Scrivere uno “zero” al secondo. Per 8 ore al giorno.
Per 63 anni e 153 giorni. E al principio del 154° raggiungere un totale di
2.000.000.000 di “zero”.
Una o uno, che a questo fine abbia fatto uso di
tutti i giorni della sua vita, lavorando 8 ore quotidiane non consecutive dai
14 agli 82 anni, somma quindi nove “zero” dopo un 2.
Difficile superare 3.000.000.000 di “zero”.
Impossibile, 4.
Se poi si comincia a risparmiare le domeniche,
scalare dai 2.000.000.000 poco più di 285.000.000 di “zero”. Disimpegnando gli
interi fine settimana: meno 571.240.000 “zero”.
Una vita lavorativa media di 30 anni coi limiti cui
si è appena accennato: neppure 700.000.000 di “zero”.
Per hobby, un’ora al giorno, come ginnastica: 1.314.000
“zero” all’anno.
Misura standard per il disegno di uno zero: 1
millimetro quadro.
Un foglio 145 millimetri per 205: 29.725 “zero”.
100 pagine (fronte e retro): complessivi 5.945.000
“zero”.
Lettura ad alta voce di una sequenza ininterrotta di
“zero” per una quantità di tempo indefinita. Contarli uno per uno. Avendo cura,
sentendo di essere prossimi alla fine, di tornare all’inizio ed aggiungere una
cifra. A piacere. Se no, non vale.
Chi viene dopo può semplicemente aggiungere "uno" all’ultimo “zero”. E andarsene.
Considerare per un attimo un numero infinito di
“zero” e pensare a un tempo infinito per cui moltiplicare quest’attimo.
Concludere che, forse, la somma di “zero” ottenuta
moltiplicando l’attimo per il tempo infinito è uguale al numero infinito di
“zero” del singolo attimo.
Concludere che, forse, la cifra infinitamente
infinita di “zero” dell’attimo per il tempo infinito sia superiore al semplice
infinito del singolo attimo.
Concludere quindi che, forse, è impossibile
concludere.
Sommare “zero” più “infinito” più “impossibile”
A still unwritten drama on the scientific use of writing – Main characters: Protagoras (in favor), Socrates (against) // Intermission: poems by Theognis // Act II: variations on excerpts from Euripides, “Palamedes”(the supposed inventor of letters, numbers and chess) // Finale withdeus ex machina: Demiurge-Programmer + Software-Conference on Plato’s Good + Hardware-Platonic solids composed by the School of Sicyon = Neo-Platonic use of Plotinus + Brahmagupta’s Zero: to be different, equal and binary
Dramma
non ancora scritto intorno all'uso scientifico della scrittura -
Protagonisti: Protagora (favorevole), Socrate (contrario)/ Intervallo:
poesie firmate di Teognide/ Secondo atto: variazioni su frammenti da
Euripide, "Palamede" (inventore presunto di lettere, numeri e scacchi)/
Finale deus ex machina: Demiurgo programmatore + Software Conferenza sul
Bene di Platone + Hardware Solidi platonici composti dalla Scuola di
Sicione = Uno neoplatonico di Plotino + Zero di Brahmagupta: essere
diversi, uguali e binari