domenica 4 ottobre 2020

CASTELSEPRIO-SIRIA: SANTA MARIA FORIS PORTAS

Commento musicale Resurrexi (Canti della Chiesa di Roma - Periodo bizantino, Ensemble Organum, dir. Marcel Pérès)

Ogni volta che torno in pellegrinaggio laico a questo capolavoro assoluto, evanescente la memoria va alle ultime pagine della Storia dei Longobardi del mio caro Paolo Diacono, quelle dedicate all’intensa attività di costruttore di chiese e monasteri del re Liutprando (prima metà VIII sec.).

Nell’arte i Longobardi amavano scegliere a seconda dei casi (politici) simbolismo o realismo. Specie per quest’ultimo, manodopera orientale. E come mi sono chiesto perché sono finito in questi boschi dalle bionde colline delle Marche, così forse anche l’artista siriaco, che immagino fuggito (povera, grande Siria anche allora) dalle lotte iconoclaste dell’impero bizantino. Per affrescare in quello che oggi è silenzio - ma allora vivace cittadina - questo mirabile esodo dall’arte antica (ora Patrimonio dell’UNESCO). Da un Vangelo apocrifo poi, come quello di Giacomo! Lo stesso illustrato con immagini affini in un dittico eburneo di qualche anno prima, sempre di provenienza siriana.

L’uomo, l’artista, lo straniero - l’artista è sempre straniero - è trasumanato in quella sublime dolcezza dove è la terra a ispirare il cielo. In quella intensità di gesti, di sguardi che non aveva bisogno di parole.

Anni fa cercai di strappare al silenzio questo misterioso pittore, passato dai confini del deserto alla vista in lontananza dei picchi alpini innevati. Un breve monologo, una breccia tra i frammenti dei suoi affreschi. Per un dramma incompiuto, Misteri laici della parola.

Un altro frammento dei Misteri laici della parola in L’opera inquietante di Virgilio Marone Grammatico fra politica, religione e congiure https://lucatraini.blogspot.com/2020/06/la-scuola-misteriosa-e-la-grammatica.html

Artista straniero

Il freddo non fece paura a Maria e se alito sulle mani le dita non si congeleranno. Gesù alitò sugli apostoli per ricevere lo Spirito Santo. E allora tu punta verso l’alto e poi stendi il colore, uomo che dipingi Dio che si fa carne: i colori sono la veste che la riscalda. Tu conosci le regole tramandate dai tuoi Greci perché i corpi abbiano lo spessore che meritano, anche se ora gli occhi guardano altro, il Creatore. E allora quale consistenza a questi pigmenti, polveri? Lo splendore dei ghiacci, la luce abbacinante dei deserti non sono per tutti. Nel silenzio la tua voce straniera deve parlare per immagini anche a loro, i tuoi nuovi padroni, come fosse la consistenza fisica della tua lingua a distendere segno e colore prima di ogni Babele. La Babele di questo Castello del Seprio, che cadrà, su cui scenderà il silenzio, come per ogni altra fortezza. Romani, Longobardi, Franchi… E tu cosa dirai, straniero? Parlerà Dio per me: “Io sono quello che sono”.

Luca Traini




 

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