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venerdì 20 dicembre 2019

RESURREZIONE E MORTE DI JEAN-ANTOINE WATTEAU (1989)

Presentato su Rai2 nel 1997 fr.wikipedia.org/wiki/Antoine_Watteau 

"Luca Traini ha creato una combinazione davvero curiosa e molto suggestiva: ha messo insieme il teatro e la pittura.

Ha dato la parola ai ritratti di gente sepolta da secoli e li ha fatti dialogare con i pittori che li hanno dipinti

o con altri personaggi dei quadri usando uno stile lirico e rarefatto, delicatissimo"

Dacia Maraini, Amata scrittura, Rizzoli, Milano, 2000

Prima di lavorare come curatore d’arte ho scritto diversi drammi su artisti a me cari. Quello che propongo è stato composto nel dicembre del 1989, recitato a teatro l’anno successivo e trasposto in mediometraggio nel ‘96. Nel 1997, ospite del programma RAI Io scrivo, tu scrivi presentato da Dacia Maraini, ho letto parti dell’opera alternandole alla messa in onda di spezzoni del video.

La stessa Maraini ha riassunto il suo giudizio nel capitolo che mi ha dedicato in Amata scrittura, (Rizzoli, 2000): “Luca Traini ha creato una combinazione davvero curiosa e molto suggestiva: ha messo insieme il teatro e la pittura. Ha dato la parola ai ritratti di gente sepolta da secoli e li ha fatti dialogare con i pittori che li hanno dipinti o con altri personaggi dei quadri usando uno stile lirico e rarefatto, delicatissimo”.

La particolare originalità del testo consiste nel fatto che l’azione drammatica vede il protagonista dialogare post mortem direttamente con i suoi quadri (a teatro mi rivolgevo alla proiezione delle opere per intero e in dettaglio con lo voci fuoriscena dei personaggi dipinti).

Il senso della rappresentazione consiste nel richiamare l’irrevocabile, tragico distacco fra la vita dell’artista e quella delle sue opere: la prima destinata alla morte, la seconda all’immortalità congelata delle persone in carne e ossa che hanno fatto da modello. Contesto, il raffinato labirinto di maschere in cui la Francia della Régence (1715-1723) cercò nei quadri di Watteau (1684-1721) un’eternità tutta umana, cosciente della propria fragilità, di quel gioco di contraddizioni tanto lontano dalla precedente “gloire” del Re Sole quanto
dalle future certezze dei Lumi, ma così attuale.

Il dialogo sospeso fra un pittore scomparso e i suoi quadri consegnati alla vita degli altri, alla Storia, è figlio dello spirito di quei tempi, ma anche di una condizione esistenziale più ampia: il rapporto fra essere umano e  cose che dice sue e altri poi chiamano “arte”. Domande senza risposte. Realtà sognanti. Ognuno dei 16 di cui si compone l’opera viene alla luce con l’inizio di un brano musicale dell’epoca.


Prologo

Appare "Antoine Pater".


In lontananza: 
 Tombeau pour Mr. de Lully di Marin Marais.



Antoine Pater

Signor Jean Antoine Watteau

A nome mio e di questo gelido volto di pietra su cui poso la mano

A nome di questi occhi certo non miei ma vostri

A nome di questa lunga parrucca bionda

Voi che tanto avete amato la maschera

A nome di questi bottoni che voi

E voi soltanto

Avete impedito di pagare quale obolo a Caronte

A nome di questa tenebra che la vostra mano ha reso così dolce

A nome mio e di questa luce non più mia né vostra

Addio

Vostro Antoine Pater

Che vi destò un certo interesse a trent’anni

E di cinque vi precede nella tomba


Silenzio.

“Antoine Pater” svanisce.


Quadro 1/15

Luce. Sulla destra della scena Watteau, pallido e sudato. Veste una camicia slacciata che pende da un paio di calzoni a mezza gamba. Accanto a lui una sedia nera - o di paglia - sulla quale di tanto in tanto si riposerà.

Watteau

Io sono Jean Antoine Watteau

Morto di tubercolosi il 18 luglio 1721

Battezzato il 10 ottobre 1684

Anche se non ricordo con esattezza

Il giorno in cui sono nato

Uno degli artisti più amati del mio tempo

Ma

Con estrema fatica

E dolore

Faccio ritorno alla vita


Appare "Gilles".












Gilles
Come sei triste Gilles
Gli ultimi giorni a Parigi
Prima di fuggire
Li abbiamo passati insieme
In un buio scantinato

L’uomo a cavallo dell’asino
Niente paura creatore
Facciamo noi la guardia al suo Gilles

Watteau
Gilles mi sei venuto alla luce
Che quasi ero cieco

L’uomo vestito di rosso
Strana bestia l’asino
Occhi nobili di pietà
Intelligenti

La donna
Povera piccola bestia
Non scalciarmi
Non scalciarmi

Watteau
Guarda l’uomo col cappello a cresta che ho dipinto dietro di te
Pieno di stupore
Ma tu Gilles
Sei così lontano

L’uomo a cavallo dell’asino
Non ride
Non piange
Forse attende una carezza dagli alberi
Ma vedete
Vedete le fronde sono ancora lontane

Watteau
Non ride e non piange
Forse una foglia un fiore
Che non ho dipinto

L’uomo a cavallo dell’asino
Guardate il mio asinello
Anche gli animali piangono sapete?
Ma l’occhio resta lucido
Come quello di un pittore

Watteau
La maschera resta sospesa e non piange
Le mani disegnano mani con la sanguigna
I disegni restano segni senza colore

Chiudi
Chiudi quegli occhi ragazza

Il quadro è finito


"Gilles" svanisce.


