Commento musicale Heinrich Schütz, Paratum cor meum
Le mani volevano comunicare la cura del presente, cercavano di stringere le carte, ma quegli occhi inquieti, il brivido sottile delle labbra, quelle minuscole ciocche di capelli che sfuggivano al cappello testimoniavano un’ansia di rinnovamento che nessuna veste preziosa, nessun collare… Il gioco di chiaroscuri sul velluto rosso è quel fuoco.
Io ritraggo come Erasmo fa
filologia, andando al cuore delle parole raccolte nel gesto, che pronunceranno
quegli occhi.
La parte destra del volto è il pittore. La sinistra, l’uomo.
L’occhio destro è socchiuso e indaga attento i suoi simili.
Il sinistro è spalancato, come malato, e cerca - o ha già visto - Dio.
Io sono qui e ora. E di me resta questo.