domenica 11 novembre 2018

LA CHIESA DELLA GIOIA



Mi piace la Chiesa di Santa Maria della Gioia per il nome e perché sembra un’astronave dove l’angelo sale le scale per sistemare l’antenna e la stella di Natale. Oggi fa il paio con la Kolbe in fondo a Viale Aguggiari ma per anni l’ho vista, sentita isolata come l’avamposto di un monaco irlandese nell’alto medioevo. Legata più al cielo profondo o al Terzo Mondo che al quartiere-bene, come una vecchia, enorme bombola di gas che non si sa dove nascondere.


La risposta della Chiesa alla Saljut 1 e alla Scuola Europea in cima al Montello, dove nella notte dei tempi insegnai per qualche mese. Cemento chiaro in luogo dello scuro che aveva lambito la chiesa di San Vittore e il Battistero.


Questa grande, elegante cisterna bianca è il controcanto di quel fonte battesimale. Contemplo il suo riflesso nel grigio del cofano dell’auto e sembra una piscina.


Dov’è il miracolo? Dove puoi perderti a Varese? Il braccio che impugna il cellulare per fotografare si confonde coi pali esili della recinzione. Sembra un girotondo di fedeli a braccia alzate in attesa del decollo… Cape CanaveralVia Cardinal Ferrari… Senti vibrare prati e foglie...


E’ solo un alito di vento. Le radici dell’anima restano discrete, nello spirito del Concilio.




Nota Per avere visione anche degli splendidi interni rinvio al sito che la Fondazione Frate Sole ha dedicato a padre Costantino Ruggeri, singolare figura di frate architetto-scultore cui il cardinale Gianfranco Ravasi ha dedicato parole pregnanti che condivido: "padre Costantino coinvolge spazio, materia, luce, uomo, mistero in un’armonia organica e vivente.". Per Luigi Leoni, altra importante firma del poco conosciuto gioiello varesino, rimando all'approfondita biografia dello Studio Ricerca Arte Sacra.

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