Commento musicale: M. A. Cavazzoni, Ricercare per organo
All'inizio della strada per il parco archeologico di Naquane il cielo minaccia pioggia.
Troviamo rifugio nella Chiesa delle Sante Faustina e Liberata, dove sei impronte di mani in una pietra cristiana fanno a gara con le antiche incisioni rupestri.
L'emozione che toglie il fiato oggi è tutta per il genio protostorico, "pagano". Il miracolo cristiano delle sante, che insieme al sacerdote Marcello pare bloccassero la frana di questo masso ponendo fine a un'alluvione, resta sullo sfondo, in un corpo separato della chiesa, ma testimonia una continuità formale nell'abissale - ma storica - differenza di contenuti.
E quasi certamente la pietra è un'eredità neolitica ricontestualizzata che nulla ha a che fare con la leggenda, una sorta di esorcismo contro eventuali ricadute nel paganesimo in momenti difficili.
Un doppio significato affiora anche in questo affresco, sospeso come una nube colorata per salvarsi da quella specie di diluvio.
"Ti videro le acque, o Dio,
Ti videro e ne furono sconvolte,
Sussultarono anche gli abissi".
Salmo 76
E' uscito il sole e nelle edicole all'ingresso le due sante sembrano sul punto di tenersi per mano, come due luminose presenze ancestrali.
Testo e foto di Luca Traini
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