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martedì 24 gennaio 2012

IL MARCHESE DE SADE, LE CHEVALIER D'EON, LA GUERRA DEI SETTE ANNI


“Molto ardimentoso, ma molto dissoluto”
(nota dallo stato di servizio del capitano del Reggimento Cavalleria Borgogna)


[…]

Luce. In mezzo alla scena, vicino al fondale, due troni, uno di fronte all’altro, su cui siedono il Re e il Papa: giocano a scacchi. Davanti a loro, rivolto al pubblico, le Chevalier d’Eon, fantasiosamente travestito da eroe antico stile “tragédies lyriques” . In questo “quadro” Sade non appare materialmente sul palco. Siamo arrivati al 1754, anno in cui il nostro eroe fa il suo ingresso nella Regia Scuola Preparatoria di Cavalleria.

Voce  fuori scena di Sade
Nell’anno domini 1754 il genealogista Clairambault consegnò ai miei cosiddetti “genitori” un certificato di nobiltà con tutti i crismi. Con quello in mano... Con quello in mano fui spedito senza tanti complimenti alla scuola dei cavalleggeri.

Chevalier d’Eon
Brandendo minacciosamente la spada. Il giovane rampollo è dotato senza dubbio di quella nobile crudeltà certamente indispensabile a tutti i suoi parigrado... Senza dubbio... Devo purtroppo far notare tuttavia che nel giovane carnefice tale qualità... qualità, senza dubbio... è singolarmente inficiata da un’eccessiva ricerca di amore, di affetto... con prostitute e attrici, che è poi la stessa cosa. Questo eccessivo attaccamento al teatro e alla distorta visione del mondo che ne consegue temo possa provocare disdicevoli conseguenze nell’adempimento degli imprescindibili doveri sociali. Rinfodera la spada.


Voce fuori scena di Sade
Quante inutili preoccupazioni, Chevalier. Stavo giusto leggendo l’”Iliade” tradotta dalla nostra Anne le Fèvre Dacier, amazzone filologa che voi avreste voluto essere e io possedere dopo un duello, come Achille con Pentesilea:
“Deesse, chantez la colere d’Achille fils de Pelée; cette colere pernicieuse qui causa tant de malheurs aux Grecs, et qui précipita dans le sombre royaume de Pluton les ames genereuses de tant de Heros, et livra leurs corps en proye aux chiens et aux vautours”…
Leurs corps en proye aux chiens et aux vautours…
In preda
In pasto
Ai cani
Agli avvoltoi…
La traduzione in prosa rende tutto più spietato…
La prosa.
Con veemenza. Cantami, o diva, e cerca di non stonare altrimenti il sergente te la farà pagare.
Cantami il trapasso da un’istituzione militare - i Gesuiti - a un’altra, laica, ugualmente laida.
Cantami il branco e i guinzagli d’acciaio tesi allo spasimo. Su, su, fino al dio degli eserciti.

Re
Al papa. Isaia: “Io li ho calpestati nel mio furore
                        Il mio sdegno li ha schiacciati”.

Papa
Al re. Isaia anch’io: “Il loro sangue è schizzato sui miei panni
                        Ho macchiato tutte le mie vesti”.

Chevalier d’Eon
Le mie vesti… La gonna o il cimiero? Ah, io a questo Isaia e al vostro Omero preferisco questo:
“Ha rubato la mia parte di bottino,
Anche se aveva già un bel magazzino,
Pieno di ragazze, vestiti e vasellame:
E io solo una femmina e a me
Anche questa mia femmina mi prende!”


Sade
E chi ne dubitava, Chevalier? So bene che  all’”Iliade” preferite l’”Omero travestito” di Marivaux.
E’ una lettura che si adatta agli spioni come voi, non a un guerriero indomito come il sottoscritto.
Col sangue.

Chevalier d’Eon
Sbraitate, sbraitate: vedrete che belerete anche voi. Il nostro re pastore ama le greggi.
Dopo una breve pausa, annusata con calcolata voluttà una presa di tabacco da una preziosa tabacchiera, recita marziale.
Ordini superiori!
Il reggimento cavalleria maschile si congiunga a quello femminile di stanza al bordello sul fronte dell’amore!

Voce fuori scena di Sade
Si fa presto a dire “amore”... “Amore senza sentimento”... Quante volte ve l’ho scritto, mon père, e voi... Voi per tutta risposta mi spedite solo quattro stitiche righe per una guerra di sette anni.
Voi e quella che mi dicono madre certo siete troppo impegnati in quella partita a carte fra diplomatici: né più né meno come la nostra gloriosa maestà sui campi di battaglia.

Chevalier d'Eon
Ci si può tranquillamente massacrare anche giocando al bilboquet: ricordate il Re Sole?
Portandosi al naso con rigida precisione un fazzoletto merlettato. Sempre marziale.
Ora basta!
Il re di picche muova i suoi fanti!
Il re di cuore conquisti il bordello!
A se stesso.
Et moy je souffrois cela ?
Non, Messieurs, la foudre m’écrase!

Sade
Ancora Marivaux, eroe da salotto!
Qui non è più tempo di Marivaux né di Omero. Le baionette non hanno più bisogno di inchiostro!

Buio.


Cupa voce misteriosa fuori scena
Mentre scorrono mute sulla parete di fondo immagini di carneficina dell’epoca, oppure dei nostri giorni, recita dei versi tratti dal Primo Libro del poema “I tragici” di Agrippa d’Aubigné (1552 - 1630).
“Le finzioni dei Greci, i ruscelli d’argento
 Dove si abbeveravano i loro vani poeti,
 Qui non scorrono più; ma le onde così chiare,
 Che ebbero rivali gli zaffiri e le perle
 Sono rosse dei nostri morti: l’onda leggera,
 Il mormorio lieve contro carcasse si rompe”.

Fine delle immagini. Buio totale.

Voce fuori scena di Sade
Dieci febbraio 1763.
Una guerra persa.
Una promozione da semplice assassino a capitano.
E mio padre mi dilapida l’eredità.
Dovrò sposare per forza una ragazza con una bella dote e una sorella più bella ancora, di cui sono già innamorato.
Amore senza sentimento.
Matrimonio senza amore.
Con tutta questa Filosofia dei Lumi che non fa che aumentarmi la rabbia e il senso di colpa, tutta questa Ragione costretta alla ragioneria dei conti di casa!

Disegni anatomici di Jean-Jacques Lequeu (1757-1826)

Luce. La scena è rimasta vuota, tranne la scacchiera del Re e del Papa con i pezzi sopravvissuti. Davanti a questa alcuni Inservienti piazzano due manichini che vengono rivestiti con abiti nuziali. Ora Sade parlerà della sua terza e definitiva irregimentazione sociale: il matrimonio.

O giovane, feroce, inquieto vassallo
- Tu, piccolo cerbiatto,
Che fino alle soglie dell’adolescenza brucasti felice l’erba dei campi elisi,
Da tredici anni inquadrato nel sacro ordine dei nobilissimi cacciatori,
Cacciatore della tua stessa feroce innocenza -
Tu ora sposerai
- Devi sposare: lo agogna la tua casta indebitata -,
Una donna che non ami:
La tua stupida, falsa libertà è stata venduta per un utero gonfio di denaro!
Ah, Laura, cara antenata, il Canzoniere del tuo, del nostro Petrarca attizzerà solo il fuoco di casa!
E allora voi, voi tutte dame di Provenza, stillate dolci lacrime su quelle ceneri, sul mio dolore. Sul mio onore di cartapesta.

La vestizione è terminata. Gli inservienti escono. Buio.

[…]

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