Musica antica e nuova per sfere celesti
Commento musicale Vincenzo Galilei, Contrapunto I e II
Galileo, dopo duemila anni di successo, fece calare il sipario sul concerto armonico delle sfere celesti di matrice pitagorica con l’accompagnamento musicale del padre Vincenzo, compositore. Sperimentatore di fisica acustica, aveva scritto un Contrappunto a due voci. E il figlio lo seguì fingendone uno a tre, il Dialogo sui Massimi Sistemi (in realtà due, i copernicani Salviati e Sagredo, sovrastanti il fastidioso basso continuo aristotolemaico di Simplicio).
Il sole al centro del nuovo universo, anche quello cantato nell’Inno di Mesomede di Creta, pubblicato in un altro Dialogo dal padre. La nuova astronomia in parallelo alla riscoperta del canto greco e col commento in musica del nuovo melodramma della Camerata dei Bardi a Firenze.
Ritrovo un mio vecchio frammento per il teatro in cui Galileo dialoga in sogno col padre.
Vincenzo
Figlio mio, cosa sperimenta il tuo cuore quando disegni la luna, le sue voragini, quelle ombre che da sfera perfetta ed eterna la fanno così simile a noi mortali?
Figlio mio, cosa sperimenta il tuo cuore quando disegni la luna, le sue voragini, quelle ombre che da sfera perfetta ed eterna la fanno così simile a noi mortali?
Galileo
Io sento, padre, il tuo mottetto “In exitu Israel de Aegypto”. Quel ritorno da un esilio e la solitudine che accompagna ogni nuova libertà, l’ignoto che segue una lunga abitudine a essere servi. Disegno e contemplo un’altra terra nel cielo che sembra muto e forse cela un’altra musica.
Io sento, padre, il tuo mottetto “In exitu Israel de Aegypto”. Quel ritorno da un esilio e la solitudine che accompagna ogni nuova libertà, l’ignoto che segue una lunga abitudine a essere servi. Disegno e contemplo un’altra terra nel cielo che sembra muto e forse cela un’altra musica.
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