“Molto ardimentoso, ma molto
dissoluto”
(nota dallo stato di servizio del capitano del
Reggimento Cavalleria Borgogna)
[…]
Luce.
In mezzo alla scena, vicino al fondale, due troni, uno di fronte all’altro, su
cui siedono il Re e il Papa: giocano a scacchi. Davanti a loro, rivolto al
pubblico, le Chevalier d’Eon, fantasiosamente travestito da eroe antico stile “tragédies lyriques” . In questo “quadro” Sade non appare
materialmente sul palco. Siamo arrivati al 1754, anno in cui il nostro eroe fa
il suo ingresso nella Regia Scuola Preparatoria di Cavalleria.
Voce fuori scena di Sade
Nell’anno domini 1754 il genealogista
Clairambault consegnò ai miei cosiddetti “genitori” un certificato di nobiltà
con tutti i crismi. Con quello in mano... Con quello in mano fui spedito senza
tanti complimenti alla scuola dei cavalleggeri.
Chevalier
d’Eon
Brandendo minacciosamente la spada. Il giovane rampollo è dotato senza
dubbio di quella nobile crudeltà certamente indispensabile a tutti i suoi
parigrado... Senza dubbio... Devo purtroppo far notare tuttavia che nel giovane
carnefice tale qualità... qualità, senza dubbio... è singolarmente inficiata da
un’eccessiva ricerca di amore, di affetto... con prostitute e attrici, che è
poi la stessa cosa. Questo eccessivo attaccamento al teatro e alla distorta
visione del mondo che ne consegue temo possa provocare disdicevoli conseguenze nell’adempimento
degli imprescindibili doveri sociali. Rinfodera
la spada.
Voce
fuori scena di Sade
Quante
inutili preoccupazioni, Chevalier. Stavo giusto leggendo l’”Iliade” tradotta
dalla nostra Anne le Fèvre Dacier, amazzone filologa che voi avreste voluto
essere e io possedere dopo un duello, come Achille con Pentesilea:
“Deesse, chantez la
colere d’Achille fils de Pelée; cette colere pernicieuse qui causa tant de
malheurs aux Grecs, et qui précipita dans le sombre royaume de Pluton les ames
genereuses de tant de Heros, et livra leurs corps en proye aux chiens et aux
vautours”…
Leurs
corps en proye aux chiens et aux vautours…
In preda
In pasto
Ai cani
Agli avvoltoi…
La traduzione in prosa rende tutto più
spietato…
La prosa.
Con
veemenza. Cantami, o
diva, e cerca di non stonare altrimenti il sergente te la farà pagare.
Cantami il trapasso da un’istituzione
militare - i Gesuiti - a un’altra, laica, ugualmente laida.
Cantami il branco e i guinzagli
d’acciaio tesi allo spasimo. Su, su, fino al dio degli eserciti.
Re
Al
papa. Isaia: “Io li
ho calpestati nel mio furore
Il
mio sdegno li ha schiacciati”.
Papa
Al
re. Isaia anch’io:
“Il loro sangue è schizzato sui miei panni
Ho
macchiato tutte le mie vesti”.
Chevalier d’Eon
Le mie vesti…
La gonna o il cimiero? Ah, io a questo Isaia e al vostro Omero preferisco
questo:
“Ha rubato la mia parte di bottino,
Anche se aveva già un bel magazzino,
Pieno di ragazze, vestiti e vasellame:
E io solo una femmina e a me
Anche questa mia femmina mi prende!”
Sade
E chi ne dubitava,
Chevalier? So bene che all’”Iliade” preferite
l’”Omero travestito” di Marivaux.
E’ una lettura che si adatta agli
spioni come voi, non a un guerriero indomito come il sottoscritto.
Col sangue.
Chevalier d’Eon
Sbraitate,
sbraitate: vedrete che belerete anche voi. Il nostro re pastore ama le greggi.
Dopo
una breve pausa, annusata con calcolata voluttà una presa di tabacco da una
preziosa tabacchiera, recita marziale.
Ordini superiori!
Il reggimento cavalleria maschile si
congiunga a quello femminile di stanza al bordello sul fronte dell’amore!
Voce
fuori scena di Sade
Si
fa presto a dire “amore”... “Amore senza sentimento”... Quante volte ve l’ho
scritto, mon père, e voi... Voi per tutta risposta mi spedite solo quattro stitiche
righe per una guerra di sette anni.
Voi e quella che mi dicono madre certo
siete troppo impegnati in quella partita a carte fra diplomatici: né più né
meno come la nostra gloriosa maestà sui campi di battaglia.
Chevalier d'Eon
Ci si può
tranquillamente massacrare anche giocando al bilboquet: ricordate il Re Sole?
Portandosi
al naso con rigida precisione un fazzoletto merlettato. Sempre marziale.
Ora basta!
Il re di picche muova i suoi fanti!
Il re di cuore conquisti il bordello!
A
se stesso.
Et
moy je souffrois cela ?
Non, Messieurs, la foudre m’écrase!
Sade
Ancora Marivaux, eroe
da salotto!
Qui non è più tempo di Marivaux né di
Omero. Le baionette non hanno più bisogno di inchiostro!
Buio.
Cupa
voce misteriosa fuori scena
Mentre scorrono mute sulla parete di
fondo immagini di carneficina dell’epoca, oppure dei nostri giorni, recita dei
versi tratti dal Primo Libro del poema “I tragici” di Agrippa
d’Aubigné (1552 - 1630).
“Le finzioni dei Greci, i ruscelli
d’argento
Dove si abbeveravano i loro vani poeti,
Qui non scorrono più; ma le onde così chiare,
Che ebbero rivali gli zaffiri e le perle
Sono rosse dei nostri morti: l’onda leggera,
Il mormorio lieve contro carcasse si rompe”.
Fine
delle immagini. Buio totale.
Voce
fuori scena di Sade
Dieci febbraio 1763.
Una guerra persa.
Una promozione da semplice assassino a
capitano.
E mio padre mi dilapida l’eredità.
Dovrò sposare per forza una ragazza
con una bella dote e una sorella più bella ancora, di cui sono già innamorato.
Amore senza sentimento.
Matrimonio senza amore.
Con tutta questa Filosofia dei Lumi
che non fa che aumentarmi la rabbia e il senso di colpa, tutta questa Ragione costretta
alla ragioneria dei conti di casa!
Disegni anatomici di Jean-Jacques Lequeu (1757-1826)
Luce.
La scena è rimasta vuota, tranne la scacchiera del Re e del Papa con i pezzi
sopravvissuti. Davanti a questa alcuni Inservienti piazzano due manichini che
vengono rivestiti con abiti nuziali. Ora Sade parlerà della sua terza e
definitiva irregimentazione sociale: il matrimonio.
O giovane, feroce, inquieto vassallo
- Tu, piccolo cerbiatto,
Che fino alle soglie dell’adolescenza
brucasti felice l’erba dei campi elisi,
Da tredici anni inquadrato nel sacro
ordine dei nobilissimi cacciatori,
Cacciatore della tua stessa feroce
innocenza -
Tu ora sposerai
- Devi sposare: lo agogna la tua casta
indebitata -,
Una donna che non ami:
La tua stupida, falsa libertà è stata
venduta per un utero gonfio di denaro!
Ah, Laura, cara antenata, il Canzoniere
del tuo, del nostro Petrarca attizzerà solo il fuoco di casa!
E allora voi, voi tutte dame di
Provenza, stillate dolci lacrime su quelle ceneri, sul mio dolore. Sul mio
onore di cartapesta.
La
vestizione è terminata. Gli inservienti escono. Buio.
[…]
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