Una scimmia è triste. Vede l’acqua
e forse ricorda. L’altra ti guarda in faccia e piange.
Tu che fai, se hai cinque anni e
sei già inquieto?
Il libro è fresco di stampa -
sarà il ’71, il ’72 – e la mamma, che dipinge, l’ha preso per ispirarsi. Io,
mia madre e mio fratello che è appena nato siamo soli e il quadro non è
allegro.
Che cosa avevo buttato sui quadri
di questo pittore che ora amo come pochi?
Le pagine, specie le prime - quelle
coi giochi dei bambini, il suicidio di Saul, il trionfo della morte – si appiccicarono
strette strette e bisognò usare il coltello per staccarle, strapparle.
Ora una specie di neve fitta sta
come raggelata in cima a ogni pagina.
I giochi del pittore non erano
più i miei, ma la morte - la morte di cui mi aveva accennato qualcosa solo mia
nonna, la morte era quella cosa che io e il mondo in cui vivevo e sono (questo
mondo, non quello di Bruegel) – va eliminata.
Così disegnai una nuova guarnigione per il castello di Saul
(dov’era in quella folla il re che aveva fatto quel gesto
orribile? Era ancora più nascosto di Paolo nella caduta da cavallo).
Il figlio della pittrice
scarabocchiò in particolare “Il trionfo della morte”, di cui aveva strappato il
bordo pagina in alto.
Cercò di ribaltare le sorti.
Ma davvero non è possibile?
Via il coltello che sta sgozzando!
Via anche il teschio!
Via le schiere di scheletri
dietro agli scudi a forma di bara!
Possibile che tu stia lì a suonare per la tua bella? che non pensiate ad avere bambini? che vi nascondiate sotto il tavolo come il
buffone che ha giocato a Backgammon (gioco che non amo)?
E resto così, con la spada appena
sguainata, con un grido che non muore in gola in mezzo a una selva di simboli.
Non mi arrendo.
“I pittori che raffigurano esseri
graziosi nel fiore degli anni, e alla pittura vogliono aggiungere un non so che
di fascinosa eleganza snaturano affatto l’immagine rappresentata e, scostandosi
dal modello scelto, si scostano dalla vera bellezza: il nostro Bruegel è puro
di questa macchia.” (A. Ortelius, Album
Amicorum).
Nota Le immagini, con i miei scarabocchi e le mie lacerazioni, sono tratte da "L'opera completa di Bruegel", Classici dell'Arte Rizzoli, II ed., 1971.
Nota Le immagini, con i miei scarabocchi e le mie lacerazioni, sono tratte da "L'opera completa di Bruegel", Classici dell'Arte Rizzoli, II ed., 1971.