Pagine

domenica 20 agosto 2017

Debora Ferrari e Luca Traini sulla rivista Formiche nella rubrica Mentori

Neoludica _ L’arte è in gioco


Quanto forte è questo pensiero-racconto della nuova vita che ci aspetta! Quanto – senza bisogno di approfondire la conoscenza – è percepibile che nel futuro breve di decenni ci sono questi misteriosi, entusiasmanti, mondi da vivere ed esplorare. Debora e Luca forse vanno troppo avanti per i tempi, la scuola, i media, la politica, le istituzioni, il senso comune, la conoscenza media. Ma non sbagliano certo direzione. Stai a noi capire se, come e quanto seguirla.
dall'articolo di Enzo Argante



Per approfondimenti

Connessioni Remote (The Art of Games Videogame e Beni Culturali, Rai Arte)

Ogni nuova arte, una volta affermata, ha sempre cercato nelle esperienze estetiche precedenti dei punti di contatto, degli elementi sentiti come comuni che ne avevano in un certo senso preceduto l’avvento. […] Lo stesso vale per il videogame, altra “opera d’arte totale”, che, suddiviso in sei componenti fondamentali (Schermo, Computer,  Realtà, Interazione, Navigazione, Meraviglia), riconosce nelle arti delle diverse epoche storiche forme, strutture e meccanismi che ne hanno permesso l’affermazione. Le sue “connessioni remote”.


Per il lancio italiano di Assassin's Creed Origins  parte una nuova operazione artistica e metalinguistica, una campagna che accompagnerà il reavealing in questi mesi in attesa dell’uscita prevista il 27 ottobre e in attesa di una nuova grande mostra a Lucca Comics&Games. Si tratta di Neoludica Origins, una serie di artwork e pillole video della realizzazione degli stessi, creati dagli artisti di Neoludica Musea_Game Art Gallery che lavorano sull’ispirazione dei contenuti di Origins e le sue tematiche storico-artistiche. Sono lavori di digital painting, di pittura reale, digital sculpting, photomanipulation, video interattivi e altro che poco per volta guideranno il pubblico verso i misteri e le rivelazioni di questo nuovo entusiasmante viaggio, compiuto questa volta nell’Egitto tolemaico.


“Chi mai potrà redigere la lista dei colori scomparsi?” chiede Jean Clair aprendo il capitolo “Mestiere, mito e memoria” dopo aver scorso le affermazioni di Julien Gracq nel constatare la laicizzazione dell’arte che fra i blu di Beato Angelico e i blu di Vermeer conduce a una despiritualizzazione della sua materia. Non solo l’espressione dell’arte muta tra le mani degli artisti per l’arrivo dei colori industriali del secolo scorso, ma quanti e quali colori chiamati uno a uno per nome, possiamo oggi aggiungere noi, si sono sostituiti con numeri di pantoni che vanno a comporre velocemente le stampe offset nelle tipografie ma soprattutto sono tra le scelte dei concept artists quando devono creare quella che ora noi chiameremo File Art.

Partiamo dalla prima testimonianza di pensiero astratto e di realizzazione di forme geometriche da parte dell’homo sapiens sapiens: le losanghe su ocra rossa (tra l’altro primo cosmetico e il sapiens è due volte sapiens anche perché compiutamente “homo cosmeticus”) delle grotte di Blombos, in Sudafrica, datate 70-75000 anni fa. Senza queste forme astratte non avremmo tutta le nostre realtà domestiche ad angolo retto (porte, finestre, quadri, schermi, etc.). Come, senza la rivoluzione agricola, 10000 anni fa, e la nascita delle città grazie all’invenzione del mattone (o della pietra squadrata), non avremmo avuto la cultura del quadro. [...] Siamo profondamente impregnati di tutte queste realtà squadrate da cui è difficile sfuggire. [...] La nostra civiltà è un sogno ad angolo retto con diritto alla distrazione.


L’arte del videogioco viene creata come in una “bottega rinascimentale globale” dove oltre ai game designer e ai creatori del concept, decine di artisti lavorano a una precisa mansione e sono i professionisti dell’esecuzione: [...] chi disegna, chi fa la texture, chi colora, chi costruisce le ombre, chi inserisce il movimento, chi cura environments e soundtrack, voci e doppiaggi. Si fa arte contemporanea negli studios. [...] Dentro Assassin’s Creed troviamo l’arte dei concept artists e l’arte delle epoche storiche che vi sono citate; [...] il videogioco, l’opera totale, diventa espositore di tutte le citazioni, le favole, le analogie, l’arte, i nomi, gli ambienti, dipinti con pastello o olio di Photoshop a mano libera in una Wacom o schizzati a penna su un foglio, prima di diventare azione.

Assassin’s Creed nasce affamato di storia dopo che, all’inizio degli anni novanta, era stata decretata proprio la “fine della storia”. La storia diAssassin’s Creed nasce già grande e i luoghi in cui è ambientata sono in buona parte Patrimonio dell'UNESCO. La madre è l’École des Annales con la sua rivalutazione del Medioevo “meraviglioso e quotidiano”; il padre, Michel Foucault, il suo indagare le osmosi fra potere e sapere. [...] E' bene ricordare la vocazione intellettuale dei protagonisti di Assassin’s Creed (sarebbe proprio il caso di dire che ce l’hanno inscritta nel DNA): Altaïr è scrittore e il suo codice passa fra le mani di Marco Polo e Dante Alighieri. Ezio Auditore, oltre ad abitare in un gioiello di borgo come Monteriggioni, proviene da una famiglia amante delle novità architettoniche (Villa Auditore come prototipo rinascimentale), sovvenziona restauri di monumenti antichi, si circonda di opere d’arte.
KEY DAY Aggiornamento per chi lavora nel mondo della cultura
Game Culture e valorizzazione dei beni culturali per sensibilizzare i giovani alla legalità

Gaming Zone: videogame in biblioteca


Nessun commento:

Posta un commento