Fra
Terra E Cielo
L’indagine e la ricerca
contengono la dinamica di uno spirito e una materia in perenne dialettica fra il concreto e l’incorporeo. Addirittura nei Tagli
di Fontana, nei Concetti leggeri
di Melotti, nei Supplizi di Leoncillo,
concreto e corporeo giungono a urtarsi – proprio come nei riti – e ciò che è
concreto perde il suo significato di realtà così come ciò che è incorporeo si
manifesta con prepotenza risultando più reale di qualsiasi cosa che possiamo
sperimentare coi sensi.
La ceramica, il ferro, il
grès, i disegni.
L’uovo, la scala, la
colonna.
Elementi naturali e forme.
Forme, non segni, quindi presenze che si significano da sé.
L’uovo,
microcosmo simbolico in quasi tutte le culture, principio vitale, il germe di
tutta la creazione, la materia organica nel suo stato inerte, contenitore dei
quattro elementi… ed anche l’uovo alchemico da cui nascono il fiore bianco (l’argento)
e il fiore azzurro (il fiore dei saggi). Elemento che richiama la natura, che è
Natura.
La
scala, il perpetuo movimento ascendente dell’uomo e
discendente della divinità, l’accesso alla realtà, all’Assoluto, al
Trascendente, andando dall’irreale al reale, dall’oscurità alla luce, dalla
morte all’immortalità, il raggiungimento di un nuovo livello ontologico.
Ma anche la scala cromatica,
la scala musicale, la forma di ciò che è ritmo, fantasia, volo, spirito.
La
colonna, l’asse del mondo, l’asse verticale che allo stesso
tempo separa e unisce il Cielo e la Terra, l’Albero della Vita; due colonne –
una nera e una bianca – o una colonna divisa in due rappresenta ogni
bipolarità, gli dèi androgini e i diòscuri, il Cancello del Cielo.
Richiamo alla classicità,
alla religiosità, allo spazio grave e solenne di un mito.
Ecco dunque questi motivi
formali essere al centro, nel cuore, della scultura e dell’opera di Fontana,
Melotti, Leoncillo, elementi costituiti da una continua tensione umana, a metà
fra corporeità assoluta e diafano apparire dell’essere, fra una condizione
terrena ed una celeste.
Il pretesto, l’inizio della
novità, contenuti negli elementi riscoperti dai tre artisti – l’uovo, la scala,
la colonna – ci parlano dei concetti di Spazio, di Vuoto, di Misura. Si
presentano con all’interno lo scontro dialettico fra noto-ignoto, fra
luce-ombra, fra spazio conosciuto-infinito insondabile.
Questo è il centro del
lavoro di questi tre grandi maestri: l’indagine interminabile di nuove realtà,
nuove forme, nuove materie e il rapporto con l’infinito.
La ricerca esistenziale di
un ‘perché’ dell’arte e di un ‘come’ il più vero possibile.
Tratto da Fra Terra E Cielo - Fontana, Melotti, Leoncillo (Premia Edizioni, 1995),
a cura di Debora Ferrari, con un
saggio di Luciano Caramel
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