Il James Webb Telescope in orbita sulle note dei fratelli Herschel
Musica
e astronomia erano state sorelle dalla filosofia pitagorica alla rivoluzione
copernicana – un suono dal moto di ogni sfera celeste a comporre un’armonia universale,
pensiamo solo al Paradiso di Dante – poi
il clamore di continue scoperte (e condanne) era stato accompagnato dal
controcanto del silenzio notturno dell’osservazione e della riflessione di una
nuova scienza. Il padre di Galileo Galilei, Vincenzo, aveva riscoperto la
musica della Grecia antica e aperto il sipario al melodramma moderno (ne
abbiamo già parlato nei Dispacci Musicali), ma questa opera lirica era stata
solo un’ouverture ai capolavori (e al dramma) del figlio.
Occorreva la scoperta di un nuovo pianeta perché le note del pentagramma - 7 come i corpi celesti dell’antico sistema solare - componessero una nuova musica grazie a due musicisti diventati astronomi: William e Caroline Herschel. Compositore il primo, soprano lirico la seconda. Come un grande metronomo il loro rivoluzionario telescopio: lui osserva, lei prende nota. William scopre Urano nel 1781 scambiandolo per una cometa. Caroline resterà esperta in fatto di comete. Nel 1834 il pittore architetto Schinkel (e abbiano scritto anche di lui) non potrà che dipingere la divinità in una sfera con la danza delle stelle come satelliti (Oberon e Titania, sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, realtà cosmiche osservate in primis sempre dagli Herschel nel 1787).
Nel frattempo il duo era diventato trio con l’aggiunta del figlio di William,
John, indagatore del cosmo con nuovi strumenti quali la fotografia (che deve a
lui il nome). Tutti e tre membri della Royal Astronomical Society, di cui William fu il primo presidente e
Caroline la prima donna a riceverne la medaglia d’oro (1828) e a diventare
socia onoraria nel 1835, insieme alla matematica scozzese Mary Somerville.
A Neoludica non poteva sfuggire il fatto che anche
un classico dei videogame, Mass Effect, ha dedicato un intero sistema solare agli Herschel. Protagonisti anche nella
nuova frontiera dei telescopi spaziali. Nel 2009 è stato mandato in orbita l’Herschel Space Observatory, attivo nella ricerca nell’infrarosso fino al 2013 (e i raggi
infrarossi erano stati proprio scoperti da William nel 1800).
Il suo successore è il James Webb Space Telescope di cui ho seguito con entusiasmo il lancio in questi giorni.
Colonna sonora:
l’Allegro Assai della Sinfonia 14 di William
o il Solfeggio di Caroline
trascritto per organo e flauto da Veniamin Vityazev, professore di
Astrometrica all’Università di San Pietroburgo.
Il brano che segue è parte del mio frammento teatrale Definizioni di cosmo, di cui la poesia Definizioni di “cosmo”: allunaggio (Riemergendo da un Taglio di Lucio Fontana) è il prologo.
William
Vedi,
Caroline, se ti destreggi nel mare di note di uno spartito hai un occhio già esperto
per individuare le piccole sfere dell’infinito pentagramma del cielo.
Caroline
E
nelle grandi pause di silenzio della notte le comete non sembrano, caro
fratello, non sembrano forse scale musicali su cui innestare il ritmo di questa
sinfonia celeste?
William
Pare
proprio di sì, mia cara, e in fatto di sinfonie ho una certa esperienza. Da
quella che sembrava una cometa è scaturito l’accordo su un nuovo pianeta.
Galileo aveva scoperto che Saturno era un Do nella scala celeste e ora abbiamo
il Re che lo segue.
Caroline
(Intona “Thou
tun'st this World below” dall’Ode to St. Cecilia di Henry Purcell)
“O tu che fai vibrare in
sintonia
Il mondo in basso con le
stelle in cielo,
Che nella ronda celeste
hanno moto
E risuonano della loro
musica”.
William
Sorella
mia, tu canti divinamente una perfezione che non c’è più mentre ne cerchiamo un’altra
che forse non esiste. Ma non fosse per questa continua ricerca di armonia da
qualche parte, anche a una lontananza siderale, in questa notte infinitamente
più ricca di stelle che le candele in una cena di gala, non staremmo qui a
rischiare il torcicollo ogni sera.
Caroline
Voglio scrivere un solfeggio anche per le nostre comete. Le loro orbite planeranno dolcemente nelle gabbie dei pentagrammi. La musica e il canto renderanno nuovamente liberi questi nostri cari fantasmi per farli salire ancora una volta al cielo.