Tre artisti traditi, tre esili
VILLON: ESILIO DALL'ARTE
Détour: Meung
Prigioniero del Romanzo della Rosa, prigioniero delle sue spine
"Echo parlant quant bruyt on maine
Dessus riviere ou sus estan,
Qui beaulté ot trop plus qu'humaine"
"Eco parlante quando vaga
Un frastuono su fiume o stagno,
Che bellezza ebbe più che umana"
Ironia della storia, Villon viene arrestato e incarcerato a Meung-sur-Loire, la città di Jean, il poeta della parte più cruda del "Roman de la Rose", traduttore della "Consolazione della filosofia" di Boezio e dell'"Arte della guerra" di Vegezio.
Dessus riviere ou sus estan,
Qui beaulté ot trop plus qu'humaine"
"Eco parlante quando vaga
Un frastuono su fiume o stagno,
Che bellezza ebbe più che umana"
Ironia della storia, Villon viene arrestato e incarcerato a Meung-sur-Loire, la città di Jean, il poeta della parte più cruda del "Roman de la Rose", traduttore della "Consolazione della filosofia" di Boezio e dell'"Arte della guerra" di Vegezio.
Jean de Meung
Eccoti in catene proprio nella mia città
Dopo le rose eccoti le mie spine
Hai ucciso un prete?
Allora te lo sei cercato questo amore claustrale
Sei solo come un cane?
Ti do in pasto la mia traduzione della “Consolazione”
Abbaia Boezio
Forse chi ha fiuto capirà
Villon
Nessuna consolazione
Solo spine
Prigioniero sottoterra
Come una cattiva coscienza
Come parole che devono restare strozzate in gola
Meglio se in riva alla Loira
Meglio sotto
Come i pesci
Lascio la voce al barcaiolo al mercante al pescatore
A quel fesso di amante che trasporta sulle acque la sua bella
Se solo riesce a spiccicare qualcosa
[…]
Jean de Meung
Per i carcerieri e gli amanti
Ho tradotto in francese anche l’Arte Militare di Vegezio
Dopo aver militarizzato l’amore
Ho tradotto in robuste catene francesi anche lui
Villon
Uno che scrive d’amore traduce un testo di strategia militare
Siamo alle solite
Ma in galera mi sarebbe stato utile in entrambi i casi
Di giorno lo stratega
Per cercare una via di fuga
Di notte il teorico dell’amore
Perché in gattabuia ti resta solo quella
La teoria
Però in mezzo a tutto quell’orrore
Bisognava anche cercare di dormire.
[...]
[...]
[...]
Tratto da Villon
WATTEAU: ESILIO DALL'AMORE
Un passo falso
[...]
Watteau - Rivolto all’amante dipinto mentre tenta goffamente di baciare una
ragazza che lo respinge. Un passo falso
Un
passo falso
Non
dovevi
Non
dovevi
Giura
di non farlo mai più
L’amante ridicolo - Vi amo
Datemi
un bacio
La ragazza del rifiuto - Con disprezzo. Siete ridicolo
La mano sinistra della
ragazza del rifiuto - Poggiata a terra. Prenderò la terra
Gliela
sbatterò sul muso
Così
non mi vedrà
Diverrò
brutta come una strega
L’amante ridicolo - La vostra pallida carne...
La mano sinistra della
ragazza del rifiuto - Un pugno di terra
Questo
bacerai
La mano sinistra dell’amante
ridicolo - Voglio
stringerti
Voglio
toccare
Mi
scappi
Mi
eviti
Luce.
Watteau - Stupido amante
Troppo
abbronzato
Troppi
giorni a piena luce per il corpo di lei
Fossi
rimasto nell’ombra Il quadro svanisce
Nessuna
pietà
Nessuna
via di scampo Tossisce.
Sono
pallido
E
sudo
[...]
Tratto da Resurrezione e morte di Jean-Antoine Watteau
SADE: ESILIO DALLA SOCIETA'
Il castello di Vincennes, dove Sade rimase prigioniero dal 1777 al 1784
[...]
