CLOUD GAMES
Leggere i videogame tra storia e game art
"There is no technology that does not answer art's questioning.
Mythology gives eyes to statues, religion sits choirs in the theatre, the story of a squared chunk of wood gives birth to the picture (preferably rectangular). Paper reed rolls unfold and become codex, palimpsest, illuminated book, printed book. The square-angles door is now wide open, and from the darkroom to photograph, movies and the computer screen it is a short path.
For every step a new level: reality augmented by man's articulate intervention, by the indissoluble osmosis between science, technique and art which is culture. Every time the same search for what we think we are, our representation of what we think of as natural or substantial: are we that chunk of wood? That rock? That mixture of color, silver nitrate, celluloid, bits?"
Mythology gives eyes to statues, religion sits choirs in the theatre, the story of a squared chunk of wood gives birth to the picture (preferably rectangular). Paper reed rolls unfold and become codex, palimpsest, illuminated book, printed book. The square-angles door is now wide open, and from the darkroom to photograph, movies and the computer screen it is a short path.
For every step a new level: reality augmented by man's articulate intervention, by the indissoluble osmosis between science, technique and art which is culture. Every time the same search for what we think we are, our representation of what we think of as natural or substantial: are we that chunk of wood? That rock? That mixture of color, silver nitrate, celluloid, bits?"
"Siamo multilevel: questo artisti, filosofi e scienziati l’hanno sempre saputo.
Siamo anche videoludici, anzi, NEOLUDICI perché l’arte è in gioco.
Perché oggi il mondo è un videogioco, una scommessa sul futuro a 360°, dove il nuovo medium videoludico, nato cosciente della sua finzione, può finalmente uscire dallo specchio come Alice e dire la sua nei confronti di una società umana quanto mai stratificata e complessa. Le due realtà – che sommate fanno una sola realtà aumentata – si somigliano e non possono fare a meno l’una dell’altra.
NEOLUDICA si presenta come il primo grande tentativo di dare una definizione, meglio, un orizzonte unitario e identitario a questa nuova fondamentale sfida tecnologica dell’arte.
Artisti, creatori, sviluppatori e giocatori sono chiamati a un nuovo salto di qualità, a un confronto che vuole essere tanto estetico quanto etico e quindi propositivo di nuovi sogni ad occhi aperti."
I videogiochi oggi rappresentano un grande mezzo di
comunicazione, cultura e aggregazione. Utilizzati da almeno 170 milioni di
persone al mondo, costituiscono la nuova frontiera delle arti del XXI secolo e
dell’intrattenimento interattivo. Capirli, utilizzarli al meglio, scoprirne le
potenzialità, valorizzarne i contenuti estetici e sociali è ciò che Neoludica
si è prefissata di fare iniziando le ricerche nel 2008. Tappe fondamentali di
questo lavoro sono state importanti esposizioni di grande successo, in particolare Neoludica_Art is a Game 2011-1966 alla 54.Biennale di Venezia (2011, catalogo
Skira), Assassin’s Creed Art Revolution al
Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano (2012,
catalogo Skira) e GameArtREvolution,
Isola di San Servolo – Art Night Venezia (2015, catalogo TraRariTipi).
L’industria videoludica è in costante espansione e in
Italia si sono aperti vari canali di formazione per giovani che possono
lavorare in questi ambiti creativi e tecnologici. Con le mostre, i workshop, le
conferenze e gli eventi Game Art Gallery (R) Neoludica vuole portare a
conoscenza di tutti la rete virtuosa che ha contribuito a creare e promuovere
in questi anni.
“Quello che ci proponiamo di fare da diversi anni è anche dare una fisicità ai lavori
digitali dei concept artist per valorizzarli e permettere anche al pubblico di
non giocatori di godere quest’arte. Inoltre stimoliamo la società a comprendere
la forza comunicativa e lavorativa dell’industria videoludica dove molti
giovani possono trovare sbocchi di studio e professionali”.
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