Commento musicale Barbara Strozzi, Miei pensieri
Dagli
esordi contraddistinti da una pittura forte e aggressiva, dal segno marcato e
denso come nella lezione di Guttuso e che caratterizza tavole e tele dei primi due decenni nella sua terra
d’origine, le Marche (dov’è nata nel 1935, a Ponzano di Fermo), alle opere più
liriche e vicine alla pittura di Remo Brindisi, che conosce e frequenta,
tipiche della sua produzione lombarda (risiede a Varese dal 1978). Fino alle
sperimentazioni degli ultimi anni.
Protagonista incontrastata: la figura femminile. Dagli
anni cinquanta a oggi si può dire, infatti, che Pina Traini abbia coerentemente
continuato a scolpire su tele e tavole un unico grande monumento alla donna.
Pina Traini, Gli indifferenti (anni '60)
LE PAGINE E ALTRE DONNE
Mostra personale di PINA TRAINI
Con la collaborazione del Comune di Varese
Spazio delle Temporanee di Villa Baragiola
Varese, Via Caracciolo 46
Dal 5 al 23 Ottobre 2016
Inaugurazione Mercoledì 5 Ottobre alle 16.30
Pina Traini, Conversazione (anni '70)
Orari: da martedì a venerdì 15.30-17.30
Sabato e domenica 10.30-12.30,
15.30-18.30
Ingresso libero
Info:
culturalbrokers@gmail.com
Pina Traini, Candore di garza (1985)
Non
a caso, "SOLO DONNE", è stato il titolo della mostra che ha tenuto l’anno
scorso a LaFeltrinelli di Varese. Ma, terminata proprio quest’ultima
esposizione, Pina Traini ha nuovamente rinnovato la sua arte sulla spinta dei
drammatici eventi internazionali, cercando nella storia e nelle sue
protagoniste un contraltare agli oscurantismi di ritorno. Un approfondimento che
si è tradotto in termini e forme originali sia rispetto alla sua precedente
produzione che al panorama artistico contemporaneo. Alla consueta pittura a
olio con spatola (mai il pennello) si è aggiunta una ripresa del collage, che
aveva fatto comparsa in alcune opere
degli anni ’60, e alla tela si è sostituita la tavola. Inoltre gamma e tonalità
dei colori si sono fatte più varie e vivaci. Il risultato è una fantasmagorica,
drammatica, ironica rievocazione del passato vestita con abiti sgargianti che
tendono al pop. Protagoniste di queste tavole, spesso dipinte anche sul retro:
Ipazia d’Alessandria, Stamira di Ancona, Christine de Pizan, Giovanna d’Arco,
Gaspara Stampa e Artemisia Gentileschi.
Pina Traini, Stamira di Ancona, 2016, fronte e retro
Pina Traini , Ipazia (2016)
Fra storia e leggenda Stamira (XII sec.), la protagonista della difesa di
Ancona contro il Barbarossa, è la prima a prendere forma. Marchigiana come
l’artista, diversamente dalla vulgata storica non muore, ma spegne serena la
fiaccola nell’Adriatico dopo aver fatto esplodere la botte piena di resina e
pece che ha distrutto le macchine da assedio degli imperiali. Il duomo di san
Ciriaco, intatto, e le fiamme che sconvolgono gli assedianti fanno da sfondo al
mesto, momentaneo trionfo di un gruppo di donne in riva al mare. Una pausa di
respiro, come le letture dipinte in volumi variopinti che un’aquila cerca di
ghermire sul retro della tavola: da un rotolo manoscritto del Machiavelli al
testo del cronista dell’evento, Buoncompagno da Signa, ai libri del suo
traduttore, Ludovico Antonio Muratori.
Pina Traini , Ipazia (2016)
Di fronte alle
recrudescenze del fanatismo religioso e ispirata dal libro di Gemma Beretta
“Ipazia d’Alessandria”, Pina Traini dedica un commosso omaggio al martirio
della grande matematica e filosofa greco-egizia. Sotto un cielo stellato memore
dei mosaici di Galla Placidia, Ipazia insegna in pubblico sedendo su un trono
di rovine classiche. Queste testimoniano sia la distruzione dell’arte “pagana”
istigata dal patriarca Teofilo, sia il destino della donna, che verrà fatta a
pezzi da cristiani integralisti ispirati dal suo successore, il patriarca
Cirillo, qui rappresentato sul punto di pugnalarla alle spalle. Sopra la croce
della mitra vescovile è dipinta anche
una mezzaluna con stella, riferimento a un altro integralismo, quello attuale
di matrice islamica. Indifferente e monumentale - lo sguardo assorto
nell’astrolabio, il corpo rigoglioso che traspare da un velo sottilissimo - non
degna di uno sguardo l’omicida: è già oltre, è simbolo concreto, è oggi.
Allo Spazio delle Temporanee di Villa Baragiola potranno essere ammirati questi nuovi ritratti insieme a una scelta di opere, finora inedite, di ogni decennio di lavoro dell’artista.
Le fotografie qui presenti come quelle in catalogo e in mostra sono di Roberto Molinari.
In alto: Pina Traini, Artemisia Gentileschi (2016)
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