Notte.Trasferito
nuovamente al carcere di Vincennes dopo essere fuggito nel suo castello di Lacoste,
il marchese de Sade, sognando la Laura del Petrarca, sua antenata, si ritrova in
un altro sogno: è un giovane ragazzo nella cella dello zio, abate di Montreuil e biografo della
famiglia.
Sade
- Diavolo di uno zio,
com’è spoglia la vostra cella: sembra un quadro dell’Angelico!
Abate
- Caro nipote, allora
li avete letti i miei libri sul medioevo.
Sade
- Ne dubitavate? Ho appena sognato Laura de
Neuves, che sposò il nostro avo Hugues.
Abate
– Bene.
“Passa il penser
sì come sole in vetro,
anzi più assai, però che nulla il tene”.
Il castello di Vincennes nelle Très Riches Heures du Duc de Berry (1412-1416)
E
allora potrete anche riconoscere queste quattro signore che mi sono venute a
trovare.
Quattro
donne emergono dalla penombra, seminude.
Quattro suore.
O quattro puttane, ragazzo mio. Una
per ogni virtù. Vestite – o spogliate – da Giotto. Ma voi non sarete prudente:
passerete di galera in galera e finirete manicomio.
Cosa fate, figliolo? Non vi metterete
a piangere proprio ora? Prudenza è la mia preferita non la vostra. Non è forse
così, mia cara.
Suor
Prudenza è abituata a tacere. E così l’abate, che apre le sue labbra solo per
unirle alle sue, dove hanno origine anche le stirpi nobiliari.
Il giovane fa notare, sempre in silenzio, che questo non è in Petrarca.
Voi, figliolo, avrete Fortezza,
dovrete averla per forza. Forse anche Giustizia, ma è la più difficile: costa
cara. Su, ragazze, consolatelo un po’. Ma non troppo.
Fortezza
le offre il seno, lasciando fare. Giustizia, il culo. Ma solo da guardare.
Temperanza, invece, non l’avrai mai,
nipote. L’avrò giusto io, dopo, per poco. E’ lei che paga e io la sua puttana.
Compiuto
il rapporto, l’abate mostra al nipote un leggio con un libro aperto preziosamente rilegato.
Prendilo e leggilo, come alla recita
di fine anno nel collegio dei Gesuiti.
Poiché si tratta di una questione anche di sangue, il nipote non ubbidire.
Sade
- Rivolto al pubblico. I misteri della scrittura sono dolorosi: perde sangue la
penna o il foglio trafitto?
I misteri della scrittura sono
gaudiosi: coito della penna col foglio.
Inizia
a leggere.
Lettera “A”.
Abate
- Come “abate”.
La lettera sottolineata, come le altre
che seguono, deve essere letta con forza.
Sade
- “Bi”.
Coro
delle cinque donne - Come
“bordello”.
Coro
delle cinque donne più lo zio abate - “Abazia”
di Montreuil.
Abate
- Confesso a Dio
onnipotente e a voi fratelli che Eros mi ha squarciato il petto.
Sade
- Con voce sommessa, mentre escono l’abate e le quattro
donne. “Cì” come: Confesso
a Dio onnipotente e a voi fratelli che Eros mi ha squarciato il petto.
Con
voce sempre più potente. Dio - c/o Collegio “Louis le Grand”.
“E” uguale Erezione: tremila
cazzi alle prime armi (cinquecento interni, duemilacinquecento esterni). N. B. Sade sta dando il numero degli
studenti ammessi a frequentare il Collegio.
Fica: assente.
“Gi” come Giorni di vigilia:
tutti. N.B. Qui Sade accenna al pessimo
vitto dei Gesuiti.
Ho fame.
Breve
pausa in cui Sade guarda verso l’ingresso di destra.
“I” come Ignazio di Loyola.
Indica
il santo, che fa il suo ingresso da destra e va a piazzarsi al centro, dov’era
l’abate con le sue donne.
Ignazio
di Loyola - In principio era il Verbo, ed aveva una
bellissima calligrafia.
