sabato 3 aprile 2021

AMORI LONTANI?

 Guglielmo d'Aquitania e Beatrice di Dia

Nei sogni di ragazzo c’era l’incontro dei miei trovatori preferiti: Guglielmo, duca d’Aquitania, e Beatrice, contessa di Dia.  E un grande amore superava come niente cento anni di distanza. Meglio, come il “nulla” della canzone di Guglielmo, che inventava così, con questa noncuranza, mille anni di poesia in volgare. In quella Provenza dove tutto ti stordisce, dal calore del sole alla terra che sa di lavanda.

Gugliemo

“Una poesia farò di puro nulla:

non su di me né sopra gli altri,

neppur d’amore e di gioventù,

e di null’altro,

che anzi fu scritta mentre dormivo

sopra un cavallo.”

Il cavaliere dorme e sogna la sua bella. O la sogna ancora dopo essere stato con lei. Che a sua volta lo ricorda nel sogno a occhi aperti che ci unisce agli altri, la poesia.

Beatrice

“Bell’amico, gentile e valoroso,

Quando vi terrò in poter mio?

Giacere con voi almeno una sera

Per farvi dono d’un bacio d’amore!

Voi,invece che il marito,

A patto d’avermi giurato 

Di far tutto ciò ch’è in mio volere."

Ecco, nella poesia dell’amore avevano perso i loro titoli. Due esseri umani: tanto cercavo. Breve, fragile incanto.

Poi lo studio, com’è giusto, mi ha fatto riconoscere l’entità del privilegio e della convenzione. La mano che accarezzava, la stessa del macellaio: una spada per la crociata, una mannaia per il banchetto. La donna regina della luna alla luce del sole: semplice pedina di una politica matrimoniale.

E poi quello strano, misterioso rapporto – e era fu solo politica – con l’eresia dei Catari o Albigesi, così tormentata dalla castità nei più zelanti da eliminare il corpo con la morte volontaria per inedia (endura). Corpi sterminati comunque a inizio ‘200 – e con lo stesso zelo - per volontà della Chiesa di Roma e strategia della corte francese di Luigi IX, fatto santo anche per questo. Fine della musica.

Tutta questa ferocia, per quanto raffinata, mi ha reso esperto a non rimpiangere il passato. Ma l’emozione resta sempre viva ed è una lezione d’amore per il nostro presente, migliore e sempre da migliorare.

Per questo il duca armato di tutto punto per la prima crociata desidero sia cortesemente invitato da un musicista a spogliarsi delle armi e a danzare sul filo sospeso della storia fino alla sua amata. Paradiso terrestre o celeste, lo sceglieranno loro.

Io intanto frugo fra ricordi e carte vecchie di decenni e nel frammento rimasto di un mio dramma sui trovatori, forse l’unico, accenno così a loro probabile, impossibile dialogo:

Guglielmo

Cos’è che sogni, contessa, a cent’anni di distanza: il sogno dell’amore o la sua lontananza?

Beatrice

Sogno la vita che dà vita al sogno e vivo il sogno dell’amore: è quanto basta.

Luca Traini