Ovvero quando la politica non finisce ma
inizia in canzone. Quando l’ideologia del dispotismo illuminato prende forma e
si distende in arie: dalla corte degli Asburgo, passando per Haydn e Mozart,
fino al Sanremo di una volta. Un amore critico nato nei primi anni di
università. Prima le parole e poi la musica, questo il suo programma, la sua
utopia in versi che erano già musica (e lo sono ancora). Una breve pausa durata
l’arco della sua tirannia gentile, falsariga di una finzione di teatro greco
mai tragedia, con l’Arcadia dei finti re pastori al posto della democratica
Atene. Lieto fine sempre, ma definitivo ancora prima della morte dell’autore
(con Vittorio Alfieri che, dietro le quinte, lo fissa in tralice mentre si
genuflette all’imperatrice Maria Teresa). Nel mio dramma I re pastori c’è
un dialogo fra la sovrana, il ministro Kaunitz e il Nostro, poeta cesareo a
Vienna dal 1729 al 1782.
Buio. Dei servitori in livrea entrano in scena e accendono dei candelieri.
La luce man mano illumina la presenza dei tre personaggi immobili come statue
che prendono vita. L’inizio dell’aria “Aer tranquillo e dì sereni” da “Il re
pastore” di Metastasio nella versione di Mozart accompagna i loro gesti.
Poi la musica svanisce e i servitori escono.
Kaunitz
La grazia dei versi che Metastasio
elargisce ai suoi compositori e quindi al pubblico sta alla grazia che voi
concedete ai vostri sudditi. È un’equazione degna di Leibniz, non trovate,
maestà? Che le riforme siano reali anche nel senso di sovrane, una concessione
e non un diritto come sembrano sostenere certi francesi. Ma, si sa, in quanto
all’opera e anche alla musica in Francia sono rimasti piuttosto indietro.
Maria Teresa
Lo dico spesso a mia figlia Maria
Antonietta che devono trovare anche un compositore come si deve. Ma il re suo
marito sembra più interessato agli orologi. Quelli si fermano e li si può
ricaricare, ma l’orologio della storia non si ferma mai. Dovrebbe appassionarsi
ai metronomi. Ricorda quando le spedimmo il nostro migliore musicista, il
signor Gluck?
Kaunitz
Lo ricordo bene: era il 1774 ed erano
ancora principi. E la principessa era particolarmente contenta di rivedere il
suo vecchio maestro di musica. Si impegnò non poco per l’allestimento di una
sua opera e, se non sbaglio, fu presente tutta la famiglia reale al successo
della rappresentazione. Una prima.
Maria Teresa
Peccato sia stata l’ultima di Luigi XV.
Caso vuole che di lì a qualche giorno il re sia finito preda del vaiolo durante
una partita di caccia.
Kaunitz
E’ vero: morì pochi giorni dopo. Però
vostra figlia divenne regina. E… Perdonatemi, maestà, non ricordo il titolo
dell’opera.
Maria Teresa
Ifigenia in Aulide.
Kaunitz
Ah.
Maria Teresa
Già. Il sacrificio della figlia di un re, che solo i trucchi della poesia e del teatro hanno saputo rendere meno orrendo. Mi chiedo se non sarebbe stato meglio allestire un’altra messinscena con i tempi che corrono. Lei che ne dice, poeta?
Metastasio
Io, maestà, avrei scelto Le
cinesi. Lo stesso Gluck, se ricordate, le aveva messe in musica nel ’54. E’
vero che erano passati vent’anni, ma la moda per le cineserie non è mai
passata.
Maria Teresa
Mi chiedo perché non abbiamo insistito…
Un viaggio ai confini del mondo è un’ottima distrazione.
Kaunitz
O Il re pastore, meglio
ancora. Stesso compositore, stessa musica. E questa moda spero non passi mai.
Metastasio
“Sollevar gli oppressi,
Render felici i regni,
Coronar la virtù.
A fabbricarvi il trono
La mia fortuna impegno;
Ed a tanta virtù non manca un regno”.
Maria Teresa
Versi sublimi!
Kaunitz
E di meravigliosa utilità.
Maria Teresa
Ma questi francesi adesso si sono
intestarditi a volere sempre una prima.
Si bloccano come automi o le statue di prima. I servitori tornano in scena, questa volta senza musica, e spengono le luci con una fretta che contrasta col fare compassato dell’inizio.
Voce fuoriscena
Anche l’Arcadia aveva i suoi problemi. I
bravi pastori, forse cercando una pecora uscita dal gregge, avevano trovato chi
dice un teschio chi sostiene una tomba. La morte, con tutto quello che ne
consegue, era quindi già lì.
Buio.
da Teatri di guerra (Ideazione 1999, Frammenti scelti)
EPISODIO I Agatarco di
Samo ad Atene: questione di prospettive
https://lucatraini.blogspot.com/2019/12/teatri-di-guerra-1-agatarco-di-samo-ad.html
EPISODIO II Ambivio
Turpione: commedie?
https://lucatraini.blogspot.com/2020/02/teatri-di-guerra-2-ambivio-turpione.html
EPISODIO III Rosvita di
Gandersheim: avanguardia in clausura
https://lucatraini.blogspot.com/2020/04/teatri-di-guerra-3-rosvita-di.html
EPISODIO IV Albertino
Mussato e Dante Alighieri: teatro horror per virtù civiche
https://lucatraini.blogspot.com/2020/06/teatri-di-guerra-4-albertino-mussato-e.html
EPISODIO V Poliziano e
Botticelli: componimento di Orfeo, crepuscolo dell’Umanesimo (1494)
https://lucatraini.blogspot.com/2020/08/teatri-di-guerra-5-poliziano-e.html
EPISODIO VII Georg Bücher: teatro di scienza della rivoluzione
https://lucatraini.blogspot.com/2020/12/teatri-di-guerra-7-georg-buchner-teatro.html
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