Sade
In principio era il Verbo ed aveva una
bellissima calligrafia. N.B. Dire
“bellissima calligrafia” non è proprio corretto ma un eccesso di superlativo
non dovrebbe guastare con l’essenza della divinità.
Ignazio
di Loyola - “Elle”
come lingua: “E la mia lingua fu dolce come il miele” (Ezechiele
capitolo terzo, versetto numero tre).
Sade
Merda. Vitto di... più alloggio di...
uguale: vita di... N.B. Qui Sade, fra le
altre cose, allude anche alla scarsa pulizia tipica delle scuole gesuitiche.
Ignazio
di Loyola - “Enne”. Natura...
E tace, come di fronte a un mistero
insondabile.
Sade
- “O” come orari.
Orari del Collegio:
Ore 5 e 30 Sveglia.
Ignazio
di Loyola - Citando dai suoi “Esercizi
spirituali”. “Il
primo tempo è la mattina appena alzati: si deve fare proponimento di guardarsi
con impegno da quel peccato particolare o difetto che si vuole correggere ed
emendare”.
Sade
- Ore 6 Preghiera
Ore 6 e 15 Studio delle Sacre Scritture
Ore 7 e 45 Colazione e ricreazione
Ore 8 e 15 Studio e scuola.
J. J. Lequeu (1757-1826), Labirinto sotterraneo della Casa Gotica
Citando
dalle sue “Centoventi giornate di Sodoma”. “Ogni mattina ci si alzerà alle dieci. I quattro
fottitori che non sono stati occupati durante la notte si recheranno in visita
dai quattro libertini recando ognuno un bambino da sverginare”.
Ignazio
di Loyola - Ore 10 e
30 Messa
Ore 11 Studio.
Sade
- Ancora dalle “120 giornate”. “Alle undici i quattro libertini si
recheranno nell’appartamento delle fanciulle dove verrà servita la prima
colazione a base di cioccolata o di fette di pane tostato con vino di Spagna o
di altri cibi corroboranti. Il tutto sarà servito dalle otto fanciulle
completamente nude”.
Ignazio
di Loyola - Ore
12 Pranzo e ricreazione.
Sade
- Sempre dalle “120
giornate”. “All’una
quei ragazzi e quelle ragazze che avranno avuto il permesso di defecare - e
questo permesso verrà accordato raramente e soltanto a un terzo dei soggetti in
questione - si recheranno nella cappella artisticamente predisposta alle
voluttà di questo genere”.
Ignazio
di Loyola - Ore 13 e
15 Studio e scuola
Sade
- Dalle “120 giornate”. “Nel frattempo i libertini si ritireranno in salotto a
conversare fino alle tre. I fottitori, attillati ed eleganti quant’è possibile,
converranno nella sala poco prima di quest’ora. Il pranzo dei padroni sarà
servito alle tre e soltanto gli otto fottitori avranno l’onore di parteciparvi.
Saranno serviti dalle mogli totalmente nude, con l’aiuto di quattro vecchie
vestite da maghe”.
Ignazio
di Loyola - Ore 16 e
30 Merenda e ricreazione.
Sade
- Dalle “120 giornate”. “Ci si alzerà da tavola alle cinque e soltanto i quattro
libertini - i fottitori si ritireranno sino all’ora dell’assemblea generale -
si recheranno nella sala in cui due bambini e due bambine totalmente nudi,
sostituiti ogni giorno, serviranno il caffè e i liquori. Tuttavia non sarà il
momento di abbandonarsi a quelle voluttà che possono eccitare la libidine,
limitandosi a piacevoli celie”. Mentre
pronuncia l’ultimo periodo Sade lancia uno sguardo a metà strada fra un gesto
di sfida e un’occhiata d’intesa a Ignazio di Loyola.
