Giovedì 27 alle ore 22 a Terzo Canale Show su Reteconomy Sky canale 512
Nei giorni successivi le 4 interviste saranno anche disponibili in streaming sul sito de
I curatori Luca Traini col giornalista Enzo Argante e Debora Ferrari con John Romero
Siamo multilevel: questo artisti, filosofi e scienziati l’hanno sempre saputo.
Navighiamo su Internet coscienti di una seconda navigazione platonica, di un salto di livello aristotelico dalla potenza all’atto, ai diversi livelli delle gerarchie celesti o dell’inferno dantesco, preda allo stesso tempo dell’eroico furore di Bruno e dei calcoli binari di Leibniz. I veli di Maya li strappiamo con piacere, senza nasconderci: lasciamo le stesse tracce di Derrida. Noi siamo fatti della stessa sostanza di un quadro fiammingo (olio), dell’inconsistenza prepotente di un film di Kulešov. Dietro la città ideale del Rinascimento vediamo prendere luce la Parigi di Daguerre, l’Esposizione Universale del 1889 con la Torre Eiffel, ripresa a volo d’aquila da Google Earth. Giochiamo a SimCity.
Siamo anche videoludici, anzi, NEOLUDICI perché l’arte è in gioco.
Perché oggi il mondo è un videogioco, una scommessa sul futuro a 360°, dove il nuovo medium videoludico, nato cosciente della sua finzione, può finalmente uscire dallo specchio come Alice e dire la sua nei confronti di una società umana quanto mai stratificata e complessa. Le due realtà – che sommate fanno una sola realtà aumentata – si somigliano e non possono fare a meno l’una dell’altra.
NEOLUDICA si presenta come il primo grande tentativo di dare una definizione, meglio, un orizzonte unitario e identitario a questa nuova fondamentale sfida tecnologica dell’arte.
Debora Ferrari, Luca Traini, Una nuova filosofia in Neoludica, Skira, 2011
Gli artisti Christian Steve Scampini e Filippo Scaboro, sempre intervistati da Enzo Argante
L’arte del videogioco viene creata come in una “bottega rinascimentale globale” dove oltre ai game designer e ai creatori del concept, decine di artisti lavorano a una precisa mansione e sono i professionisti dell’esecuzione. Come il Maestro nella bottega creava la visione dell’opera e ne tracciava il disegno sul cartone per lasciare in mano alla bottega l’esecuzione di mani, piedi, paesaggi, lumeggiature… così nel videogioco lavora chi disegna, chi fa la texture, chi colora, chi costruisce le ombre, chi inserisce il movimento, chi cura environments e soundtrack, voci e doppiaggi.
Si fa arte contemporanea negli studios con una rivoluzione: si sviluppa l’arte prevedendo il tipo di fruizione che ne farà il “consumatore”, riprendendo modalità tipiche delle Artes Mechanicae dell’Umanesimo, applicandole ai processi delle arti del cinema del XX secolo, passando per assemblaggi tipici delle avanguardie e producendo in serie. Comunicazione attiva, scelte iconografiche vanno di pari passo con piattaforme di sviluppo e consoles di gioco; ovvero il risultato dell’arte in questo caso è strettamente correlato alle disponibilità e alle scelte tecnologiche.
Debora Ferrari, La nuova Bottega Rinascimentale in Assassin's Creed Art (R)Evolution, Skira, 2012