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domenica 28 aprile 2019

La Realtà Virtuale di Piero di Cosimo

Commento musicale Costanzo FestaSe mai vedet 'amanti



Le nuove tecnologie forniscono a livello di massa gli strumenti per contesti emozionali che una volta erano privilegio di pochi artisti. La totale immersività  della realtà virtuale, quegli “oculi”, che sembrano rendere ciechi agli occhi degli estranei, in un’ottica storica sembrano riflettere l’autosindrome di Stendhal di certi pittori. Il mio amato Piero di  Cosimo ne è un ottimo esempio, con la sua casa, il suo studio dove stava sempre rintanato, come l’enorme casco virtuale di un mondo incantato: “essendo ito col cervello ad un’altra sua fantasia”, “tanto amico de la solitudine” (tra virgolette il biografo, il Vasari). Ecco, un incanto da cui non si vuole uscire se non per le strette necessità di sopravvivenza di un corpo diventato avatar di una Matrix in simbiosi col Mito, la Fabula che insegna e non permette una vita normale all’affabulatore. Le sensazioni non devono essere per forza piacevoli (basta vedere la sua ossessione per il mito di Prometeo). Il piacere del gioco implica anche il dolore della perdita, del rischio di annichilazione del giocatore quando perde l’approdo a un nuovo livello. Apri Piero di Cosimo in un motore di ricerca, Immagini, mettiti gli occhiali del Sant’Antonio della “Visitazione”, calza gli stivali alati di Mercurio e diventa Perseo che vola incurvando montagne celesti, sprofonda nei gorghi del mostro, riaffiora dagli spruzzi delle sue narici e libera Andromeda. Nel quadro magico c’è anche una colonna sonora fatta di musicisti esotici e strumenti impossibili. C’è casa sua sulla collina selvaggia di sinistra, non in città, non a Firenze, con la natura che va per i fatti suoi per espresso desiderio dell’artista - “lasciava crescere le viti et andare i tralci per terra, et i fichi non si potavono mai, né gli altri alberi, anzi si contentava veder salvatico ogni cosa” – perché l’ordine è astratto, è arte, è sogno, è gioco: il gioco degli dei evocato, imitato, travisato, concretizzato – olio, pigmenti o Photoshop – dal giocatore.


venerdì 26 aprile 2019

NEOLUDICA in mostra a Sarnano Comix il 5 maggio 2019: L’Arte è in gioco!!

Un’altera fenice ’n mezz’un foco
vidi dentro un fiorito e sacro nido,
non vista mai fuor ch’a’ dì nostri al mondo:
la vaghezza del guardo e de le piume
me le fè sì vicin che quella fiamma
m’apprese gli occhi e penetrommi al core.

Annibal Caro

Commento musicale G. B. Pergolesi, Laetatus sum


Come la game art e il videogame cambiano le arti del XXI secolo, tra ispirazioni dal mondo dei fumetti e dell’animazione
a cura di Debora Ferrari e Luca Traini

Logo creato da Filippo Scaboro, game artist

Neoludica ® Game Art Gallery durante il festival Sarnano Comix, sapientemente organizzato dal Circolo di Piazza Alta, propone una mostra per riflettere sull’importanza delle arti videoludiche che cambiano e aggiornano il modo di concepire l’impronta dell’artista nelle arti contemporanee. Tematica cara ai curatori che 10 anni fa hanno portato l’arte dei videogiochi in mostra coi beni culturali italiani in prima mondiale ad Aosta con “The Art of Games”  e poi nel 2011 -con diversi partner fra cui E-Ludo Lab- alla 54.Biennale di Venezia per sdoganare il medium nel panorama internazionale.  Il Comune di Sarnano in provincia di Macerata, situato nel cuore dei Monti Sibillini, fa parte del club dei Borghi più belli d'Italia ed è stato insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano; purtroppo colpito dal terremoto nel 2016, è oggi in piena rinascita grazie alle attività dei cittadini e alle iniziative come questa che portano temi particolari in un contesto unico ed eccezionale dal punti di vista sia storico che paesaggistico.

