(R)esistere a Venezia
progetto fotografico documentaristico di
Paolo della Corte
per raccontare le storie di cittadini veneziani
resilienti
Sabato 13 aprile 2019,
alle 18.00
Scoletta San Giovanni
in Bragora Venezia
(Campo Bandiera e Moro)
(R)esistere a Venezia è il catalogo della mostra di Paolo della Corte in limited edition
firmato e numerato, curato da
TraRari TIPI edizioni, casa editrice specializzata in pubblicazioni d'arte di Debora Ferrari e Luca Traini, con testi di Alberto Sinigaglia, Giovanni Montanaro, Serena Guidobaldi.
Il progetto (R )esistere a Venezia fa parte di una trilogia, iniziata
circa tre anni fa con la mostra Vivere a Venezia. Trasparenze. Storie di Uomini
e Anfibi, al quale è poi seguito Vivere a Venezia: la Comunità Ebraica.
Il musicista, l’infermiera, il mastro vetraio, lo
scrittore, il compositore; ma anche il manager nel settore della ristorazione e
dell’hotellerie, il pescatore, lo storico, l’architetto, il filmaker. Sono 31
in tutto i veneziani ritratti dal fotografo Paolo della Corte per “(R)esistere
a Venezia”, il progetto fotografico che sarà presentato al pubblico sabato
13 aprile, a partire dalle 18.00 alla Scoletta San Giovanni in Bragora a
Venezia (Campo Bandiera e Moro).
«L’obiettivo - spiega il fotografo - è di
far capire attraverso le immagini come si vive a Venezia:
il mio è un messaggio documentaristico. Non ho soluzioni, ma con le fotografie cerco di comunicare la sofferenza di questa città e dei suoi residenti, quelli che la
amano, che sono rimasti, oppure tornati a vivere qui e rimangono in silenzio, sopportando una situazione diventata oramai insostenibile».
«Siamo felici ed orgogliosi di ospitare alla
Scoletta San Giovanni Bragora, questa esposizione fotografica che attraverso la forza delle immagini e
la qualità artistica del percorso proposto ai visitatori, si colloca nel medesimo solco della campagna di “Venezia è il mio futuro”»,
spiega Marco Gasparinetti, portavoce
dell’Associazione 25 aprile.
Paolo
della Corte, fotografo veneziano, ha catturato l’immagine dei cittadini,
resilienti, che vivono e lavorano a Venezia e resistono alle orde di turisti “mordi
e fuggi”, che ogni anno visitano la città. I veneziani sono ritratti avvolti dalla
folla di turisti, tra una vertigine di forme e di colori che sembrano quasi sprigionare
brusii, strepitii, grida, a rappresentare “il magma sonoro nel quale di giorno
s’immerge la città dei foresti”.«L’idea – spiega
della Corte – era di rappresentare l’onda umana di turisti, come un muro,
esaltando l’immagine dei residenti che appaiono quasi come un fascio di luce
tra la folla in movimento». Per far ciò Paolo della Corte ha utilizzato il
filtro a densità neutra
per allungare i tempi di esposizione creando e desaturando i colori delle
immagini che ritraggono le persone, mantenendo però la luce autentica di
Venezia. Della Corte
ha lavorato le fotografie in postproduzione per riuscire a trasmettere il suo messaggio:
«Ho cercato di far capire come mi sento io e come si sentono i veneziani a camminare, vivere, lavorare, in questa città che è alienante, quasi soffocante in alcuni periodi dell’anno». “(R)esistere
a Venezia“ documenta la realtà quotidiana dei residenti. Della Corte ammette di non aver avuto difficoltà a raccogliere
le “storie” da raccontare. «È stato più difficile scegliere i luoghi che cercare le persone da ritrarre: conosco i soggetti delle fotografie, le loro storie». Poi
continua: «È
vero ci sono zone in cui si fa sentire di più la presenza dei turisti. Ad
esempio quasi ogni giorno percorro il tratto tra San Marco e Rialto, dove ho lo
studio, ed è una lotta continua e quotidiana per camminare, conquistare uno spazio, non perdere tempo».