Quadro 2/15

Appare "Il contratto nuziale in campagna".

Crescendo musicale del Primo Movimento della Suonata No.2 per Violino di Élisabeth-Claude Jacquet de La Guerre



Curato

Facendo silenzio Allora benedetti signori

Questo contratto di matrimonio

Lo vogliamo firmare?


L’uomo con la parrucca bianca

Signor curato

Qui ognuno pensa ormai alla festa

L’unione è benedetta da Dio e da questa bella giornata

Fate ballare questa benedetta penna


Fidanzato

Che hai mia cara?


Fidanzata

Il signor curato ancora non ha messo la firma

Sulla testa mi pesa

La corona di fiori


Riprende la musica con la Suite No.3 in A minor di Élisabeth-Claude Jacquet de La Guerre.

"Il contratto nuziale in campagna" svanisce.


Quadro 3/15

Appare "Arlecchino galante". Stormire di fronde.

In lontananza: Jean-Féry RebelTombeau de Monsieur de Lully



Arlecchino

Rivolto alla donna dipinta alla sua destra. Non copritevi il seno

 

La donna sbigottita

Oh Arlecchino

Il volto la maschera

Scompare nell’ombra

Sembrate un corpo senza testa

 

Arlecchino

Avete la mano sul cuore

 

Erma solitario

Dipinto in mezzo alle fronde, sopra i due.

Con voce lieta. Sono di marmo

Con voce triste. Sono di pietra

 

L’uomo seduto col cappello rosso

Rivolto alla ragazza seduta con un libro aperto in mano.  E’ un gioco signorina

 

La ragazza seduta

Sono pagine bianche signore

 

L’uomo seduto col cappello rosso

Non scherzate

E’ un libro aperto

 

La ragazza seduta

Vi sbagliate

Sono solo pagine bianche

 

L’uomo seduto col cappello rosso

Non sono pagine aperte a caso

Sono poesie d’amore

 

La ragazza seduta

Continuate a voler credere

In qualcosa che non c’è

Sono solo pagine bianche

 

L’uomo in piedi appoggiato all’albero

Sono triste

Sono affranto

Non ho più voglia di vivere

 

Arlecchino

Sempre rivolto alla donna di prima. Signora sentite

Quant’è fredda la pietra

E quale calore emana il mio corpo.


"Arlecchino galante" svanisce.


Quadro 5/15

Appare "Un passo falso"



Watteau 
Rivolto all’amante dipinto mentre tenta goffamente di baciare una ragazza che lo respinge.
Un passo falso
Un passo falso
Non dovevi
Non dovevi
Giura di non farlo mai più

L’amante ridicolo
Vi amo
Datemi un bacio

La ragazza del rifiuto
Con disprezzo.
Siete ridicolo

La mano sinistra della ragazza del rifiuto
Prenderò la terra
Gliela sbatterò sul muso
Così non mi vedrà
Diverrò brutta come una strega

L’amante ridicolo
La vostra pallida carne...

La mano sinistra della ragazza del rifiuto
Un pugno di terra
Questo bacerai

La mano sinistra dell’amante ridicolo - Voglio stringerti
Voglio toccare
Mi scappi
Mi eviti

Luce.

Watteau - Stupido amante
Troppo abbronzato
Troppi giorni a piena luce per il corpo di lei
Fossi rimasto nell’ombra 

Il quadro svanisce

Nessuna pietà
Nessuna via di scampo 


Quadro 6/15

Appare "La famiglia di Mezzettino"


















Mezzettino
Rivolto a Watteau, cantando.
Avanti creatore
Non siate così triste
La vita è bella
Ora c’è luna ora c’è sole

Watteau
Io sono morto

La moglie di Mezzettino
Rivolta a Watteau.
Come siete triste signore
Il canto del mio candido marito non v’allieta?

Il seduttore
Tiene la testa appoggiata alla spalla destra di Mezzettino e si rivolge alla figlia di questi che stringe un cagnolino.
Dai
Se il tuo bel pittore è morto
Io sono ben vivo
Non fare gli occhi tristi
E sorridi
Come faccio io

Watteau
Sorridi ragazzina
Sorridigli non mi fai un dispiacere
E’ un giovane di belle speranze
Dalle labbra rosse

Mezzettino
Antoine Antoine
Se hai messo una rosa fra i neri capelli di mia figlia
Non deve appassire
Se pena le stringe il cuore
Quasi lo soffoca il cagnolino
E se stringesse l’amante invece
Mi darebbe nidiate di figli

Watteau
In un improvviso scatto di collera.
Crescete e riproducetevi!