File:Sarnano.jpg

I videogiochi rappresentano un grande mezzo di comunicazione, cultura e aggregazione. Utilizzati da milioni di persone al mondo rappresentano la nuova frontiera delle arti del XXI secolo e dell’intrattenimento interattivo. Capirli, scoprirne le potenzialità, valorizzarne i contenuti estetici e sociali, è ciò che Neoludica fa da tempo.
La mostra raccoglie una serie di opere degli artisti italiani, digitalisti e game artist, in miscellanea su vari temi e con varie tecniche. Vari titoli di videogiochi, personaggi e scenari si alternano in una gustosa panoramica delle arti videoludiche, concept di team di sviluppo italiani, sketch preparatori.
In esposizione a Sarnano ci saranno i game artist Samuele Arcangioli, Claudia Gironi, Biancamaria Mori e Carlo Gioventù, Federico Vavalà, Francesco Delrio, Filippo Scaboro, Luca Baggio, Giuditta Sartori, Giacomo Giannella, Mauro Perini, Valeria Favoccia, Christian Scampini e Ivan Porrini.
Di grande importanza anche la presenza di due game photographer italiani, Cristiano Bonora e Emanuele Bresciani, che stanno portando ad alti livelli il photomode innalzando la Virtual Photography da fenomeno gamer a arte a sé stante. E poi tanti altri artisti di Game Art Gallery (GIORGIO CATANIA, CINZIA COATA, FABIO CORICA, FRANCESCO ROSSINI, AURORA DI NAPOLI, PAOLO DELLA CORTE, DILETTA DE SANTIS, GIUSEPPE LONGO, MANUEL LABBATE, PAOLA ANDREATTA, ALICE MANIERI, MICHELE DE MARCHI, DANIELE BASSANESE, DAVIDE NERENXA, CLAUDIA CRAVERO, FEDERICO FERRARESE, FRANCIS LEO TABIOS, IDA CIRILLO, SUMERO LIRA, RICCARDO MASSIRONI, MARIA ELENA SILLETTI, ALESSIA SANGALLI, ALICE PISONI, SERENA PICCOLO, MATTIA ZARINI), e artwork di team di sviluppo italiani come Foot Prints, Neotenia e Small Bros.
Durante la giornata di festival che animerà Sarnano, presso la mostra sarà possibile incontrare i curatori, alcuni artisti come Filippo Scaboro (autore anche del logo della manifestazione), il team di Mentezero con Mori e Gioventù che hanno base a Macerata, e si potranno trovare alcune delle pubblicazioni di game art edite da TraRari TIPI, tra cui i recenti cataloghi e il libro su Street Fighter di Daniele Bernalda e le pubblicazioni a firma di Francesco Toniolo, presente anche lui.

Info e aggiornamenti sui social e sui siti di Neoludica
e programma su https://www.sarnanoturismo.it/sarnano-comix/


Essential links

NASCITA DI UN'IDEA Il castello di Quart e la Leggenda di Alessandro Magno (2008)
THE ART OF GAMES Videogames e beni culturali, Aosta (2009)
NEOLUDICA Arte e videogames alla Biennale di Venezia (2011)
ASSASSIN'S CREED ART (R)EVOLUTION Museo Leonardo da Vinci, Milano (2012)
GIOCARE CON LE FORME Assassin's Creed e le avanguardie del '900, LuccaComics & Games  (2014)
L'ARTE E' IN GIOCO Nuove relazioni tra arte e videogame, Venezia (2015)
NEOLUDICA INSIDE VIDEO GAME Venezia (2016)
NEOLUDICA e UBISOFT Assassin's Creed Origins Social Exhibition e Mostra a Lucca (2017)

LA MENTE E' IN GIOCO & SIMPOSIO DELLA NEOLUDICA Villa Silbernagl (2018)

ARTISTI DI NEOLUDICA GAME ART GALLERY
UNA NUOVA FILOSOFIA PER L'ARTE
PRESS



POESIA IN ESPOSIZIONE

















Ogni via, ogni gradino di Sarnano
Porta con sé uno spicchio di cielo;
Ogni porta, ogni battente
Apre al suo angolo di luce con discrezione.

