Il nostro
aprirci sul mondo con le nuove tecnologie è sempre più a tempo (una
constatazione, non una sentenza senza appello): cronografie in progressiva
accelerazione da riportare sullo schermo di un iPhone, di un PC e, in ultima
analisi, su una antica tabula cerata o una vecchia lavagna - gli antenati del
tablet - dove scienza, filosofia e arte devono avere senza sosta a portata di
mano un cancellino per prevedere a priori o comprendere a posteriori
un’incalzante abitudine alla “meraviglia” che rischia di sminuire la
formidabile portata di questo termine.
Questo in
sintesi il contenuto dell’intervento che proporrò - in dialogo con Giulio Rossini, critico cinematografico e fondatore di Filmstudio 90 - sabato
18 maggio alle 15.30 nell’ambito del Festival della Meraviglia a Laveno-Mombello (di cui ho già scritto a proposito della Società Ceramica Italiana e del MIDeC), durante l’incontro Fabbriche dei sogni presso Villa De
Angeli Frua, sede del Municipio.
Infatti sulle sponde del Lago Maggiore nel weekend lungo del 17-18-19 maggio (ma mostre ed eventi proseguiranno fino al 2 giugno) si terrà la seconda edizione del Festival della Meraviglia. Un Festival che ha come fil rouge il “Dialogo” come mezzo per riflettere sul tema della Meraviglia. Nel corso dei tre giorni infatti, tanti professionisti noti ed emergenti si confronteranno “a-tu-per-tu” col pubblico, in un dialogo aperto, spontaneo e interdisciplinare, tra ecologia, imprenditoria, filosofia, scienza ed arte. “Perché la Meraviglia, lo stupore sia per il 'bello' che per il 'brutto', è alla base di una riflessione su come vogliamo vivere in questo mondo: sia tra di noi, sia insieme a tutti gli altri abitanti del pianeta, viventi e non viventi” sostiene Frank Raes, presidente dell'associazione Casanova che ha ideato il Festival e fondatore del Museum of Anthropocene Technology.
Alla meraviglia collegata alle nuove tecnologie avevo già dedicato buona parte del mio intervento Un problema di connessioni alla IULM di Milano del 2 ottobre del 2009, che ripropongo in quanto le sue tesi sono state riprese e approfondite - insieme a numerosi altri saggi, testi teatrali, poesie e racconti - nel mio libro La nostra civiltà è un sogno ad angolo retto di prossima pubblicazione per TraRari TIPI:
Il cammino scolpito più di 3.000.000 di anni fa nel deserto di Laetoli, in Tanzania (memoria di interazione fra viaggio di Australopithecus Afarensis, terra riarsa, cenere vulcanica e pioggia) porta fino in Patagonia, alle mani dipinte con lo sputo nella Cueva del las Manos durante l'ultima glaciazione. Il chopper dell'Homo Habilis prima di diventare mouse deve far premere le cinque dita contro una parete perché lì, dietro quella specie di schermo, c'è la presa di corrente della realtà: ciò che siamo soliti chiamare "meraviglia".
Ogni nuova interazione con la realtà suscita meraviglia. È la ricerca del contatto con realtà sempre nuove e perciò meravigliose che spinge a "navigare" con nuovi meravigliosi strumenti - il PC è solo l'ultimo della serie - per cercare di riprodurre su uno schermo (vuoi la pietra della Cueva, la Stele di Rosetta, un codice amanuense o le tv a polittico di Nam June Paik, i desktop), su uno specchio simbolico in termini di cifre, parole, immagini, l'interfaccia in continua metamorfosi del nostro mondo.
Il 25 maggio, inoltre, ci sarà una presentazione particolare: Atlante
delle architetture e dei paesaggi in provincia di Varese dal 1945 a oggi,
Silvana Editoriale, a cura di Luciano Crespi, con passeggiata a Laveno insieme
ad alcuni architetti per leggere le opere edificate nella cittadina lacustre.
Un libro con 200 luoghi censiti e capitoli dedicati alle grandi firme che esce
dagli stereotipi dei manuali di architettura per entrare, sempre con grande
scientificità, nell’ambito della valorizzazione territoriale, perché anche
capire dove abitiamo può a volte meravigliarci. I luoghi dell’arte e della
cultura e le schede relative sono stati curati da Debora Ferrari, con cui
organizzo mostre di arte contemporanea e dirigo NEOLUDICA Game Art Gallery dal
2008. Il mio nome figura nel testo fra i ringraziamenti per alcuni particolari
apporti.
Il meraviglioso è sempre bello, anzi, solo il meraviglioso è bello scriveva André Breton.
Lo riscopriremo nel meraviglioso contesto letterale e naturale del Lago Maggiore.