni '70)

Orari: da martedì a venerdì 15.30-17.30
Sabato e domenica 10.30-12.30, 15.30-18.30
Ingresso libero
Info: culturalbrokers@gmail.com

Pina Traini, Candore di garza (1985)

Non a caso, "SOLO DONNE", è stato il titolo della mostra che ha tenuto l’anno scorso a LaFeltrinelli di Varese. Ma, terminata proprio quest’ultima esposizione, Pina Traini ha nuovamente rinnovato la sua arte sulla spinta dei drammatici eventi internazionali, cercando nella storia e nelle sue protagoniste un contraltare agli oscurantismi di ritorno. Un approfondimento che si è tradotto in termini e forme originali sia rispetto alla sua precedente produzione che al panorama artistico contemporaneo. Alla consueta pittura a olio con spatola (mai il pennello) si è aggiunta una ripresa del collage, che aveva fatto  comparsa in alcune opere degli anni ’60, e alla tela si è sostituita la tavola. Inoltre gamma e tonalità dei colori si sono fatte più varie e vivaci. Il risultato è una fantasmagorica, drammatica, ironica rievocazione del passato vestita con abiti sgargianti che tendono al pop. Protagoniste di queste tavole, spesso dipinte anche sul retro: Ipazia d’Alessandria, Stamira di Ancona, Christine de Pizan, Giovanna d’Arco, Gaspara Stampa e Artemisia Gentileschi.

Pina Traini, Stamira di Ancona, 2016, fronte e retro


Fra storia e leggenda Stamira (XII sec.), la protagonista della difesa di Ancona contro il Barbarossa, è la prima a prendere forma. Marchigiana come l’artista, diversamente dalla vulgata storica non muore, ma spegne serena la fiaccola nell’Adriatico dopo aver fatto esplodere la botte piena di resina e pece che ha distrutto le macchine da assedio degli imperiali. Il duomo di san Ciriaco, intatto, e le fiamme che sconvolgono gli assedianti fanno da sfondo al mesto, momentaneo trionfo di un gruppo di donne in riva al mare. Una pausa di respiro, come le letture dipinte in volumi variopinti che un’aquila cerca di ghermire sul retro della tavola: da un rotolo manoscritto del Machiavelli al testo del cronista dell’evento, Buoncompagno da Signa, ai libri del suo traduttore, Ludovico Antonio Muratori.


Pina Traini , Ipazia (2016)


Di fronte alle recrudescenze del fanatismo religioso e ispirata dal libro di Gemma Beretta “Ipazia d’Alessandria”, Pina Traini dedica un commosso omaggio al martirio della grande matematica e filosofa greco-egizia. Sotto un cielo stellato memore dei mosaici di Galla Placidia, Ipazia insegna in pubblico sedendo su un trono di rovine classiche. Queste testimoniano sia la distruzione dell’arte “pagana” istigata dal patriarca Teofilo, sia il destino della donna, che verrà fatta a pezzi da cristiani integralisti ispirati dal suo successore, il patriarca Cirillo, qui rappresentato sul punto di pugnalarla alle spalle. Sopra la croce della mitra  vescovile è dipinta anche una mezzaluna con stella, riferimento a un altro integralismo, quello attuale di matrice islamica. Indifferente e monumentale - lo sguardo assorto nell’astrolabio, il corpo rigoglioso che traspare da un velo sottilissimo - non degna di uno sguardo l’omicida: è già oltre, è simbolo concreto, è oggi.

Allo Spazio delle Temporanee di Villa Baragiola potranno essere ammirati questi nuovi ritratti insieme a una scelta di opere, finora inedite, di ogni decennio di lavoro dell’artista.
La mostra è curata da Luca Traini e Debora Ferrari.


Il catalogo è edito da Trarari Tipi.
Le fotografie qui presenti come quelle in catalogo e in mostra sono di Roberto Molinari.
In alto: Pina Traini, Artemisia Gentileschi (2016)

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