Testo e foto LucaTraini

Nota Le foto ai lati rappresentato due delle opere esposte nel suggestivo corridoio del Palazzo Municipale: a destra Bayek di Filippo Scaboro con la sua aquila in volo verso le volte a crociera e a sinistra, sotto lo stemma di papa Sisto V, il "manierista" Nolan Bushnell, fondatore di Atari, opera di Samuele Arcangioli.

lunedì 8 aprile 2019

Una mostra e un nuovo libro delle edizioni TraRari TIPI: (R)esistere a Venezia del fotografo Paolo della Corte

(R)esistere a Venezia
progetto fotografico documentaristico di
Paolo della Corte
per raccontare le storie di cittadini veneziani resilienti

Sabato 13 aprile 2019, alle 18.00

Scoletta San Giovanni in Bragora Venezia

(Campo Bandiera e Moro)


(R)esistere a Venezia è il catalogo della mostra di Paolo della Corte in limited edition firmato e numerato, curato da TraRari TIPI edizioni, casa editrice specializzata in pubblicazioni d'arte di Debora Ferrari e Luca Traini, con testi di Alberto Sinigaglia, Giovanni Montanaro, Serena Guidobaldi.

Il musicista, l’infermiera, il mastro vetraio, lo scrittore, il compositore; ma anche il manager nel settore della ristorazione e dell’hotellerie, il pescatore, lo storico, l’architetto, il filmaker. Sono 31 in tutto i veneziani ritratti dal fotografo Paolo della Corte per “(R)esistere a Venezia”, il progetto fotografico che sarà presentato al pubblico sabato 13 aprile, a partire dalle 18.00 alla Scoletta San Giovanni in Bragora a Venezia (Campo Bandiera e Moro).

«L’obiettivo -­ spiega il fotografo - è di far capire attraverso le immagini come si vive a Venezia: il mio è un messaggio documentaristico. Non ho soluzioni, ma con le fotografie cerco di comunicare la sofferenza di questa città e dei suoi residenti, quelli che la amano, che sono rimasti, oppure tornati a vivere qui e rimangono in silenzio, sopportando una situazione diventata oramai insostenibile».

«Siamo felici ed orgogliosi di ospitare alla Scoletta San Giovanni Bragora, questa esposizione fotografica che attraverso la forza delle immagini e la qualità artistica del percorso proposto ai visitatori, si colloca nel medesimo solco della campagna di “Venezia è il mio futuro”»,  spiega  Marco  Gasparinettiportavoce dell’Associazione 25 aprile.


Paolo della Corte, fotografo veneziano, ha catturato l’immagine dei cittadini, resilienti, che vivono e lavorano a Venezia e resistono alle orde di turisti “mordi e fuggi”, che ogni anno visitano la città. I veneziani sono ritratti avvolti dalla folla di turisti, tra una vertigine di forme e di colori che sembrano quasi sprigionare brusii, strepitii, grida, a rappresentare “il magma sonoro nel quale di giorno s’immerge la città dei foresti”.«L’idea – spiega della Corte – era di rappresentare l’onda umana di turisti, come un muro, esaltando l’immagine dei residenti che appaiono quasi come un fascio di luce tra la folla in movimento». Per far ciò Paolo della Corte ha utilizzato il filtro a densità neutra per allungare i tempi di esposizione creando e desaturando i colori delle immagini che ritraggono le persone, mantenendo però la luce autentica di Venezia. Della Corte ha lavorato le fotografie in postproduzione per riuscire a trasmettere il suo messaggio:
«Ho cercato di far capire come mi sento io e come si sentono i veneziani a camminare, vivere, lavorare, in questa città che è alienante, quasi soffocante in alcuni periodi dellanno». “(R)esistere a Venezia“ documenta la realtà quotidiana dei residenti. Della Corte ammette di non aver avuto difficoltà a raccogliere le “storie” da raccontare. «È stato più difficile scegliere i luoghi che cercare le persone da ritrarre: conosco i soggetti delle fotografie, le loro storie». Poi continua: «È vero ci sono zone in cui si fa sentire di più la presenza dei turisti. Ad esempio quasi ogni giorno percorro il tratto tra San Marco e Rialto, dove ho lo studio, ed è una lotta continua e quotidiana per camminare, conquistare uno spazio, non perdere tempo».

Quali sono i volti delle persone che hanno scelto di rimanere a Venezia? Perché hanno fatto questa scelta e cosa provano a vivere ogni giorno il flusso del turismo di massa? Paolo della Corte ha ritratto le persone in ventisette luoghi tra loro differenti, fra i quali: il Ponte di Rialto, Piazza San Marco, Ponte della Paglia, San Trovaso, Strada Nuova, Ponte della Costituzione e Ponte de le Meravegie. Zone considerate ad alta attrazione turistica e spesso affollate.

