Martedì avrò il grande piacere di essere intervistato da Storytime, la
webradio che va in onda su Radio Italia 5 e Radio Canale Italia dando voce ai professionisti, alle storie dal
territorio e al fare impresa spiegando l’amore per il proprio lavoro. L’intervista potrà essere
ascoltata fino a giovedì.
È un’occasione importante anche per rivisitare il curriculum vitae sul mio blog, che ha da poco superato 2.400.000 visualizzazioni.
È dal lontano 1986 che ho fatto dell’arte, in tutte le sue declinazioni, la ragione della mia vita. Originario di una regione, cresciuto in un’altra e poi vissuto in un’altra ancora, non ho mai sentito di appartenere a un posto più di un altro. Tanto legato alla mia Italia quanto poco italiano nelle scelte che mi hanno ispirato. Europeo e contento di esserlo come dell’eredità classica greco-latina approfondita con rigore e passione ma cosciente delle terribili ombre che ancora gravano sull’essere “occidentale”, che, proprio per amore e studio, cerco di evidenziare in ragione del futuro.
Poesia ,prosa, teatro (ho recuperato il mio Watteau
e sto ancora ripescando i frammenti dei miei Teatri di guerra come reazione ai recenti orrori)
e curatela d’arte sono sempre stati rivolti in primo luogo ai giovani.
Non si spiegherebbe altrimenti perché passare dalle mostre dedicate al
fotografo personale di Picasso André Villers
all’arte dei videogame portata alla Biennale di Venezia con Neoludica.
Ma i presupposti erano già nel mio romanzo d’arte Il Dittico di Aosta, dove
rievocavo i videogiochi poetici del IV secolo di Optaziano Porfirio.
La questione sta tutta nel prendere coscienza a 360° di passato e
presente senza timori reverenziali perché la lezione della storia dell’arte che
prediligo è quella del continuo stimolo a pensare, immaginare e realizzare
liberamente, con la propria testa, cosa ancor più difficile oggi travolti da una
temperie confusa di sollecitazioni e dati.
Il contemporaneo non ha bisogno di parole d’ordine,sempre superficiali, ma di suggerimenti per un ordine creativo possibile da mettere ogni volta in discussione. È una scommessa formidabile quella di mettere in connessione senza remore passato e presente in vista di un futuro migliore:io ci credo - e continuo a crederci - da quando divenni vicepresidente di un importante spazio culturale ad appena 20 anni. La "morte dell’arte", pianto di coccodrillo dei mediocri, non avrà mai il sigillo di nessuna anagrafe o censimento (parola di chi ci ha lavorato prima d’insegnare storia e filosofia).
L’aggiornamento continua
Luca Traini
Nessun commento:
Posta un commento