Io e
Georg siamo fratelli dal 1986, quando incontrai il suo Teatro dopo il dramma di
Hölderlin ricomposto da Peter Weiss. Ho sempre amato questa Germania che
sfugge ai soliti schemi, materia sempre viva che sente lo strazio e si ribella
contro la condanna a uno “spirito” che la vuole schiacciare, anche quando
riveste le forme impeccabili della filosofia di Hegel. Poi, vicina e inquieta,
dentro e altra, la Francia. I drammi dello scrittore e medico, “La morte di
Danton”, “Leonce e Lena”, “Woyzeck” sempre al mio fianco da quando lui, morto a
ventitré anni, era di due più grande di me.
[…]
BÜCHNER
Le
scoperte della scienza hanno questo che le rende simili all’arte:
l’inevitabilità. E lo scienziato, come l’artista, è sopraffatto da questa
rivelazione. La sensazione è quella di un pezzo di legno alla deriva che sulla
schiuma del mare in tempesta viene ritrascinato a terra. Tutto è solido sotto i
piedi, ma che fine ha fatto Ulisse? È tornato ad Itaca. Il Barbo europeo
invece, il pesce di cui ho studiato il sistema nervoso, lo studio che ha
permesso a un rivoluzionario in esilio di trovare una cattedra a Zurigo, è
capace, anzi, adora nuotare controcorrente, risale cascate, lambisce rocce taglienti
e rive accidentate. Teme solo il freddo glaciale, come un governo tedesco
assoluto restaurato o falsamente riformato. Si può morire a 23 anni quando si sta
ancora imparando da pesci e anfibi?
[…]
WILHELMINE JAEGLÉ
Il
mio Georg è morto di tifo. Eravamo fidanzati da cinque anni, ho fatto di tutto
per raggiungerlo. Dovevano trovarmi per forza una compagna di viaggio per
arrivare qui da Strasburgo, maledette convenienze! Dovevo trovare dei medici,
degli scienziati come lui che mi dicessero di no: “Si faccia coraggio, non la
riconoscerà”. “No, no, mi riconoscerà” è stata la mia risposta. Chiara e forte
come la sua parola. E infatti mi ha riconosciuto, ha sentito la mia vicinanza,
ho portato pace su di lui. È spirato dolcemente e gli ho chiuso gli occhi con
un bacio.
[…]
GRANDUCA D’ASSIA
Georg
Büchner… il figlio del medico? Il rivoluzionario che studiava i pesci? Ah, è
morto? E quanti anni aveva? Era giovane. Ventitré? Un pesce piccolo. È morto a
Zurigo? Bene, la Svizzera è quella piccola boccia dove possiamo lasciarli
nuotare. Basta che ci restino, anche quando finiscono per galleggiare. Da noi è
contro natura che i pesci che devono restare muti parlino: neanche la sua tomba
voglio qui. Ho già i possidenti che disturbano il pagamento regolare dei miei
debiti. Cos’è che aveva scritto con quel prete che abbiamo torturato? Ah, è
morto anche lui? Suicida. Due problemi in meno. Cosa avevano scarabocchiato in quel
fogliaccio, Il messaggero dell’Assia? “Pace alla capanne! Guerra ai palazzi!”, già.
Poveri illusi, i contadini ci hanno consegnato uno per uno questi quattro
studentelli rabbiosi, perché non sanno leggere. Perché hanno, e devono avere
altri problemi. Altro che studiare: devono pagare anche loro i miei debiti! Vogliono
la pace per le loro capanne: questo è il prezzo. E se il Congresso di Vienna
avesse fatto riposare in pace anche i miei debiti - non ci vuole il pensiero di
quel prussiano, Hegel voglio dire, ho fatto anch’io l’università - non sarebbe
una pace perfetta? È tutta una questione di soldi. Chi prima ci arriva… Come
dice il Vangelo? I talenti stanno sottoterra. E i poveri li avremo sempre con
noi. Quando si dice che trono e altare devono parlare la stessa lingua. Se lo
tengano i repubblicani svizzeri questo cadavere di ateo che parlava ai pesci. La
sua moltiplicazione di pani non è prevista qui.
[…]
CORO DEGLI EDITORI
Un
dramma non finito
Tutti
i fogli in disordine
Pessima
la grafia
Pessimo
anche l’inchiostro
E
poi il protagonista
Pezzente,
delinquente
Woyzeck…
Wozzeck… che nome
Roba
che non si vende
[…]
CORO DEI VINCITORI DEL PREMIO BUCHNER
Quel
Barbo sott’acqua, controcorrente
Nuota
finché la scrittura riaffiora
Un
secolo dopo, come il coltello
Di
Woyzeck, della vittima omicida
Del pesce
più piccolo, la sua donna,
Tutti
e due proprietà del Granduca.
Su,
pesci fuor d’acqua, bisturi e inchiostro:
Sarà sempre ora di incidere, scrivere!
da Teatri di guerra (Ideazione 1999, Frammenti scelti)
EPISODIO I Agatarco di
Samo ad Atene: questione di prospettive
https://lucatraini.blogspot.com/2019/12/teatri-di-guerra-1-agatarco-di-samo-ad.html
EPISODIO II Ambivio
Turpione: commedie?
https://lucatraini.blogspot.com/2020/02/teatri-di-guerra-2-ambivio-turpione.html
EPISODIO III Rosvita di
Gandersheim: avanguardia in clausura
https://lucatraini.blogspot.com/2020/04/teatri-di-guerra-3-rosvita-di.html
EPISODIO IV Albertino
Mussato e Dante Alighieri: teatro horror per virtù civiche
https://lucatraini.blogspot.com/2020/06/teatri-di-guerra-4-albertino-mussato-e.html
EPISODIO V Poliziano e
Botticelli: componimento di Orfeo, crepuscolo dell’Umanesimo (1494)
https://lucatraini.blogspot.com/2020/08/teatri-di-guerra-5-poliziano-e.html
EPISODIO VI Pietro
Metastasio: Arcadia al potere
https://lucatraini.blogspot.com/2020/10/teatri-di-guerra-6-pietro-metastasio.html
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