Due lettere dal Club delle Dame di Parigi (1778?)
Lettera collettiva prima
Recitativo: E
così, Mozart caro, non sareste soltanto ciò che resta di un piccolo
delizioso incantevole automa Louis Quinze, ma un compositore di genio
Luigi Sedici, statua di Salisburgo, affamato di fama a Mannheim? Bramate
di uscire dall’oscurità ritrovando la Ville Lumière? E allora
sbrigatevi che l’era dei salotti delle dame ormai volge al termine!
E forse é giusto che ci colga il sonno fra le pagine di D’Alembert, dentro un quadro di Boucher…
Abbiamo
combattuto a lungo, sapete? E vinto: a Rocaille, a Versailles, nella
vostra Meissen, come in Baviera: ascoltate “Talestri amazzone guerriera” di Maria Antonia Walburga Symphorosa, Elettrice di Sassonia!
Montesquieu
scriveva: “E’ rimasto un solo sesso: tutti siamo nell’animo donne”. Due
anni fa perfino un eroe, il Cavaliere d’Eon, sceglieva la femminilità
pur restando virile (ma questo si vedrà: per ora ha ammesso di aver
lottato e vinto vestito da uomo, pur essendo del nostro sesso).
Ma temiamo che
il nodo gordiano di questo fatato gioco di specchi sarà presto reciso.
Nella società di nuovo dei maschi forse di nostro resterà solo il “bon
ton”. Perciò
Coro: Baci, e saluti, e decidete presto
Il catalogo delle dame è questo:
Aria: Princesse Carrignon
Marchesa Calvisson
Madame de Manchon
Duchessa di Bourbon
Duchessa d’Aguillon
Contessa Lillebonne.
W. A. Mozart, "Basta; vincesti: eccoti il foglio." KV 486 (1778).
Testo di Pietro Metastasio, "Didone abbandonata", II,4.
Edita Gruberová, soprano. Wiener Kammerorchester, György Fischer.
Lettera collettiva seconda
Testo di Pietro Metastasio, "Didone abbandonata", II,4.
Edita Gruberová, soprano. Wiener Kammerorchester, György Fischer.
Recitativo: Pregiato
Wolfango, noi aristocratiche, noi ricche, noi sole, comunque sole, come
dame rinascimentali, tentammo dunque una nuova umanità? Noi anche
Lisinga cinese, Ircana persiana – anche voi amate, capite, comprendete
le donne e l’Oriente da cui nasce la luce – noi alla corte della zarina
Elisabetta, di Caterina, dove la festa del potere fu donna, dovremo
tornare dall’Arcadia alla sala parto, a una povera e spoglia
riproduzione del mondo – con la “o” maschile?
Amadé caro, a
voi la preghiera e il compito di farci rinascere nel canto, di farci
fuggire ancora una volta dal serraglio sulle ali della musica, che è
donna.
P.S.
Progressista adorabile, se verrete nell’Ile de la Cité, potrete
conoscere anche un altro giovanissimo genio, femmina e donna, come
vostra sorella. Si chiama Olympia de Gouges.
Scriveteci allora, e presto, presso Faubourg St. Germain, Rue de l’Université.
Coro: In attesa di risposta e di un dialogo
Con piacere s’invia un altro catalogo:
Aria: Princesse de Condé
Princesse de Jurrenne
Contessa di Tessé
Duchessa Mazarin
Madama d’Epinay
Madama Saint Julienne.
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