Alberto Sinigaglia, giornalista, ha scritto nella prefazione al catalogo della mostra: «Venezia vive ed è unica, bellissima, desiderata e posseduta da venticinque milioni di turisti l’anno… Ma vivono, oppure sopravvivono i cinquantamila veneziani che la abitano ancora? Che cosa li fa resistere all’alluvione di gente che un tempo aveva le sue stagioni e i suoi picchi, come Carnevale, Pasqua e Capodanno, ed ora non si ferma quasi mai?».


Tra le persone fotografate si sono volti più o meno noti. Accanto a nomi più conosciuti, come, per citarne alcuni (la lista completa è in allegato) Raffaele Alajmo, Ceo della società Alajmo Spa assieme al fratello chef Massimiliano, ritratto in Piazza San Marco, invece Alessandro Bressanello, regista, attore e musicista, è stato fotografato in Corte Seconda del Milion; Franca Coin, presidente della Venice International Foundation, Alberto Toso Fei, scrittore, Nuria e Serena Nono, presidente Fondazione Luigi Nono e Artista. Ci sono residenti che hanno scelto di rimanere, oppure di tornare a Venezia, per scelta, per amore, per senso di appartenenza. Tra questi, Claudia Haglich, 24 anni infermiera dell’Ospedale civile di Venezia, residente a Castello; dopo la laurea in infermieristica è stata chiamata a lavorare in Inghilterra. Però la voglia di ritornare nella “sua amata Venezia” è stata più forte. Poi Laura Barozzi, psicologa, esperta in comunicazione, cura con  passione  progetti  ed  eventi  di  educazione sentimentale con l’obiettivo  di prevenire e contrastare la violenza sulle donne; c’è Alessandro Zane  che dal 1986 lavora a Rialto in pescheria e Piero Dri, quarto e più giovane remèr di Venezia, il quale nel nuovo laboratorio Il Forcolaio Matto, dietro la Strada Nova, ha iniziato un il suo percorso di lavoro autonomo, realizzando remi e forcole per i vicini gondolieri di S.Sofia, per i regatanti, le remiere.

Il progetto (R )esistere a Venezia fa parte di una trilogia, iniziata circa tre anni fa con la mostra Vivere a Venezia. Trasparenze. Storie di Uomini e Anfibi, al quale è poi seguito Vivere a Venezia: la Comunità Ebraica.

Esce in contemporanea con la mostra il libro "(R)esistere a Venezia" in limited edition firmato e numerato, curato da TraRari TIPI edizioni, casa editrice specializzata in pubblicazioni d'arte di Debora Ferrari e Luca Traini, con testi di Alberto Sinigaglia, Giovanni Montanaro, Serena Guidobaldi.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 14 aprile al 30 giugno 2019, l’ingresso è libero.
Orario:   dal   mercoledì   al   sabato,   dalle   14.00   alle   18.00,   la   domenica   dalle   16.00   alle   19.00.

Chi è Paolo della Corte: veneziano, dopo la laurea in Storie dell’Arte all’Università di Ca’ Foscari, ha dedicato al sua vita alla fotografia professionale. Attualmente è docente in fotografia digitale presso l'Accademia delle Belle Arti . Alla Mostra d'arte della Biennale di Venezia e a New York ha realizzato i ritratti di alcuni dei più grandi nomi internazionali: Louise Bourgeois, Jim Dine, Jannis Kounellis, Roy Lichtenstein, James Rosenquist, George Segal, e gli italiani Luciano Fabro, Mario Merz, Fabrizio Plessi , Emilio Vedova e Giuliano Vangi. I suoi archivi conservano fotografie di personaggi famosi e illustri del mondo dell’arte, della cultura, della letteratura. I suoi reportage sono stati pubblicati dalle maggiori riviste italiane e internazionali: Specchio de La Stampa, Venerdì de La Repubblica, Sette del Corriere della Sera, poi Paris Match, Le Monde, Next, Official Voyage, Gault MillauHachette, Onnivoro, Paris Match, Liberation, Die Zeit, Feed, Sobremesa, The Guardian.