domenica 5 giugno 2016

HO RITROVATO IL MIO BRUEGEL


Una scimmia è triste. Vede l’acqua e forse ricorda. L’altra ti guarda in faccia e piange.


Tu che fai, se hai cinque anni e sei già inquieto?
Il libro è fresco di stampa - sarà il ’71, il ’72 – e la mamma, che dipinge, l’ha preso per ispirarsi. Io, mia madre e mio fratello che è appena nato siamo soli e il quadro non è allegro.
Che cosa avevo buttato sui quadri di questo pittore che ora amo come pochi?
Le pagine, specie le prime - quelle coi giochi dei bambini, il suicidio di Saul, il trionfo della morte – si appiccicarono strette strette e bisognò usare il coltello per staccarle, strapparle.
Ora una specie di neve fitta sta come raggelata in cima a ogni pagina.


I giochi del pittore non erano più i miei, ma la morte - la morte di cui mi aveva accennato qualcosa solo mia nonna, la morte era quella cosa che io e il mondo in cui vivevo e sono (questo mondo, non quello di Bruegel) – va eliminata.


Così disegnai una nuova guarnigione per il castello di Saul


(dov’era in quella folla il re che aveva fatto quel gesto orribile? Era ancora più nascosto di Paolo nella caduta da cavallo).


Il figlio della pittrice scarabocchiò in particolare “Il trionfo della morte”, di cui aveva strappato il bordo pagina in alto.


Cercò di ribaltare le sorti.


Ma davvero non è possibile?


Via il coltello che sta sgozzando! Via anche il teschio!


Via le schiere di scheletri dietro agli scudi a forma di bara!


Possibile che tu stia lì a suonare per la tua bella? che non pensiate ad avere bambini? che vi nascondiate sotto il tavolo come il buffone che ha giocato a Backgammon (gioco che non amo)?
E resto così, con la spada appena sguainata, con un grido che non muore in gola in mezzo a una selva di simboli.
Non mi arrendo.


“I pittori che raffigurano esseri graziosi nel fiore degli anni, e alla pittura vogliono aggiungere un non so che di fascinosa eleganza snaturano affatto l’immagine rappresentata e, scostandosi dal modello scelto, si scostano dalla vera bellezza: il nostro Bruegel è puro di questa macchia.” (A. Ortelius, Album Amicorum).


Nota Le immagini, con i miei scarabocchi e le mie lacerazioni, sono tratte da "L'opera completa di Bruegel", Classici dell'Arte Rizzoli, II ed., 1971.


Testo e foto di
Luca Traini