PINA TRAINI 70 anni di pittura: protagoniste le donne
Commento musicale Francesca Caccini, Danza
Nell’imminenza dei
suoi 89 anni Pina Traini porta a compimento il ritratto di Malala Yousafzai festeggiando il 70° della
sua attività di pittrice e una nuova giovinezza artistica iniziata 9 anni fa: più
di 60 quadri dedicati alle Donne che hanno fatto la Storia. Un grande lavoro sempre
condotto in profondo e senza misure, riconosciuto per la sua originalità da un articolo
a tutta pagina su “La Prealpina”, il quotidiano della città in cui vive dal
1978, Varese.
Pina Traini, Malala Yousafzai (2024)
Ma la sua storia ha
inizio altrove il 19 marzo 1935, in un piccolo paese dell’allora provincia di
Ascoli Piceno, Ponzano di Fermo, in una casetta di mezzadri costretti fin da
bambini a una dura fatica sui campi che, trasferitisi poi a Monte Giberto, cercano una
vita migliore per la figlia sostenendola fino alla maturità magistrale, costringendola
tuttavia, secondo le tristi abitudini del tempo, a non poter sviluppare il suo
talento artistico in un liceo o in un’accademia al di fuori dall’entroterra
marchigiano. La ragazza porta a compimento i suoi studi ma non dimentica la
lezione fondamentale appresa dalla giovane zia materna Linetta, che le aveva insegnato
a disegnare a carboncino nascondendosi con lei per evitare l’eredità della
vanga e della zappa (ci riuscirà).
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La pittrice diventa
maestra elementare e per quarant’anni educa alla creatività e all’amore per la
cultura centinaia di alunni fra Marche e Lombardia (fra questi anche il
giovanissimo Neri Marcoré). Senza mai tralasciare la pittura, sempre vissuta
quale espressione di riscatto, decisamente figurativa e con protagonista assoluta
la donna.
Ha scritto la critica
d’arte Debora Ferrari: “Dagli anni Cinquanta a oggi si può dire che Pina
Traini abbia coerentemente continuato a scolpire su tele e tavole un unico
grande monumento alla donna.” (dal catalogo edito da TraRari TIPI). Uniche eccezioni: io e mio
fratello Luissandro (suoi figli, cresciuti con lei e i nonni materni) e il
nipote Giacomo.
Pina Traini, Donne (1973) e Ha la mia tela (1985)
La matrice dei suoi
quadri, almeno fino ai più placidi anni ’80, è sofferta e accompagna le
durissime lotte delle donne di quegli anni che è bene non dimenticare mai. C’è un
mondo al maschile che non le perdona il fatto di essere autonoma e bella, tutta
una congerie negativa da risolvere, se non nella vita, almeno nell’arte. E poi
in tutt’e due. Come avrebbe suggerito alla nipote Sophie (che ha ereditato il
dono del disegno dalla nonna): “Chi meglio di una donna?”.
Pina Traini, 2000Donne2000: contro il femminicidio (2023), fronte
Chi meglio di una donna
che a 80 anni, come ha scritto nell’articolo un giornalista del calibro di
Paolo Grosso, “decide di condividere la sua storia con quella delle grandi
protagoniste dell’emancipazione del passato. Scocca allora la scintilla che la
spinge ad abbandonare tele e spatola - tecnica già di per sé tutt’altro che
facile - per approcciare tavola di compensato, bomboletta spray, collage (anche
di sacchetti presi dalla spesa al supermercato, packaging o altre carte riusate
più che riciclate) e unire in simbiosi il tutto col suo disegno a volte
scolpito nei minimi dettagli, altre quasi evanescente”. Specie ora che non esce
quasi mai di casa, dopo il Covid e un tumore vinto, ma che le ha fatto perdere
un seno.
Pina Traini, 2000Donne2000: contro il femminicidio (2023), retro
Nella fotocomposizione in alto alcune delle sue opere più recenti. A partire dall’alto e procedendo da
sinistra a destra: Penelope, Lisistrata, Ildegarda di Bingen, Trotula, James
Miranda Barry, Bettisia Gozzadini, Maria Gaetana Agnesi, Rita levi Montalcini,
Alda Merini, 2000Donne2000: contro il femminicidio, Olimpia de Gouges,
Ginevra, Come Artemisia Gentileschi, retro di un Autoritratto, la pittrice al
lavoro nel suo salotto, retro di 2000Donne2000, Coco Chanel, Sofonisba
Anguissola, Amazzoni, Corinna di Tanagra, Saffo, Gaspara Stampa, Matilde Serao,
Ursula von der Leyen.
Pina Traini, Francesca Caccini (2022)
Il ritratto di Maria
Gaetana Agnesi insieme a quelli di Francesca Caccini, Rosalba Carriera e
Ildegarda di Bingen saranno esposti durante la prima serata della rassegna
IN_AUDITA MUSICA, curata dalla musicista Chiara Nicora e dedicata alla
riscoperta delle armonie delle grandi compositrici.
La cavalcata tumultuosa delle sue Amazzoni è sempre
viva in cuore, occhi e mani di questa giovane ottantenne.