Ignazio
di Loyola - Non raccoglie l’invito del marchese e
continua imperturbabile. Ore
17 Studio e scuola.
Sade
- Dalle “120 giornate”. “Alle diciotto in punto la puttana narratrice darà inizio
al quotidiano racconto che i libertini potranno interrompere in qualsiasi
momento. La narrazione si protrarrà fino alle dieci di sera e in questo spazio
di tempo sarà permessa ogni forma di libidine, avendo le novelle come fine
specifico l’eccitazione di ogni più sfrenata fantasia”.
Ignazio
di Loyola - Citando nuovamente dagli “Esercizi
spirituali”, dopo aver fatto un cenno di assenso col capo - ora sì - alla volta
di Sade. Sì! “Il
primo punto è il processo dei peccati: ossia trarre alla memoria tutti i
peccati della vita, considerando anno per anno o periodo per periodo; al che
saranno utili tre cose: la prima, considerare il luogo dove si è abitato; la
seconda, i rapporti avuti con gli altri; la terza, le occupazioni in cui ci si
è impegnati”.
Sade
- Ore 19 e 15 Cena e ricreazione
Ore 20 Preghiera
Ore 21 Silenzio.
Torna
a citare dalle “120 giornate”. “Alle
dieci di sera sarà servita la cena. Dopo cena si passerà nel salone per
celebrare le orge. Il salone sarà perfettamente riscaldato e illuminato da
lampadari. Tutti saranno nudi: mogli, puttane narratrici, fanciulli, vecchie,
fottitori, libertini, tutti in gruppo, sdraiati sul pavimento come animali,
scambiandosi, mescolandosi, compiendo incesti, adulteri, atti di sodomia e
abbandonandosi ad ogni eccesso e ad ogni perversione che possa maggiormente
eccitare la fantasia”.
Ignazio
di Loyola - Imperturbabile come durante tutta la
sua apparizione. Nessun facile scandalo: dopotutto ha di fronte un ottimo
discepolo. Sempre citando dagli “Esercizi spirituali”. “Trarre alla memoria il primo peccato,
che fu degli angeli”.
Pausa
di silenzio.
Sade
- Riprendendo l’elenco rimasto bloccato alla lettera “P”. Pi come “parola”: insieme
organico di suoni o di segni grafici con cui l’uomo riesce , parlando o
scrivendo, a comunicare dei contenuti.
Ignazio
di Loyola - Dagli “Esercizi spirituali”. “Ogni buon cristiano deve essere
pronto più a salvare la parola del prossimo che a condannarla”
Sade
- Dì soltanto una
parola e io sarò salvato.
Ignazio
di Loyola - Pensando che Sade si rivolga a lui. Quando?
Buio
improvviso. Profondissimo.
Voce
registrata di Sade - Dopo una breve pausa. Erre come “retto”. Da una
lettera a mia moglie, carcere di Vincennes, luglio 1783: “Ed io che sono stato
allevato dai Gesuiti, io, cui padre Sanchez ha insegnato che non bisogna
‘nuotare’ nel vuoto se non il meno possibile, poiché, secondo Cartesio, ‘la
natura aborre il vuoto’... Voi, mia cara, mi capite, siete dotata di filosofia:
avete un bellissimo - come dire? - ‘controsenso’, maneggevolezza, sottigliezza
nel ‘controsenso’ e calore nel retto, il che fa sì che io vada d’accordo
benissimo con voi. Vi bacio le natiche e me ne vado, o il diavolo mi porta, a
darmi una smanacciata in loro onore”.
Torna
lentamente la luce. Ignazio di Loyola è
scomparso.
Sade
- Esse, “scrittura”,
sangue, sperma, sacra, sempre.
Teatro. Ruoli interpretati nelle recite scolastiche:
Giona;
Daniele - nella fossa dei leoni;
Isaia - segato vivo;
Assalonne - i miei poveri boccoli
d’oro;
Giobbe - senza lieto fine;
Esaù;
Centurione - la mia asta confitta in
carne Christi.
Breve
pausa.
“U”. Uno: dramma in tre atti.
Vale! - in latino “Addio”.
Zeta: anno scolastico 1753/54.
Squillo
di tromba militare. Buio.
[...]
Tratto da I dolori del giovane Sade
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