martedì 22 marzo 2022

MUSICA PER HUGO VAN DER GOES (1440-1482)

Cura e malattia del genio

Ho sempre sfogliato con tenerezza il volume dei Maestri del Colore dedicato a Hugo van der Goes, perché la biografia in bianco e nero riportava solo qualche notizia strappata al silenzio prima dei suoi accessi di malinconia feroce. Restava segnata qualche traccia del successo di un artista inquieto - dovevi investire nel tessile, fiammingo, e sei rimasto prigioniero della trama di una tela: non avevi neanche trent’anni e, nel 1468, figuravi tra i migliori salari per le decorazioni delle nozze fra Carlo il Temerario e Margherita di York. Decano della gilda dei pittori di Gent nel 1474 ma già nell’autunno del ’75 frate converso nel convento degli agostiniani presso Bruxelles: lo studio innamorato del nudo nel Peccato originale diventava la slavina umana alle falde della montagna spoglia della Deposizione.

I profeti aprono lo scenario della sacra rappresentazione dell’Adorazione dei pastori e poi quella profusione di ori nell’Adorazione dei Magi, figlia delle ricchezze – e dell’arte – dei mercanti fiorentini. Il priore del convento, padre Thomas, chiude un occhio ma tu sei ossessionato dall’Antico Testamento, dal Vitello d’oro cui hanno consacrato la loro vita gli agenti commerciali dei Medici, come Tommaso Portinari.

E il Trittico Portinari è il tuo capolavoro e, contraddizione dell’Arte che pretende la consunzione, forse lo termini in convento. Ora è il momento della musica.

Gilles BinchoisAmoreux suy per il ritratto della giovane figlia del committente, Margherita, fulgida bellezza bionda accanto alla madre diafana.

De plus en plus per la santa omonima col libro e il dragone e la Maddalena, per gli unguenti che non guariranno.

La natura viva di fiori – gigli rossi e aquilegia, iris bianchi e garofani che alludono a tragedia e immortalità – e il covone di frumento che è eucaristia, “Betlemme” letteralmente “Casa del pane”, per te amaro. Eppure convitati e angeli sembrano cantare la Missa Ecce ancilla Domini di Dufay, diretta dal mio caro René Clemecic, scomparso pochi giorni fa, dall’"antico" Clemencic Consort sulla quinta traccia dell’ LP e del CD, quel maestoso finale del Kyrie.

E verrà l'ora dell’impassibile Ritratto di donatore con S. Giovanni Battista, della Morte della Vergine mentre il tuo priore dispone il coro per cercare di rasserenarti, inventa la musicoterapia.

Ma il pane non può essere spezzato su una tavolozza di colori. Alle mani giunte in preghiera deve essere strappato il pennello. La stessa cosa accade a Botticelli più o meno negli stessi anni.

Tu, come scrive il tuo compagno di noviziato Gaspard Ofhuys, vinci l’autodistruzione e la condanna di Dio: esci dalla “frenesis magna” per morire, come si dice, “sano di mente”.

Forse volevi diventare anche musicista ma il tempo, il tempo… Il genio vuole provare tutto prima che sia troppo tardi. E io, insano per la tua bellezza, non posso fare a meno di dedicarti il Planctus o la Déploration di Ockeghem sulla morte di Binchois.


Luca Traini


STORIA, ARTE, MUSICA E LETTERATURA DEL QUATTROCENTO




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