giovedì 19 aprile 2018

NEOLUDICA Intervista al Museo del Novecento

Luca Baggio, concept artist, e Luca Traini, curatore d'arte, intervistati da Reteconomy Sky 512


In questa puntata i ragazzi della redazione Jedi sono alle prese con la Cultura. Capitanati da Enzo Argante invadono le sale del Museo del Novecento in piazza Duomo a Milano e, tra una tela di Fontana e una di Boccioni, senza dimenticare Pellizza da Volpedo, incontrano l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno. Tema dominante dell’incontro il rapporto fra  giovani cultura - che deve essere sempre proposta in modo da agevolare l'accessibilità anche attraverso i social, il digitale e i games.  In questo contesto si inserisce il videogioco: ce ne parla Luca Traini, filosofo e curatore d’arte di Neoludica Game Art Gallery, e Luca Baggio, concept artist e sviluppatore di videogame. Dall’Istituto Federico Caffè di Roma, altri Jedi-giornalisti ci raccontano il progetto dedicato agli studenti Valore Cultura del gruppo Generali.
In video-selfie le testimonianze di Lucia Sciacca, direttore comunicazione di GeneraliGiancarlo Fancel, presidente di GeneagricolaRosanna Purchia, sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli, Iole Siena, di ArthemisiaSergio Gaddi, di Racconti dell’ArteAndrea Erri, direttore del Teatro La Fenice di Venezia, Luca Berta Francesca Giubilei di Design.Ve. Chiude la puntata la consueta rubrica Exponential Times di David Orban della Singularity University.


Mi piace che la Neoludica sia presente con Luca Baggio proprio nel Museo del Novecento perché la game art, l’arte del videogame, è un’arte giovane e dinamica come le Forme Uniche nella Continuità dello Spazio di Boccioni - di cui abbiamo fatto fare, guarda caso,  una versione Assassin’s Creed quattro anni fa (1) - e naviga nella rete cavalcando l’onda di luce di Lucio Fontana (2) ed è chiara, comprensibile e per tutti come il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.
Luca Baggio è artista originale come concept artist, sviluppatore, youtuber e cosplayer ed  è presente nelle mostre di Neoludica Game Art Gallery  da diversi anni, in particolare negli omaggi che abbiamo dedicato a quello che ormai è un classico dei videogiochi, Assassin’s Creed, vera e propria arte di questo nuovo secolo, ricca di citazioni del nostro grande patrimonio artistico, in particolare del Rinascimento, con le sue avventure del secondo e terzo episodio della saga ambientate nella Firenze e nella Venezia della fine del ‘400 e nella Roma di inizio 1500, che vedono fra i protagonisti personaggi come Leonardo da Vinci e Niccolò Machiavelli. Ma quanto è bello giocare con loro, vestirsi come loro, da cosplayer, prima o dopo averli studiati!


Siamo multilevel: questo artisti, filosofi e scienziati l’hanno sempre saputo.
Navighiamo su Internet coscienti di una seconda navigazione platonica, di un salto di livello aristotelico dalla potenza all’atto, ai diversi livelli delle gerarchie celesti o dell’inferno dantesco, preda allo stesso tempo dell’eroico furore di Bruno e dei calcoli binari di Leibniz. I veli di Maya li strappiamo con piacere, senza nasconderci: lasciamo le stesse tracce di Derrida. Noi siamo fatti della stessa sostanza di un quadro fiammingo (olio), dell’inconsistenza prepotente di un film di Kulešov. Dietro la città ideale del Rinascimento vediamo prendere luce la Parigi di Daguerre, l’Esposizione Universale del 1889 con la Torre Eiffel, ripresa a volo d’aquila da Google Earth. Giochiamo a SimCity.
Siamo anche videoludici, anzi, NEOLUDICI perché l’arte è in gioco.