Quali sono i volti delle persone che hanno scelto di rimanere a Venezia? Perché
hanno fatto questa scelta e cosa provano
a vivere ogni giorno il flusso del turismo di massa? Paolo della Corte ha ritratto
le persone in ventisette luoghi tra loro differenti, fra i quali: il Ponte di Rialto,
Piazza San Marco, Ponte della Paglia, San Trovaso, Strada Nuova, Ponte della
Costituzione e Ponte de le Meravegie. Zone considerate ad alta attrazione
turistica e spesso affollate.
Alberto Sinigaglia,
giornalista, ha scritto
nella prefazione al catalogo della
mostra: «Venezia vive ed è unica, bellissima, desiderata e posseduta da venticinque milioni
di turisti l’anno…
Ma vivono, oppure
sopravvivono i cinquantamila veneziani che la
abitano ancora? Che cosa li fa resistere all’alluvione di gente
che un tempo
aveva le sue stagioni e i suoi
picchi, come Carnevale, Pasqua e Capodanno, ed ora non si ferma
quasi mai?».
Tra le
persone fotografate si sono volti più o meno noti. Accanto a nomi più
conosciuti, come, per citarne alcuni (la lista completa è in allegato) Raffaele
Alajmo, Ceo della società Alajmo Spa assieme al fratello chef Massimiliano,
ritratto in Piazza San Marco, invece Alessandro Bressanello, regista,
attore e musicista, è stato fotografato in Corte Seconda del Milion; Franca
Coin, presidente della Venice International Foundation, Alberto Toso Fei,
scrittore, Nuria e Serena Nono, presidente Fondazione Luigi Nono e
Artista. Ci sono residenti che hanno scelto di rimanere, oppure di tornare a
Venezia, per scelta, per amore, per senso di appartenenza. Tra questi, Claudia
Haglich, 24 anni infermiera dell’Ospedale civile di Venezia, residente a
Castello; dopo la laurea in infermieristica è stata chiamata a lavorare in
Inghilterra. Però la voglia di ritornare nella “sua amata Venezia” è stata più
forte. Poi Laura Barozzi, psicologa, esperta in comunicazione, cura
con passione progetti
ed eventi di
educazione sentimentale con l’obiettivo
di prevenire e contrastare la violenza sulle donne; c’è Alessandro
Zane che dal 1986 lavora a Rialto in
pescheria e Piero Dri, quarto e più giovane remèr di Venezia, il quale nel nuovo laboratorio
Il Forcolaio Matto, dietro la Strada Nova, ha
iniziato un il suo percorso di lavoro autonomo, realizzando remi e forcole per i
vicini gondolieri di S.Sofia, per i regatanti, le remiere.
Esce in
contemporanea con la mostra il libro "(R)esistere a Venezia" in limited edition
firmato e numerato, curato
da TraRari TIPI edizioni, casa editrice specializzata in pubblicazioni d'arte
di Debora Ferrari
e Luca Traini,
con testi di Alberto Sinigaglia, Giovanni Montanaro, Serena Guidobaldi.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 14 aprile al 30 giugno 2019, l’ingresso è
libero.
Orario: dal mercoledì al
sabato, dalle 14.00
alle 18.00, la
domenica dalle 16.00
alle 19.00.
Chi è Paolo della Corte: veneziano, dopo la laurea in Storie
dell’Arte all’Università di Ca’ Foscari, ha
dedicato al sua vita alla fotografia professionale. Attualmente è docente in
fotografia digitale presso l'Accademia delle Belle Arti . Alla Mostra d'arte
della Biennale di Venezia e a New York ha realizzato i ritratti di alcuni dei
più grandi nomi internazionali: Louise Bourgeois, Jim Dine, Jannis Kounellis, Roy Lichtenstein, James Rosenquist, George Segal, e gli italiani Luciano
Fabro, Mario Merz,
Fabrizio Plessi , Emilio
Vedova e Giuliano Vangi. I suoi archivi
conservano fotografie di personaggi famosi
e illustri del mondo dell’arte, della
cultura, della letteratura. I
suoi reportage sono stati pubblicati dalle maggiori riviste italiane e
internazionali: Specchio de La Stampa, Venerdì de La Repubblica, Sette del Corriere della Sera, poi Paris Match, Le Monde, Next, Official
Voyage, Gault Millau, Hachette, Onnivoro, Paris Match, Liberation, Die
Zeit, Feed, Sobremesa, The Guardian.
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