Breve pausa. Si riprende. Cupo.
Falso
Falso

La figlia di Mezzettino
Poca allegria signor Watteau
Vi amo
E son morta come voi su questa tela
E non piango per amore
O la vostra cara morte
Perché tutti ci avete condannato
Noi tutte larve impastate di colore
Che mai la vita la vostra
Vissuta per quasi quarant’anni
Abbiamo assaporato
Neppure privati di essa
Fantasmi
Fantasmi condannati a perpetua
Splendida
Morte

Il seduttore
Quante sciocchezze sciocchina
Solo per darvi un tono
Se il creatore è morto peggio per lui
Io sono ben vivo

Mezzettino
Adirato con quest’ultimo.
Non è vero seduttore da quattro soldi!

Vedete signor Watteau
Di questo ci si può disperare
Che nessuna pietà
Nessuna
Può giungere a chi è morto
Da chi mai nato
E’ nato morto
Vedete anche voi
Non è un gioco di parole
La sinistra è pronta Si riferisce alla posizione delle sue mani sulle chitarra.
Ma la destra è sul punto di suonare
E non lo farà mai


Watteau
Abbattuto, rivolto al ragazzo vestito di rosso alla sinistra di Mezzettino.
E tu
Non dici nulla?

Il ragazzo vestito di rosso
Che posso dirvi?
Con un sorriso vi compiango
Perché tornaste da morto
A essere più triste che in vita

Watteau
E’ vero
E’ colpa mia

Mezzettino
Tornando a cantare.
Forse di nessuno è la colpa
Ma la vita
Così bella
Ora c’è luna
Ora c’è sole

Ora c’è luna

Ora c’è sole


“La famiglia di Mezzettino” svanisce.


Quadro 7/15

Appare “L’imbarco per Citera”.

Esistendo due opere con questo titolo si è qui prescelta la versione presente al Louvre.


















Watteau

(in uno scatto di entusiasmo) Partiamo

(si placa subito) Esitanti amor mio

Preghiamoci l’un l’altro

Su alzati

E’ tempo di partire

 

Il Fanciullo

(tirando per la gonna l’amata)

Svelta signorina

Che è tempo di morire

 

Amante

(che l’aiuta a rialzarsi)

Non è vero amor mio

Là ci ameremo per sempre

 

Il Fanciullo

Svelta signorina

Che dovete morire

 

Amante

Il vascello vi assicuro

E’ rivestito di un drappo rosso come l’amore

 

Coro dei Cupidi

Nudi e immortali

Vestiti a festa

Morti

 

Erma con rose e frecce

Gelo

 

Watteau

Rose

 

Erma con rose e frecce

Gelo

 

Watteau

Faretra e frecce

 

Erma con rose e frecce

 Gelo

 

Watteau e l’amante in ginocchio

Destiamoci amor mio

Che è tempo di morire

 

Watteau - Un sogno

E’ tutto un sogno

 

Il battelliere

Agli amanti, con solennità.

Partite per amarvi e morire?

 

Coro degli amanti

 

Coro dei cupidi

Nudi e immortali

Vestiti a festa

Morti

 


“L’imbarco per Citera” svanisce.


Quadro 9/15


Appare "L'indifferente"

In lontananza: François Couperin, Les barricades mysterieuses

 


Watteau

 Porti una rosa sul cappello

Una rosa per ogni scarpa

E nella destra che tieni?

Certo un esile invisibile fiore

Ma la sinistra?

Un semplice atto

Non ho più fiori per la tua sinistra

 

Indifferente

Oblio Antoine

Nulla m’interessa

A tutto sono indifferente

Alla tua morte resto indifferente

 

Watteau

Ti ho creato morto ragazzo

 

Albero (dipinto alle spalle dell’indifferente)

Questo giovane cilestrino

Neppure mi degna di uno sguardo

 

Watteau

Lo so

Lo so

 

Albero

Sembra accennare un passo di danza creatore

 

Watteau

La natura e il cielo sono evanescenti

 

Indifferente

Tutto mi è indifferente

 

Watteau

Il colletto ti soffoca

 

Indifferente

Ti sbagli creatore

Io misuro la nostra distanza

E’ un filo esile invisibile

Ecco si sta già spezzando

 

Watteau

Ho slacciato la camicia

Mi sentivo soffocare

 

Indifferente

Antoine Antoine

Tu sei morto

 

La musica si spegne, “L’indifferente” svanisce.



Quadro 12/15

Appare "La Finette"



Watteau

Ricordo un ballo

Noi e la "Chaconne" del signor De Visée

Automi impalpabili

Un quadro danzante per la vostra tiorba, signora

 

Per alcuni secondi si avverte in lontananza l'eco dei primi accordi della musica, sempre più evanescenti, fino a scomparire.

 

(cercando di vincere il silenzio) Ti vesto dell’abito più bello

Ma il prezzo per vincere l’oblio lo conosci anche tu


La Finette

Antoine

Antoine

Ascolta

 

“J’avois juré de n’aymer plus"



"La Finette" svanisce.

[...]


Luca Traini


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