Lucio Fontana, Struttura al Neon per la IX Triennale di Milano, Museo del Novecento, Milano

“E’ vero che l’arte è eterna, ma fu sempre legata alla materia, mentre noi vogliamo che essa ne sia svincolata, e che attraverso lo spazio, possa durare un millennio, anche nella trasmissione di un minuto

Lucio FontanaManifesto del movimento spaziale per la televisione
Citato in Debora Ferrari, Luca Traini, Neoludica, Skira 2011: Connessioni remote, Schermo 10


Due opere di Luca Baggio

Risultati immagini per luca baggio neoludica
Steampunk Girl, esposta all'Hangar Bicocca per il Fuori Milan Games Week 2014 

Suicide Queen, per la mostra Assassin's Creed Origins
Lucca Comics and Games 2017 (RAI, tgcom24)
Artwork Live in lucatraini.blogspot.it/p/assassins-creed-art-revolution



Nota 1


L'opera di Stefano Mancini Fendente nella Rivoluzione_Omaggio a Boccioni (photo digital 3D) nella mostra Giocare con le forme_Assassini e avanguardie del '900 (Lucca Comics & Games 2014) che ha visto più di 80.000 presenze in quattro giorni: lucatraini.blogspot.it/2015/05/la-grande-mostra-di-lucca.

Nota 2


Il catalogo della mostra Viaggio nel segno di Fontana che ho curato con Debora Ferrari a Comabbio e ad Albissola Marina nel 2016:



lunedì 16 aprile 2018

IL MONASTERO DI CAIRATE



Più bella di un diamante questa lastra su cui lasciare la propria impronta, perché è una testimonianza trasparente, che commuove, del profondo amore di noi contemporanei. E’ la vita passata per quel sepolcro che ci rende più vivi. La suola delle nostre scarpe digitali diventa il riflesso di quello che resta della calzatura antica. E’ il segno del cammino della Storia da una villa rustica romana, una delle più antiche del Varesotto, al pellegrinaggio su questa terra di un monastero (fondato nel 737 per volere della nobile longobarda Manigunda, oggi forse fantasma), al prezioso e recente restauro della sua arte, ricca di quella commistione di elementi cristiani e pagani che ci piace contemplare e fare oggetto appassionato di studio.


La Sacra Scrittura nella sua nicchia nuda, essenziale. I putti della dea dell’amore che aprono il sipario sui nuovi scenari del sacro.

“Ma la forma l’immagine il sembiante
- d’angelo avrei detto in altri tempi –
risorto accanto a me”
                                                   Vittorio Sereni

La visione di San Rocco, all'improvviso, svela la piaga da rimarginare - un'epidemia? il fallimento del Quinto Concilio Lateranense? - e rappresenta sia la funzione taumaturgica del luogo sacro che la ferita mai rimarginata tra il fasto del culto e l’austerità della devozione.


 “Ubi concordia” è una parola d’ordine che svetta soprattutto nell’eleganza delle vele delle volte a crociera.


I putti sono diventati ormai gli angioletti del Divino Amore, di una finestra, come la porta evangelica, piccola e stretta. I forti chiaroscuri della Controriforma nel gioco dei colori del marmo, dove il nero s’ingentilisce in forme sinuose, piega la gabbia delle sue colonne, ma resta struttura salda, prigione, anche se gentile, del candore sensuale dei piccoli angeli: gesti e sguardi danno vita a un moto circolare, specchio dell’ovale rimasto vuoto. Mi piace lo scheletro di quei mattoni, la forza ordinata della struttura e il preciso lavoro dei muratori.




E poi c’è quell’Assunta in vortici di luce delicata, opera di Aurelio Luini,  folla esuberante di corpi, ambienti e colori venata della grazia leonardesca ereditata del padre. Dipinta quando aveva iniziato a pensar troppo, secondo l’Inquisizione, e s’era iscritto all’Accademia dei Facchini della Val Blenio. Affresco e Accademia hanno la stessa data di nascita: 1560. La distanza siderale, quella specie di caverna bianca fra il dito puntato dell’apostolo e la mandorla-nube della Madre di Dio. Cosa celava quella lontananza? Ne avrà parlato nei convegni segreti con gli altri eterodossi artisti-facchini? La musica a commento di quanto scrivo è di uno di loro, Giuseppe Caimo, organista in Duomo. Il titolo, allusivo, Parmi di star la notte in paradiso. Nel 1581 Carlo Borromeo avrebbe proibito al Luini la pittura per qualche anno: purgatorio.



Non c’è traccia di inferno nel monastero, il connubio sacro e profano continua per altre stanze, ma ormai non è più trapasso nel segno della conoscenza, resta come via di fuga, dettaglio nella parte alta del muro o cornice per la distrazione di un momento.


