sabato 4 gennaio 2025

PULSAR E LAVATRICI

Commento musicale Arvo Pärt, Silentium


La rottura del cestello della lavatrice apre nuovi interrogativi oltre quelli scandagliati lavando i piatti (Arte e lavori domestici https://lucatraini.blogspot.com/2012/02/unesperienza-cinecitta.html).

Forse perché avviene di notte, sotto un cielo stellato che ricorda sfere musicali perfette dell’astronomia antica, dissonanti rispetto a certe imperfezioni contemporanee.

Grazie al cielo non sono nostalgico: penso al domani, a un tecnico da chiamare non lontano anni luce. Nell’attesa mi conforta la meno pacificante astronomia dei nostri giorni.

È così, quando fissavo il cestello girare a tutta velocità venivano in mente le pulsar, le amate stelle di neutroni. Quella nella Nebulosa del Granchio: 1800 giri al minuto, come la migliore centrifuga domestica.

“Giro giro tondo”… E c’era da perdere la testa, a meno di non togliere di mezzo il maggior numero di protoni, elettroni ed enormi spazi vuoti dentro ogni atomo.

Comprimi, comprimi e intanto pensi al vuoto che perdi. Immagini, errando, anche il nulla, assenza che piace alle divinità.

Poi il sogno a occhi aperti di un momentaneo riflusso nel vuoto quantistisco. Potrebbe essere, ora tutto è così disperatamente calmo. La stessa centrifuga dell’universo pare aver bloccato la sua espansione. Energia oscura, e non riesci a dormire.

Che ore sono? Il tempo di rotazione di una pulsar che gli occhi non vedono. La teoria del massimo numero di giri possibile per una stella di neutroni - 60000 al minuto - e quello testato dalla scienza finora: 42960 (sistema binario 4U 1820-30).

E XTE J1739−285, nella Costellazione di Ofiuco, 1122 rotazioni al secondo, rimette ancora tutto in discussione.

Ma tu lo senti che questo macrocosmo pulsa come il microcosmo dei flagelli di Salmonella Typhimurium (10200 giri al minuto, resa tre volte più forte da un viaggio nello spazio) o di Vibrio Alginolyticus, che con 1700 battiti al secondo può chiuderti occhi e orecchi tesi a qualsiasi lontananza armonica?

Attendi il sole caldo - ti rincuora si stia chiudendo il buco nell’ozono - e i tuoi atomi sono anche figli dell’impatto fra due due stelle di neutroni. Ma se i girotondi sono troppi perché non essere perfino la conseguenza dell’incontro fra due astri di quark - up e down, strange - finalmente liberi da ogni costrizione atomica? La cosa non mi dispiacerebbe affatto. E se poi esistessero corpi celesti composti di preoni, presunti elementi base dei quark? Meglio.

Albeggia quando fantastico di sprofondare oltre la Scala di Planck. L’esterno dell’oblò della lavatrice è ormai l’Orizzonte degli Eventi di un Buco Nero e io spero in un Wormhole che possa restituire alla periferia della Via Lattea i miei panni puliti.

Verrà l’idraulico, verrà, come l’alieno antropomorfo di un vecchio film, a risolvere i problemi di un povero essere umano che prendeva 5 in Educazione Tecnica. Mi toccherà pagare per essere promosso, ma riusciremo a stringerci la mano alla faccia dell’insieme dei vuoti che siamo.

Sarà grazie alla forza elettrostatica degli atomi di cui siamo composti. Alla composizione del conto, del prezzo per cui restiamo vivi e, teoricamente, puliti.

Luca Traini

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