Lontananza di due solitudini
Parte prima
Immagina l’incontro degli occhi
di Giuseppe di Arimatea con quelli del poeta.
Lorenzo Lotto, Polittico di San Domenico, Recanati, 1508, Dettaglio della Pietà con Giuseppe di Arimatea
Meno di un attimo. Due dolori che
non si parlano.
Abissi di tempo, di senso.
L’infinito del pittore è concreto, è quel cadavere bianco destinato a
risorgere. Lo strazio di Giuseppe è solo questione di tempo: una breve
concessione al dramma da parte dell’eterno.
La tragedia del poeta non prevede
un dialogo con questo genere di sofferenza a tempo. Troppi colori per un
letterato. Troppa fiducia nell’attesa per il filosofo del nulla, per l’uomo che
ha fede solo nella memoria delle speranze tradite di un fanciullo.
Qualcuno dovrà pur asciugare le
lacrime di Giuseppe. Questa la volontà del pittore.
“Illusioni! grida il filosofo” avrebbe pensato Leopardi, citando
Foscolo, cercando nel pianto le uniche tracce luminose, tremanti del nostro
passaggio.
Lorenzo Lotto, Polittico di San Domenico, Recanati, 1508, la Pietà nella cimasa
[...]
Giacomo Leopardi
Come sei bella,
Maddalena! Potessi baciare le mie ferite come la mano del tuo dio che non
esiste.
[...]
Recanati e Loreto in un'incisione della fine del XV secolo
Lotto era finito a Recanati sulla
strada per Roma, pieno di speranze. L’approdo momentaneo era una città che
comprendeva anche Loreto in pieno decollo spirituale ed economico: un santuario
quasi completato che aspettava solo la facciata del Bramante, un vescovo
imparentato con papa Giulio II e un altro prozio del futuro poeta Torquato
Tasso (parola di Monaldo Leopardi).
San Flaviano protettore di Recanati, incisione di Secondo Bianchi (notizie 1780-1820)
La
Recanati del poeta era pura provincia della Restaurazione: un paese privato di
Rinascimento, Loreto e anche del relativo sviluppo economico seguito alla
creazione del porto franco di Ancona (1732).
Luca Traini (2008)