E’ il distacco che nei secoli ha portato queste mura a una lenta decadenza, quando si passava accanto all’Arco di Manigunda (1710) considerandolo alla stregua di un guardrail, lasciandolo in beata solitudine o parcheggiandovi accanto. Ora non è più così. La strada percorsa dai calzari romani, che in età longobarda ha iniziato a virare verso l’alto fino a perdersi nel cielo, è tornata sulla terra in forma di galleria d’arte: la mia dimensione del sacro.


Nota Bene Tutte le foto sono a cura dell'autore tranne l'ultima di Adelchi.

giovedì 12 aprile 2018

LA MENTE E' IN GIOCO


L’ALTO POTENZIALE COGNITIVO E LA PLUSDOTAZIONE
Intelligenza, talento e proposte didattiche
Teatro Santuccio, martedì 17 aprile 2018
Via Sacco 10, 21100 Varese
Orari: Laboratorio La mente in gioco ore 17.30 – 19.30
Convegno L’Alto Potenziale Cognitivo e la Plusdotazione ore 20.30-22.30
In collaborazione con
Labtalento Università di Pavia, Neoludica Game Art Gallery, MindRoom, Gulliver


Che cos’è l’Alto Potenziale Cognitivo? Che cosa è la Plusdotazione?
É possibile individuare e far conoscere il talento nelle nostre scuole?
Quali sono gli strumenti didattici e le buone pratiche messe a disposizione dalla legge italiana?
Cosa chiedono i ragazzi plusdotati e perché è importante realizzare i loro sogni? Essere genitori “ad alto potenziale” è una sfida che non si può perdere.
Queste alcune delle domande a cui il convegno sulla Plusdotazione darà delle risposte, con l’esperienza importante di chi vive e sperimenta queste situazioni per migliorare il benessere dei ragazzi.
I bambini ad alto potenziale cognitivo infatti rappresentano il 5 per cento della popolazione, hanno una grande memoria e una grande curiosità, ma a causa di alcune caratteristiche specifiche (sviluppo asincrono) non è infrequente che sperimentino situazioni di profondo disagio scolastico quali noia, ansia, disturbi psicosomatici, incapacità di adattarsi ai normali schemi didattici.


Questo è il motivo per cui è nata Feed Their Minds, la startup innovativa a vocazione sociale, incubata presso Speed Mi Up di Bocconi, che propone soluzioni didattiche ICT per questi ragazzi così dotati ma anche così sensibili.
Tra i promotori dell’evento figura anche il Labtalento dell’Università di Pavia, un laboratorio dedicato a bambini e ragazzi plusdotati, unico in Italia, perché riconosce la necessità di collaborazione con le scuole, per realizzare il successo formativo e lo sviluppo armonico della personalità di questi bambini.
Tra i relatori figurano la Prof. ssa Maria Assunta Zanetti, che dal 2010 ha fondato ed anima con la sua passione il Labtalento di Pavia, la Dott.ssa Raffaella Silbernagl, fondatrice di Feed Their Minds e genitore di un ragazzo plusdotato, Marco Tamburlini, vicepresidente di Aget - Italia, Associazione di genitori di ragazzi plusdotati. Moderatore sarà il prof Mario Manduzio  cofondatore di Feed Their Minds.
Tra gli ospiti, alcuni ragazzi plusdotati, il dott. Luigi Macchi, il prof. Rolando Bellini.


L’evento inizierà alle ore 17,30 con tre di laboratori per bambini e ragazzi dal titolo La mente in gioco. Mentezero e Mirco Ferrari proporranno animazioni con Scratch, selfie in 3D e il Progetto Arale mentre Neoludica Game Art Gallery di Debora Ferrari e Luca Traini, accompagnerà i genitori alla scoperta delle opportunità culturali della game art e del conscious gaming.
A seguire dalle 20.30 alle 22.30 si svolgerà il convegno gratuito destinato ai ragazzi, ai genitori e agli insegnanti.
Una giornata per divertirsi ma anche fare il punto sullo stato dell’arte, dedicata a tutti quei bambini e ragazzi che non vogliono sentirsi definire geni.
Per informazioni e prenotazione

mercoledì 4 aprile 2018

OBIETTIVO DESIGN


ABITO
TEXTURE
House Invaders e altre geometrie
Fotografie di Raffaella Grandi
dal 12 al 29 aprile 2018, La Feltrinelli, Corso Aldo Moro 3, Varese

Incontro con l’autrice e i curatori della Varese Design Week il 14 aprile ore 17.30

