mercoledì 14 gennaio 2015

NUMERO ZERO: FARE I CONTI



Scrivere uno “zero” al secondo. Per 8 ore al giorno. Per 63 anni e 153 giorni. E al principio del 154° raggiungere un totale di 2.000.000.000 di “zero”.

Una o uno, che a questo fine abbia fatto uso di tutti i giorni della sua vita, lavorando 8 ore quotidiane non consecutive dai 14 agli 82 anni, somma quindi nove “zero” dopo un 2.

Difficile superare 3.000.000.000 di “zero”. Impossibile, 4.

Se poi si comincia a risparmiare le domeniche, scalare dai 2.000.000.000 poco più di 285.000.000 di “zero”. Disimpegnando gli interi fine settimana: meno 571.240.000 “zero”.

Una vita lavorativa media di 30 anni coi limiti cui si è appena accennato: neppure 700.000.000 di “zero”.

Per hobby, un’ora al giorno, come ginnastica: 1.314.000 “zero” all’anno.




Misura standard per il disegno di uno zero: 1 millimetro quadro.

Un foglio 145 millimetri per 205: 29.725 “zero”.

100 pagine (fronte e retro): complessivi 5.945.000 “zero”.




Lettura ad alta voce di una sequenza ininterrotta di “zero” per una quantità di tempo indefinita. Contarli uno per uno. Avendo cura, sentendo di essere prossimi alla fine, di tornare all’inizio ed aggiungere una cifra. A piacere. Se no, non vale.

Chi viene dopo può semplicemente aggiungere "uno" all’ultimo “zero”. E andarsene.




Considerare per un attimo un numero infinito di “zero” e pensare a un tempo infinito per cui moltiplicare quest’attimo.

Concludere che, forse, la somma di “zero” ottenuta moltiplicando l’attimo per il tempo infinito è uguale al numero infinito di “zero” del singolo attimo.

Concludere che, forse, la cifra infinitamente infinita di “zero” dell’attimo per il tempo infinito sia superiore al semplice infinito del singolo attimo.

Concludere quindi che, forse, è impossibile concludere.




Sommare “zero” più “infinito” più “impossibile”


Luca Traini  (1998)


A still unwritten drama on the scientific use of writing – Main characters: Protagoras (in favor), Socrates (against) // Intermission: poems by Theognis // Act II: variations on excerpts from Euripides, “Palamedes”(the supposed inventor of letters, numbers and chess) // Finale withdeus ex machina: Demiurge-Programmer + Software-Conference on Plato’s Good + Hardware-Platonic solids composed by the School of Sicyon = Neo-Platonic use of Plotinus + Brahmagupta’s Zero: to be different, equal and binary


 
Dramma non ancora scritto intorno all'uso scientifico della scrittura - Protagonisti: Protagora (favorevole), Socrate (contrario)/ Intervallo: poesie firmate di Teognide/ Secondo atto: variazioni su frammenti da Euripide, "Palamede" (inventore presunto di lettere, numeri e scacchi)/ Finale deus ex machina: Demiurgo programmatore + Software Conferenza sul Bene di Platone + Hardware Solidi platonici composti dalla Scuola di Sicione = Uno neoplatonico di Plotino + Zero di Brahmagupta: essere diversi, uguali e binari




Nota Le immagini, tranne la prima e l'ultima, sono foto di Luca Traini.

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