Tutta la storia che c’è in me sosta davanti al numero di una via che sembra sorgere direttamente dalla pietra. La sua spaccatura potrebbe riflettere quella del muro e il quadrato del numero cercare sostegno nell’architrave della porta.
Tu entri nel mondo fantastico della numerazione umana, in quella formidabile tensione a dare una misura a tutto quanto attraversiamo.
Dare un nome, accompagnare con numeri: le nostre vite diventano vie da percorrere.
La cifra è precisa, la cifra è profonda. Vicina a. Lontana da.
La cifra che cerchi segue e precede altri numeri da cui poi distrae, come una rivelazione.
La cifra giusta è gentile, si dissolve in una realtà che credi senza numeri e trovi.
La cifra può essere anche crudele, senza nome, assenza di parola, di simbiosi, Auschwitz.
La cifra che invece libera il passo verso la casa di chi ami è il dolce preludio a un incontro, si eclissa, lascia spazio a tutti i contenuti di quei respiri che sono le parole.
Trovare il numero giusto nell’abisso della matematica. La traccia, la vita, oltre il muro a protezione dell’infinito
(vedi anche lucatraini.blogspot.com/p/poesia)
Nessun commento:
Posta un commento