Courtesy Raffaella Grandi©

Una trentina di stampe, a colori e in bianco e nero, portano il visitatore nella mente poetica della fotografa Raffaella Grandi nello spazio de La Feltrinelli a Varese. Il suo rapporto con la luce, le forme, le linee, gli elementi corporei tanto quanto quelli architettonici, costituiscono una ‘texture’ su cui innestare i nostri pensieri del mondo, accoglierli o mutarli.
La fotografia per me è un'emozione - spiega Raffaella - le parole che non dico le esprimo con la fotografia, mi dà gioia, mi sento me stessa e vorrei raccontarmi attraverso di lei... per me è davvero tutto, è il mio mondo e io vorrei esserne parte. Sono abituata ad aver un progetto, un'idea iniziale in testa ma poi con la macchina fotografica davanti agli occhi scatto d'istinto, cercando di restituire quello che ho sentito. Ho sempre preferito le persone e le loro storie, ma mi piace accettare le sfide e cosi con il mio modo di sentire e vedere ho affrontato le linee, i colori e gli interni, le case e gli ambienti”.
Leggendo le sue parole capiamo tutta la portata poetica della sua visione, cristallina, limpida, precisa, capace di comporsi con rigore in modo naturale, proprio perché è il pensiero, l’occhio della mente a vedere con chiarezza prima dello scatto del diaframma. 

Courtesy Raffaella Grandi©

“Il fatto è che in queste fotografie qualcuno è appena passato o sta per entrare, scrive Luca Traini, ha scalato e forse non è mai sceso dalle architetture inquadrate. Semplicemente, si nasconde, ama nascondersi come lo studiato silenzio degli oggetti. Trama di luce come pelle in stato di riposo. Apparente”.
Per la mostra i curatori hanno scelto alcune fotografie da portfolio molto ampi e ricchi, scelte con l’idea di farle diventare dei paradigmi del concetto di design, arte, spazio, umanità, storia, aneddoto. “Abbiamo raccolto le immagini da serie come House Invaders, Il corpo sa tutto, Line e, Verticali, Ex Fabrica, Plano, Poggi, A&D Solution, On-Off -dice Debora Ferrari. Ci siamo stupiti e ci siamo emozionati guardando questi tagli così netti e così fedeli a una poetica che lascia vivere della propria luce la realtà ripresa, ci siamo trovati a vivere intensamente degli spazi, stupendoci di come li sentissimo nostri, anche se mai visti, appartenuti a un pensiero profondo, come quando ti risvegli da un sogno che ricordi con piacere”. Il design e le architetture, col racconto di Raffaella, diventano storia e racconto umano, ogni linea è traccia di una progettazione, anche quando non è geometrica ma parte del corpo. Si capisce come la ripresa da parte di Raffaella sia istintiva, lei ha un istinto preciso, analitico, puntuale, vede così il mondo. Con la sapienza dei grandi fotografi.
“Non ho un solo maestro fotografico - spiega - ma mi piacciono i fotografi che hanno un loro modo di vedere ed esprimere la loro fotografia da punti diversi, visioni diverse, la fotografia che sperimenta e che ha personalità”.
Per abitare con arte, per esistere, in queste foto.

Courtesy Raffaella Grandi©

Notizia
Raffaella Grandi è  una giovane fotografa che vive a Pavia.
Ha fatto workshop con la visual editor Elisabeth Biondi presso LO.FT locali fotografici, Lecce.
Consegue il Master di Reportage presso l’Accademia di fotografia John Kaverdash di Milano.
Workshop alla Fnac con docente Kent Kobersteen, Alexandra Boulat, Mimmo Jodice, Machiel Botman, Michael Ackerman. La mostra alla Feltrinelli di Varese per la Varese Design Week è la sua prima personale.

www.raffaellagrandi.com

Courtesy Raffaella Grandi©

Scheda mostra
Mostra in Feltrinelli, Varese, Corso Aldo Moro 3, dal 12 al 29.4.18 per la Varese Design Week, orari di negozio, ingresso libero
A cura di Debora Ferrari e Luca Traini
Fotografie di Raffaella Grandi ©
Brochure in Limited Edition TraRari TIPI edizioni
Impaginazione Flaigraphic   |   Stampa aprile 2018
www.culturalbrokers.blogspot.it
www.lucatraini.blogspot.it