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sabato 15 novembre 2014

I DOLORI DEL GIOVANE SADE

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Quadro primo

Et in Arcadia ego (All the Aunts of the Marquis)
 
Luce. Il marchese de Sade, che d’ora in poi verrà chiamato semplicemente Sade, è l’unico attore in scena. Al centro della stessa, un presepe con tanto di mangiatoia, bambinello (vivo o di ceramica), le statue del bue e dell’asinello e due manichini al posto della madonna e di san Giuseppe.Questi ultimi rappresentano i genitori di Sade: due manichini nudi, anonimi, tagliati con fredda geometria. Di fronte a questa “sacra famiglia” altri sei manichini sommariamente e simbolicamente agghindati: rappresentano lo zio del marchese (ovvero l’abate di Ebreuil) e le quattro zie monache più quella sposata. Sade vagherà in questo paesaggio surreale narrando gli eventi della propria infanzia cercando di mantenere (ma non sempre gli riuscirà) un freddo, elegante distacco.
Immagini di Jean-Jacques Lequeu (1757-1826).

Sade - Quasi stesse dettando una lettera o componendo un articolo di giornale. Paradiso. Palazzo Condè - Parigi.
Notte di Natale. Stretto da fasce dorate, deposto in una culla d’argento, il minuscolo Sade è Gesù bambino.
Il giorno successivo invece, è fra i piccoli martiri di Erode.
Passa un anno, gli arti si allungano, la terra si allontana.
Una mela cade sul prato. Il nostro piccolo eroe marcia a quattro zampe verso di lei. Cerca di afferrarla.
Ancora un anno ed è Cupido in tutte le processioni mascherate: ali di seta bianca, un filo d’oro che pende dal soffitto istoriato, dal cielo.
Grande successo a corte quando, ghermito al tallone dal boia, piange come un usignolo ne “Il giudizio di Salomone”, di ignoto.
I genitori, i cortigiani... ossia la stessa cosa... applaudono.
Alamanna.
Corrente.
Sarabanda.
Allo scandire di ognuna di queste ultime tre parole si sentirà un frammento corrispondente dalla “Suite francese n°1” di J. S. Bach. La stessa cosa accadrà quando verranno pronunciate le parole “Minuetto numero uno”, “Minuetto secondo” e “Ultimo passo di giga”.




A quattro anni è uno dei pastorelli diretti alla grotta di Betlemme. Cerca di prendere in braccio un agnello. Cade. L’agnello, spaventato, defeca. Un filosofo illuminista cerca di consolarlo spiegandogli che è una cosa naturalissima.
Il giorno dopo è sorpreso a picchiare di santa ragione il principino Louis Joseph de Bourbon per motivi di gioco non meglio specificati.
Il 1745 lo vede abbandonato nel palazzo di famiglia di Avignone, - o adorata Provenza! - oggetto di contesa fra cinque zie: quattro zitelle e una sposata senza figli maschi.
Minuetto numero uno.
“Pomo delle Esperidi” e “Mela di Paride”, ebbri di carriera diplomatica, volteggiano con sovrano distacco in qualche corte europea.
Zia Henriette-Victoire, coniugata Villeneuve-Martignan, invece, scruta con dolce invidia i piccoli genitali del nipotino.
Gabrielle-Eleonore, badessa di Saint Laurent d’Avignon, gioca con i suoi boccoli d’oro.
Gabrielle-Laure, collega del monastero di Saint-Benoit de Cavaillon, bacia i piedini gonfi per il troppo correre.
Sorella Anne-Marie-Lucrece, dal suo convento in città, divide in buoni e cattivi la folla che passeggia dietro le sbarre.
Sorella Marguerite-Felicité, come dice il nome stesso, è felice e basta.
Anche il piccolo Sade è, naturalmente, felice.
Minuetto secondo.
Brusco cambio di tono nella voce di Sade. I genitori strappano alle zie il loro angioletto.
Cinque donne piangono su Avignone orfana del suo piccolo Eros.
Breve pausa.

Citera - Monastero di Ebreuil.
Il figlio viene iniziato ai sacri misteri della parola scritta dallo zio Jean-François-Paul-Aldonze, erudito e libertino: abate.
Venere, le Muse e, un po’ in disparte, Dio vegliano sul giovane discepolo.
Pausa di silenzio in cui Sade estrae da una tasca una lettera. Legge.
“Ah! Per prete che siate,
Signore, oh, signore, voi continuerete ad amare.
Se anche diventaste vescovo o papa,
Non smettereste di amare e piacere.
E’ questo il vostro autentico ministero:
Amerete e piacerete,
E sempre avrete successo,
Sia nella chiesa sia a Citera”. Chiude la lettera.
Così il divino Voltaire a mio zio, suo amico: poesiola targata anno domini 1733.
Un ultimo passo di giga.
Terminata la musica di cui sopra, Sade ha un breve sospiro quindi termina la narrazione.

I genitori forse raggiunsero la Terra Australis Incognita - che non c’è - ma i creditori li raggiunsero anche lì. E così, insolventi, sempre indifferenti verso il figlio, in qualche modo tuttavia riuscirono a spedirlo presso il Collegio “Louis le Grand” - Creme de la Creme - Compagnia di Gesù - Parigi.
Correva l’anno 1750.
Buio.

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